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Stop auto endotermiche: 3 richieste Unrae al Governo

La scelta del Governo di prevedere lo stop auto endotermiche potrebbe essere condivisibile solo se fosse accompagnata da investimenti

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Arriva benzina sul fuoco della polemica che riguarda lo stop auto endotermiche. L’Unrae, Unione Case estere, è perentoria: la scelta del Governo di prevedere il blocco delle macchine termiche potrebbe essere condivisibile solo se fosse accompagnata da investimenti pubblici. Obiettivo, sostenere il settore automotive in Italia per 10 anni.

Per l’Unrae, la transizione ecologica si ottiene con i fatti, e finora nulla è avvenuto. Ci sarebbe la legge Bilancio attualmente in discussione in Parlamento. Poteva essere l’occasione per garantire a consumatori e imprese le risorse necessarie ad acquistare nuovi veicoli a zero o ridotte emissioni, dice l’Unione Case estere. E invece? Il Governo ha deciso di non investire su un settore commisurabile a circa il 20% del PIL italiano.

Rammentiamo che l’Unrae è divenuta uno dei più validi interlocutori delle istituzioni ed è oggi la principale fonte di informazioni ed analisi del mercato, costituendo un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore: 41 aziende associate con 58 marchi. Parte della filiera della distribuzione e dell’assistenza autorizzata che fattura oltre 50 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a circa 160.000 unità.

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Stop auto endotermiche: bellissimi messaggi

L’Unione parla di bellissimi messaggi sull’importanza di una mobilità sostenibile da parte della politica. Risultato: nel PNRR (Piano di rilancio), non c’è nessuno stimolo alla domanda. E il piano infrastrutture? Ancora al palo.

Al momento, per imprese e lavoratori italiani la transizione ha solo risvolti negativi, e gli annunci generano unicamente tanta preoccupazione e confusione, dice l’Unione.

Che cosa si dovrebbe fare per la transizione elettrica: parola alle Case

Uno: infrastrutturazione massiccia. Ossia colonnine di ricarica pubblica. Occhio ovviamente anche alle wallbox.

Due: incentivi per l’acquisto di veicoli di ultima generazione e per la rottamazione di quelli inquinanti.

Tre: riforma fiscale per liberare le imprese italiane dalla penalizzazione su detraibilità e deducibilità per i veicoli aziendali.

Purtroppo, siamo l’unico Paese tra i major market europei che non sta facendo assolutamente nulla.

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