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Opel esclude licenziamenti fino alla fine del 2022

Opel: la casa automobilistica tedesca ha escluso il licenziamento dei suoi dipendenti almeno fino alla fine del 2022

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Opel esclude i licenziamenti per i suoi dipendenti almeno fino alla fine del 2022. La casa automobilistica tedesca che fa parte del gruppo Stellantis ha confermato un rapporto del giornale tedesco “Wirtschaftswoche”, secondo il quale il marchio di Stellantis si asterrebbe di utilizzare una clausola presente nel contratto collettivo fino alla fine del 2022, che consentirebbe licenziamenti anche ai dipendenti assunti con contratti a tempo indeterminato.

 Opel stop al licenziamenti almeno fino alla fine del prossimo anno

In base a quanto trapelato Opel potrebbe usufruire di questa clausola fino all’estate del 2025. Nel corso degli ultimi accordi, è stato regolato “che i contratti non possono essere rescissi fino alla fine del 2022”, ha affermato un portavoce dell’azienda.

Secondo il rapporto della rivista, la clausola che permette questi licenziamenti può essere utilizzata solo se le vendite scendono al di sotto di un certo livello nel mercato europeo dei veicoli, ad esempio come successo con la crisi dovuta alla pandemia di coroanvirus.

Opel è l’unico marchio tedesco della casa automobilistica Stellantis, creata all’inizio dell’anno dalla fusione di PSA a cui il marchio tedesco apparteneva e Fiat Chrysler. Migliaia di posti di lavoro sono stati tagliati da quando PSA ha assunto il controllo nell’agosto 2017.

Dopo le forti proteste della forza lavoro, Stellantis ha recentemente abbandonato il piano di esternalizzare gli impianti di produzione Opel. Il sindacato IG Metall e i comitati aziendali temevano per i diritti dei loro assistiti nel caso in cui questo piano fosse stato messo in atto.

Opel Russelsheim
Opel: la casa automobilistica tedesca ha escluso di licenziare i suoi dipendenti almeno fino alla fine del 2022

Per il momento dunque la situazione in Opel sembra essersi cristallizzata ma ovviamente sindacati e lavoratori continuano ad essere preoccupati per quello che potrebbe accadere nei prossimi anni. Non è detto infatti che dopo il 2022 l’incubo tagli sia definitivamente scongiurato.

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