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Alfa Romeo: Marchionne illustra gli errori del precedente piano industriale

Il target delle 400 mila unità vendute è stato spostato dal 2018 al 2022

Alfa Romeo Marchionne

Il precedente piano industriale di FCA poneva per Alfa Romeo un target molto ambizioso con la realizzazione di una gamma di 8 modelli inediti ed il raggiungimento delle 400 mila unità vendute in tutto il mondo entro il 2018. Come noto, questi obiettivi non sono stati raggiunti. Il marchio italiano ha presentato solo due modelli, Giulia e Stelvio, e non è riuscito a superare quota 200 mila unità vendute in tutto il mondo.

Il nuovo piano industriale con scadenza 2022 ripropone il target delle 400 mila unità vendute per Alfa Romeo e va ad ottimizzare la gamma prevedendo il lancio di 4 modelli inediti (un crossover di segmento C, un SUV di segmento E e le sportive GTV e 8C) da affiancare ad una rinnovata Giulietta, che come visto dovrebbe essere solo un restyling del modello attuale, e a Giulia e Stelvio. 

E’ chiaro, quindi, che FCA ha commesso degli evidenti errori in fase di progettazione del precedente piano industriale. Il gruppo potrebbe aver fatto tesoro di questi errori ed aver messo a punto un piano più realistico con target “alla portata” del brand per il prossimo 2022. In attesa di scoprire quali saranno le tempistiche di lancio dei nuovi modelli, Marchionne ha chiarito quali sono stati gli errori di FCA nella progettazione del futuro di Alfa Romeo.

L’amministratore delegato di FCA sottolinea, in particolare, due errori commessi dal gruppo nel processo di trasformazione di Alfa Romeo. Secondo Marchionne, FCA ha “sottostimato la complessità industriale di un brand così complesso come Alfa Romeo“. Quest’errore ha comportato molti ritardi nella sequenza di lancio dei nuovi modelli, posticipati al nuovo piano industriale per la maggior parte, e una spesa extra considerevole per il gruppo.

E’ interessante, inoltre, sottolineare come, secondo Marchionne, FCA abbia “sottovalutato la reazione dei competitor tedeschi all’introduzione di Alfa Romeo”. Penetrare nei segmenti premium del mercato è, probabilmente, molto più difficile di quanto si potesse immaginare. Conquistare la fiducia dei clienti di vari mercati internazionali e proporre modelli in grado di garantire alti volumi di vendita richiede una progettazione ed un’attenzione maggiore.

FCA ha, quindi, dovuto ridurre le stime di crescita di Alfa Romeo e spostare il target di vendite dal 2018 al 2022 riducendo, nello stesso tempo, la gamma di modelli di nuova generazione in arrivo. Nel corso degli anni, Alfa Romeo ha scelto di posticipare il lancio dell’E-SUV e di escludere dal nuovo piano industriale l’ammiraglia di segmento E, un modello che avrebbe uno scarso impatto sulle vendite probabilmente.

Nello stesso tempo, è stato cancellato il progetto della Giulia Sportwagon, un modello “troppo regionale” e limitato all’Europa, ed è stato deciso di non realizzare una nuova generazione a trazione posteriore della Giulietta, preferendo puntare ad un massiccio restyling della segmento C, in attesa, probabilmente, di un incremento delle potenzialità di crescita del brand.

Alfa Romeo Giulietta crossover render

E’ chiaro, in ogni caso, che per avere un’idea ben più precisa sulle reali potenzialità di crescita di Alfa Romeo nel corso dei prossimi 5 anni sarà necessario conoscere le tempistiche di lancio dei nuovi modelli, un dettaglio ancora completamente ignoto. FCA, infatti, nella presentazione del piano industriale, e nelle tante interviste rilasciate dai dirigenti del gruppo nei giorni successivi, non ha chiarito quali sono i tempi reali per la realizzazione dei nuovi modelli.

Probabilmente, infatti, sarà necessario attendere ancora molti mesi per il lancio del primo modello di nuova generazione di Alfa Romeo che potrebbe arrivare sul mercato solo a partire dalla fine del 2019. Ulteriori dettagli potrebbero emergere nel corso dei prossimi mesi quando FCA sarà chiamata a chiarire i programmi futuri per gli stabilimenti italiani del gruppo. Continuate a seguirci per saperne di più.

141 Commenti

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  1. Il progetto Giulia SW troppi regionale? Beh….l‘80% delle Alfa si vendono in Europa e l’Italia rimarrà a lungo il primo mercato. In Asia ha fallito clamorosamente ed in USA i risultati sono modesti…..

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