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Stellantis, la Uilm chiede misure straordinarie per il settore

La crisi dei microchip continuano a vessare le fabbriche italiane di Stellantis, a Cassino contrati di solidarietà

stellantis mise

E come annunciato da giorni, oggi 8 ottobre lo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano, dove si producono le Alfa Romeo, chiude i battenti. Attivati i contratti di solidarietà. Si trona in fabbrica, forse, l’11 ottobre.

Lo stabilimento Alfa Romeo di Piedimonte San Germano fermo per la crisi dei semiconduttori, ed è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti di chiusura che Stellantis ha adottato in questi giorni. Dopo settembre, dove si è lavorato a basso regime ovunque, e dopo le chiusure e i posticipi delle riaperture di settembre, anche ottobre parte male.

Ed i sindacati iniziano a muoversi. Per esempio oggi in Basilicata, in quel di Potenza, si è tenuto il Consiglio Regionale Uilm Basilicata. Anche lì le vicissitudini dello stabilimento ex FCA di Località San Nicola di Melfi continuano a preoccupare. Anche lì infatti si è lavorato poco a settembre e adesso si torna a chiudere. Eppure parliamo della fabbrica dove ogni anno Stellantis costruisce la metà delle auto dell’intera produzione in territorio nostrano. Jeep Compass, Jeep Renegade e Fiat 500 X, sono queste le auto prodotte a Melfi. E sono queste le produzioni ferme e sacrificate alla crisi dei semiconduttori.

Cosa è emerso dal Consiglio Regionale Uilm su Stellantis

“Il comparto auto da mesi sta attraversando un periodo estremamente complicato. Prima per gli effetti della pandemia e ora per la carenza di microchip, con gravi ripercussioni produttive e salariali per i lavoratori”, questo ciò che è hanno detto i rappresentati lucani della Uilm.

E la Uilm è una delle sigle sindacali che sarà presente al vertice del giorno 11 ottobre presso il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico). Davanti al Ministro Giancarlo Giorgetti, sindacati e azienda affronteranno lunedì prossimo tutte le problematiche del settore e degli stabilimenti italiani.

“In Basilicata, a Melfi, che, come già detto, è il più grande stabilimento italiano di Stellantis, dove lavorano circa 15mila persone tra interni al gruppo ed esterni, si ripetono da mesi i fermi produttivi. “Ormai si lavoro solo 5 giorni al mese, con una programmazione settimanale, e migliaia di lavoratori in cassa integrazione, con una conseguente forte diminuzione salariale”, così si è espresso Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, al termine del Consiglio Regionale Uilm Basilicata che si è svolto a Potenza in mattinata.

Produzione in stallo e consegne dei veicoli ferme

“A causa di questa crisi globale, inoltre, c’è un grande ritardo nella consegna di autoveicoli. Ritardo di oltre sei mesi che rallenta ulteriormente la risposta al mercato che tuttora si trova in una fase delicata”, questo un altro spaccato delle problematiche esposte da Palombella.

La crisi della produzione ha ripercussioni evidenti sul mercato, tanto è vero che i dati delle nuove immatricolazioni a settembre, per Stellantis sono state un disastro. Stellantis a settembre ha immatricolato poche auto, con un calo percentuale superiore alla media nazionale delle immatricolazioni generali.

“A Melfi abbiamo raggiunto un importante accordo lo scorso 25 giugno che rende il sito lucano il primo in Italia nella produzione di veicoli elettrici a partire dal 2024, salvaguardando l’occupazione. Questa crisi dei microchip rischia di ritardare il percorso della transizione energetica e, per questo, ribadiamo al Governo la necessità di una strategia nazionale per vincere questa importante sfida, tutelando il lavoro e le produzioni di Melfi e degli altri siti italiani del Gruppo”, questo ciò che secondo Palombella lunedì prossimo andrà chiesto al governo. In pratica, secondo il segretario Palombella, “occorrono misure straordinarie per rilanciare il settore e per affrontare al meglio la transizione all’elettrico”.

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