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Stellantis Melfi, la voce degli operai e le iniziative necessarie

Un volantino di “Area programmatica della CGIL – I Compagni Stellantis di Melfi” mette in evidenza le precarie condizioni in cui versano i lavoratori dello stabilimento lucano

stellantis

È tempo di azioni a Melfi per quanto riguarda le vicissitudini dello stabilimento ex FCA di Località San Nicola e adesso Stellantis. Infatti le continue fermate delle attività dello stabilimento, la continua cassa integrazione e i dubbi sul futuro sono oggetto di continue polemiche e discussioni.

È il momento delle azioni, soprattutto perché l’11 ottobre è in programma un tavolo con sindacati, azienda e governo, presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma.

Per questo l’attimo è propizio per rivendicare alcune cose e per riportare alla memoria di tutti alcune problematiche che devono per forza di cose essere discusse al Mise.

Sindacati e lavoratori e le iniziative

Il 4 ottobre per esempio, è stata la volta di una riunione del direttivo dell’indotto Fiom Cgil di Melfi. Anche l’indotto infatti ha le sue inevitabili problematiche, e forse anche di più della casa madre che ordina le commesse.

E anche gli operai autonomamente si muovono, con un comunicato stampa di questa mattina, 6 ottobre 2021, riportato nella sua interezza dal sito di informazione locale “Basilicata24.it”. Eloquenti le parole che gli operai hanno utilizzato nel comunicato di cui anche noi riportiamo il testo integrale per non far perdere nulla di quelle che sono le rivendicazioni dei lavoratori di Stellantis a Melfi.

Lavoratori che sono i diretti interessati di questi periodi bui che coincidono con i dati nettamente negativi che Stellantis ha avuto come immatricolazioni a settembre 2021.

Cosa prepara la Fiom in vista del summit dell’11 ottobre al Mise su Stellantis

Alla presenza della segreteria Fiom Cgil Basilicata, lo scorso 4 ottobre si è riunito l’intero direttivo dell’indotto di Melfi del sindacato. Ordine del giorno manco a dirlo, il  discutere con tutti i delegati della “crisi lavorativa che ormai affligge da troppo tempo le lavoratrici e i lavoratori dell’area industriale”. “Durante gli interventi sono emerse tutte le preoccupazioni per il futuro occupazionale visto il fermo produttivo che attanaglia l’industria dell’Automotive, derivante dall’assenza di investimenti nel settore, prima ancora della pandemia e oggi anche dall’assenza di semiconduttori”, così inizia la rappresentante del sindacato, Giorgia Calamita.

“Nonostante la strategicità del settore per l’economia del paese non esiste una politica attiva con piani di investimenti nel settore, il governo è assente su questo fronte. Preoccupante è anche l’assenza del confronto con il sindacato per affrontare il tema del lavoro”, queste le invettive emerse contro azienda e governo.

Questo, nonostante su Melfi c’è il progetto di andare a produrre 4 nuovi veicoli elettrici dal 2024 o 2025. Troppo lontano nel tempo questa promessa, perché ciò che interessa è il presente che non è certo positivo.

La transizione elettrica, il Pnrr e gli investimenti

“È in atto nel settore una trasformazione tecnologica per via della transizione, ma sul merito c’è un disinteresse preoccupante della politica, non esistono progetti sull’industria nel nostro paese, è necessario aprire una vera discussione con le parti social, aprire un tavolo di confronto per discutere del Pnrr, progettare il futuro industriale nel nostro paese per escludere perdite occupazionali”, questo ciò che probabilmente la Fiom arriverà a chiedere il giorno 11 ottobre al Mise.

La questione dell’indotto non è marginale quindi, ed è bene che venga portata all’all’attenzione anche del governo a Roma.

“La situazione per tutti i lavoratori della componentistica è preoccupante le ricadute del calo produttivo sui salariali non sono più sostenibili, l’utilizzo massiccio della cassa integrazione inoltre, non fa maturare i ratei per il raggiungimento di alcuni istituti (ferie, par, tredicesima) erodendo ulteriormente il salario dei lavoratori, mentre la fuoriuscita di molti lavoratori in somministrazione è già un fatto concreto”, questo il punto della situazione emerso nel direttivo Fiom.

In altri termini, occorre estendere i diritti per tutti i lavoratori della componentistica. In pratica la richiesta è che venga esteso anche ai lavoratori dell’indotto, l’accordo di giugno relativo ai lavoratori interni di Stelantis, accordo che ha visto anche la Fiom aderire. Si tratta dell’intesa sul  garantire salario, recupero dei ratei e la realizzazione di investimenti con la programmazione di nuovi modelli con motori elettrici a Melfi.

Dall’intesa di giugno poco o niente per l’indotto

Un accordo che non ha visto dentro i lavoratori dell’indotto però. Infatti sono nette le parole della Fiom in questo senso.

“Deve essere applicato a tutti i lavoratori della componentistica. Importante l’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali fissato al Mise per l’11 ottobre con Stellantis. Con l’obiettivo di avere risposte concrete in termini di occupazione e salari affinché la transizione venga gestita con nuovi strumenti discussi con il sindacato. Ed affinché non si faccia più subire ai lavoratori il ritardo delle politiche del settore nel nostro paese, così come hanno fatto gli altri paesi europei che sono molto avanti sulla programmazione di politiche attive del settore Automotive”

 I sindacati sono la base da cui far partire le iniziative

Assemblee sindacali unitarie e tavolo permanente con le istituzioni, regionali e statali, sono queste le cose da fare secondo la Calamita.

“Necessario prevedere iniziative sindacali a partire da un percorso di assemblee sindacali unitarie, che coinvolga tutti i lavoratori della componentistica di Melfi affinché si apra una vera discussione nel paese che dia centralità al settore viabilità, per garantire l’occupazione nel nostro paese. Dall’incontro dell’11 ottobre devono emergere segnali chiari”, questo in conclusione ciò che ha detto la rappresentante della Fiom Cgil.

Il comunicato dei lavoratori di Stellantis Melfi

Come dicevamo inizialmente, è delicata la situazione dei lavoratori dello stabilimento di località San Nicola a Melfi. E sono gli stessi lavoratori a spiegare quali siano le vicissitudini del momento. E lo fanno con un comunicato firmato “Area programmatica della CGIL – I Compagni Stellantis di Melfi”.

Un comunicato che come il sito Basilicata24.it anche noi riportiamo integralmente per non far disperdere alcuni dei passaggi salienti dello stesso.

“Siamo rientrati al lavoro per pochi giorni, dopo circa 50 giorni di assenza tra ferie e tanta cassa integrazione. Ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto. Una linea sola, come desiderava Stellantis e come accettato da un accordo sindacale (un’adesione ad un regolamento, in verità) che peraltro appare già superato dai fatti. Le condizioni di lavoro sono sempre più difficili, ovviamente del poco lavoro che c’è. Non si lavora tutti, non c’è nessuna chiarezza sull’accordo sottoscritto e non c’è alcuna certezza sul futuro dello stabilimento e dei lavoratori”

Il problema degli esuberi e dei trasfertisti

“Il contenimento degli esuberi appare già utopia, anche i trasferisti sono stati rimandati a casa. L’assenza dei microchip non può giustificare la totale mancanza di un calendario. E la comunicazione giornaliera, attraverso un messaggio, che il più delle volte riferisce di restare a casa. Un modo di fare ancor più estremizzato nei confronti dei lavoratori RCL (risorse a capacità limitata).

Non vi è stata nessuna discussione sull’accordo di giugno, non è stato mai spiegato ai lavoratori in assemblea (annunciata ma mai svolta), e pare sia stato già aggiornato al ribasso da un ulteriore accordo di settembre”.

Eloquenti i primi due passaggi che mettono in mostra anche alcune problematiche che sono poco note ma che i lavoratori subiscono quotidianamente e di cui abbiamo avuto notizie anche da altri stabilimenti.

Parliamo della comunicazione approssimativa di cui l’azienda si rende colpevole. Comunicazioni di chiusure che i lavoratori apprendono tramite un semplice sms. E poi i problemi dei precari, degli interinali, dell’indotto e dei lavoratori delle RCL, le risorse a capacità limitata.

Nessuna polemica, ma occorre lavorare per risolvere i problemi di Stellantis

“Le condizioni sono così gravi che questo non è il momento della polemica. Abbiamo sempre detto di non condividere quell’accordo, ma ci aspettavamo che chi l’ha sottoscritto quantomeno lo facesse rispettare.

La richiesta di intervento del governo appare risibile e tardiva. Soprattutto questo è il tempo della responsabilità e delle scelte coraggiose che consentano di contrattare realmente le condizioni economiche e normative. Quando la UILM aveva detto nelle assemblee che il CCSL fosse superato, ci si aspettava il ritorno ad un senso di responsabilità che richiamasse all’unità sindacale e dei lavoratori, ma come al solito sono prevalsi i tatticismi e le elezioni di luglio per il rinnovo delle RSA sono state, ancora una volta, un affare privato dei firmatari”.

“Una divisione del sindacato e dei lavoratori miope e dannosa. Le ore di assemblea sono state regalate ai firmatari per consentire le votazioni relative al rinnovo delle loro RSA per cui fino a gennaio 2022 non si potranno più fare assemblee, quindi 7 mesi senza poter discutere con i lavoratori.

Non esiste più un luogo di discussione e si preferisce inviare via chat comunicazioni relative ad una discussione che non c’è, o che avviene in un universo parallelo, lontano dai lavoratori e dalla loro condizione. Non è più tempo di perdere tempo. È assolutamente necessario che il nostro sindacato si faccia carico di restituire ai lavoratori il diritto di avere una vera e democratica rappresentanza sindacale, che manca da un decennio, perché il confronto democratico non può essere un esercizio sterile”.

Occorrono azioni e non volantini

Quello che i lavoratori sostengono è che bisogna passare ai fati, ottenendo le risposte ai tanti, troppo quesiti. E bisogna fare presto, a partire dall’11 ottobre al summit di Roma, dove ci saranno tutte le componenti utili ad esaudire le richieste di chiarimenti.

“Il silenzio è intollerabile e i volantini, anche quelli della FIOM, sono insufficienti, privi di qualsiasi significato sostanziale e inconcludenti. Chiediamo una ripresa immediata del confronto tra i lavoratori e con l’azienda in quanto le notizie che arrivano dalla stampa, esclusivamente dalla stampa, sono preoccupanti. È il momento di definire iniziative coinvolgendo tutti i lavoratori del comprensorio dell’area industriale di Melfi. È il momento che il nostro sindacato riacquisti la sua autonomia.”

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