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Stellantis: “produrre Stellina, ibrida economica”, lo chiede Landini

Dalla Fiom CGIL la richiesta a Stellantis di non lasciare l’Italia e di produrre una utilitaria elettrica accessibile a tutti, magari chiamandola Stellina.

Landini CGIL

Forse il nome non sarà azzeccato, ma è il messaggio quello che conta di più. Infatti Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, parlando di Stellantis ha prodotto alcuni suggerimenti all’azienda, a partire dal nome di una ipotetica nuova auto, “Stellina”:

Suggerimenti per quanto riguarda le attività e le produzioni in Italia, sempre più discusse e criticate.

Stellina“, questo come dicevamo, il nome di un ipotetico nuovo veicolo ibrido che durante una intervista al Corriere della Sera, il leader della CGIL ha proposto.

Come dicevamo, un nome buttato lì, per spronare l’azienda a continuare a vedere nell’Italia, una risorsa dal punto di vista industriale.

Un nuovo veicolo ibrido da produrre in Italia, magari chiamandolo Stellina

“Stellantis potrebbe produrre in Italia la Stellina”, è questo il suggerimento lanciato dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, uno che di settore Automotive ha una certa dimistichezza visto che è stato per anni leader della Fiom, branca dei metalmeccanici sempre della CGIL.

Parlando al Corriere della Sera, Maurizio Landini ha approfondito diversi argomenti relativi alla situazione di Stellantis in Italia. E quasi a voler spingere l’azienda a non lasciare l’Italia dal punto di vista produttivo, ha suggerito di produrre un veicolo ibrido quanto prima, suggerendo anche il nome, non si sa se in tono goliardico o seriamente.

La situazione precaria negli stabilimenti, tra sblocco dei licenziamenti e incentivi all’esodo

Il segretario della Cgil Maurizio Landini non è certo nuovo a uscite fragorose sugli argomenti più svariati del mondo del lavoro. E non poteva certo restarsene in disparte in una fase in cui ci sono due grandi novità che riguardano Stellantis nel presente, una interna all’azienda stessa ed una relativa a ciò che sta accadendo nel mercato del lavoro italiano.

Da settimane i vertici del colosso nato dalla fusione tra PSA ed FCA, hanno raggiunto accordi con i sindacati su base locale, per un programma di esodo dei lavoratori. Accordi che hanno previsto incentivi per i licenziamenti, da Melfi a Mirafiori o Grugliasco.

In altri termini, l’azienda offre un benefit a coloro che decidono da soli (ma dietro spinta dell’azienda) di lasciare il lavoro, magari perché prossimi alla pensione, ma no solo.

Anche i giovani accettano gli incentivi all’esodo

E così tra misure che il governo ha introdotto come l’incentivo del contratto di espansione o il classico strumento dell’isopensione, e soldi da girare ai lavoratori per spingerli alle dimissioni volontarie (a Melfi per esempio si parla di 75.000 euro lordi a lavoratore), l’organico dei dipendenti verrà ridotto.

Infatti, come alcune indiscrezioni provenienti dagli stabilimenti sottolineano, anche alcuni lavoratori giovani di assunzione, stanno decidendo di accettare le offerte di esodo incentivato.

Giovani che hanno magari deciso di cambiare lavoro, e con l’età giusta per trovarne un altro, sono evidentemente incentivati ad andarsene accettando il “premio”.

E poi c’è la storia dello sblocco dei licenziamenti, che magari non riguarda Stellantis come azienda, dal momento che sono ancora aperte le casse integrazioni ordinarie e Covid, entrambe molto utilizzate, ma che riguarda l’indotto.

Come nasce l’idea di Stellina da parte di Landini

Lo sblocco dei licenziamenti, soprattutto nel comparto meccanico e dell’Automotive, e gli incentivi messi a punto da azienda e sindacati,  hanno spinto Landini a parlare.

E proprio queste precarie situazioni hanno avvicinato Landini su temi di stretta attualità come la transizione ecologica e il mondo delle vetture elettriche. Novità che impattano sul settore dell’Automotive sia come tecnica che come lavoro, dal momento che per competenze, anche le modalità di lavoro negli stabilimenti cambierà drasticamente.

E il segretario generale della Cgil vede nella transizione elettrica una possibile scialuppa di salvataggio per l’occupazione negli stabilimenti.

Ma serve tirare dentro l’azienda Stellantis, a cui Landini chiede di produrre immediatamente un veicolo ibrido dal prezzo contenuto. Una utilitaria che potrebbe essere di vasto appeal per il mercato interno italiano ed europeo a tal punto da sovvertire il trend di licenziamenti che sembra essere in procinto di abbattersi forte sui livelli occupazionali di Stellantis.

Landini chiede a Stellantis di non lasciare l’Italia, magari producendo Stellina

Landini ha consigliato a Stellantis di non abbandonare l’Italia, perché in Italia si sanno produrre auto. Tesi questa di Landini, confermata anche da quello che si dice per esempio di Melfi (ma anche di Mirafiori), fabbriche di auto italiane che sono al top anche se paragonate a quelle dei competitor europei, sia interni a Stellantis che esterni.

“Quello che fanno le multinazionali, che rifiutano qualunque responsabilità sociale d’impresa, è inaccettabile. Guardiamo i fatti: in Italia abbiamo la capacità di produrre 1,5 milioni di auto all’anno, ne facciamo la metà e siamo il Paese con i mezzi più vecchi e inquinanti”, questo ciò che ha detto Landini mettendo in risalto alcune delle criticità tipiche degli stabilimenti Stellantis in Italia.

“Possiamo fare un accordo con Stellantis perché produca qui un’auto ibrida di fascia B, un’utilitaria verde a prezzi accessibili. Chiamiamola Stellina, se volete. E lo stesso per i seimila autobus elettrici previsti dal Recovery. Ma significa coinvolgere il governo con politiche industriali, non a pioggia”, così Stellantis tira dentro pure il governo.

“ In Italia dobbiamo discutere di come possiamo essere all’avanguardia facendo sistema, anche nell’auto. Serve un collegamento fra il piano per il Recovery e le politiche industriali, che un po’ manca. Non dobbiamo pensare a cosa succede domattina, ma ai prossimi cinque o dieci anni. Lasciare al mercato il compito di risolvere tutti i problemi significa andare a sbattere”, così il leader della Cgil ha sottolineato come adesso è il momento delle iniziative, con tutti i soldi del piano Next Generation EU per la crisi economica.

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