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Fiat 508 Balilla: storia e caratteristiche

Scopri alcune curiosità sulla Fiat 508 Balilla, un’auto che ha scritto un’epoca.

Fiat 508 Balilla
La Fiat 508 Balilla ad un raduno automobilistico (Screen shot da video vittorioinnocente)

La Fiat 508 Balilla è stata un’auto di motorizzazione di massa negli anni 30. Si trattava di una vettura dai costi relativamente contenuti, che poteva entrare nelle prospettive di acquisto di un vasto bacino di potenziali clienti. La sua presentazione avvenne al Salone dell’Auto di Milano del 12 aprile 1932. Il ciclo produttivo andò avanti fino al 1939.

Nel corso degli anni presero forma diverse versioni del modello, ma noi qui ci occupiamo di quelle relative alla fase iniziale del percorso commerciale. Il suo progetto coinvolse una figura geniale come quella di Dante Giacosa, ma insieme a lui entrarono in azione altri valorosi personaggi del tempo: Tranquillo Zerbi, Antonio Fessia, Bartolomeo Nebbia e compagnia bella.

Vettura compatta ed economica

La Fiat 508 Balilla era un’automobile compatta, dalle dimensioni molto contenute: 3140 mm di lunghezza, 1400 mm di larghezza, 1530 mm di altezza, 2300 mm di passo. Il tutto con un peso a secco di 685 chilogrammi, che non metteva in grosso affanno il motore scelto per la prima serie, la 508A. Questo cuore a quattro cilindri in linea a valvole laterali da 995 centimetri cubi di cilindrata sviluppava infatti una potenza molto contenuta: 20 cavalli a 3400 giri al minuto.

Ovvio che non ci si potesse aspettare le prestazioni di un bolide da corsa, del resto la missione era radicalmente diversa. Il livello più alto di velocità concretamente raggiungibile, secondo i dati ufficiali della casa automobilistica torinese, era di 80 km/h. L’energia veniva scaricata sulle ruote posteriori con l’ausilio di un cambio a tre rapporti più retromarcia, pensato per avere un adeguato livello di robustezza. Il contenimento dei costi di esercizio era, infatti, uno dei mantra progettuali.

Fiat 508 Balilla: dalla tipo A alla tipo B

La Fiat 508 Balilla era disponibile in versione berlina a due porte e in versione torpedo con carrozzeria in lamiera d’acciaio. In entrambi i casi i posti erano quattro. Il telaio era a longheroni e traverse, con rinforzo centrale a croce. La missione frenante era affidata a un impianto a tamburo. Per le sospensioni si fece ricorso a un ponte rigido, sia davanti che dietro, con molle a balestra semiellittica ed ammortizzatori idraulici.

Nel 1934 giunse la 508B, un’evoluzione del modello, che rimase sul mercato fino al 1937. In questo nuovo allestimento, che prese il posto del precedente, la Fiat 508 Balilla si presentava allo sguardo con una carrozzeria meno squadrata e un pochino più sinuosa di prima. Il cambio divenne a quattro marce più retromarcia, per affiancare il motore, potenziato a 24 cavalli a 3800 giri al minuto.

Verso prestazioni migliori

La velocità massima crebbe a 85 km/h, in un quadro prestazionale leggermente più incisivo, nonostante il peso a vuoto cresciuto a 710 chilogrammi nella versione berlina. In totale la vettura, tra tipo A e tipo B, prese forma in 112 mila esemplari. Un volume produttivo particolarmente alto per quel periodo storico.

A renderlo possibile ci pensarono le doti dell’auto e, soprattutto, il prezzo d’accesso non particolarmente alto: 10.800 lire. Per dare un’idea, la Fiat 509 costava quasi 8.000 lire in più. Della Balilla presero forma anche delle versioni scoperte. Sul suo telaio si scatenarono, col loro estro creativo, diversi carrozzieri, che diedero vita, talvolta, a realizzazioni davvero pregevoli.

Poi venne il turno della Fiat 508C “Nuova Balilla” da 1.1 litri (la Nuova Balilla 1100), che chiuse la serie, ma era una vettura radicalmente diversa dalle precedenti. Nel gergo comune perse infatti anche l’appellativo Balilla: la gente si limitava a chiamarla 1100.  La Fiat si era spinta oltre.

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