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Dalle auto elettriche ai piani decennali, il pensiero di Tavares

Il CEO di Stellantis quando parla fa sempre notizia e anche sulle auto elettriche imposte dall’alto o sui piani aziendali le sue esternazioni sono importanti.

stellantis

Carlos Tavares, ex Amministratore delegato dei Peugeot e adesso CEO di Stellantis si è fatto subito conoscere in Italia con la prima visita a Torino quando sollevò dubbi sulla sostenibilità dei costi produttivi in Italia. Il numero uno di Stellantis è quello a cui tutti chiedono spiegazioni sul futuro dell’azienda, soprattutto in Italia e sui piani produttivi del colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA.

Quando parla Tavare, le cose che dice sono sempre importanti, perché rappresenta l’azienda in tutto e per tutto. E il fatto che abbia confermato come per ogni singolo marchio del gruppo (ce ne sono 14), esiste un singolo piano aziendale decennale, è senza dubbio positivo. E non mancano da parte del CEO, esternazioni riguardanti l’elettrico, la nuova frontiera dei veicoli a cui anche Stellantis deve adeguarsi. E dalle parole di Tavares emerge più di qualche mal di pancia.

Per Stellantis ognuno dei 14 marchi sono importanti e vanno fatti crescere

In base a ciò che si legge su “Quattroruote”, l’azienda ha in fase di definizione il piano aziendale, o meglio i piani aziendali. A seguito della fusione infatti è inevitabile che occorra rivedere i processi produttivi e di marketing, perché una cosa sono i marchi singoli o le aziende ante fusione, cioè FCA da una parte e PSA dall’altra, ed un’altra è un gruppo così grande come Stellantis (parliamo del quarto produttore di auto del mondo).

Ogni marchio di Stellantis avrà un suo piano produttivo, un piano aziendale rivolto alla crescita, perché Stellantis ha l’idea di sostenere la crescita di ognuno dei suoi 14 marchi. Lo ha detto a chiare lettere proprio Carlos Tavares, il CEO di Stellantis durante la sua partecipazione ad un evento indetto da “Automotive News”.

“Stiamo dando una prospettiva di 10 anni a ogni responsabile di marchio, in termini di pianificazione e finanziamento del prodotto”, così ha parlato Tavare, riferendosi ai diktat che in maniera apicale sono stati dati ai vari responsabili di ciascun marchio che devono essere in grado di produrre piani sostenibili per il gruppo e su un lungo periodo di tempo.

“Amiamo tutti i brand e non si uccide ciò che si ama. E se li ami, dai loro una possibilità. Quanti marchi hanno un finanziamento di 10 anni per organizzare la crescita? Questo stiamo dando loro. Quindi hanno una possibilità. Se ce la faranno, li applaudiremo, Se perderanno, vedremo cosa fare”, più chiaro di così Tavares forse non poteva essere sottolineando come tutti sono importanti e tutti avranno la giusta considerazione, perché per Stellantis si tratta di una famiglia.

I piani industriali, nonostante siano spalmati per ciascuna azienda devono ancora essere approntati, e lo stesso manager portoghese lo sottolinea, giustificando il tutto per via della inevitabile crisi di questi mesi di pandemia, che però non ha fatto altro che amplificare la crisi del settore che già nel 2019 era acuta.

“Abbiamo bisogno delle giuste strategie, perché il mondo cambia velocemente. Ma ora stiamo partendo da una crisi, quindi stiamo prendendo il tempo necessario per preparare un piano strategico per il lungo periodo”, così si è espresso Tavares.

Il piano sarà potente e innovativo

Stellantis per il Ceo portoghese, “rappresenta la combinazione perfetta tra la forza di storiche Case automobilistiche e la mentalità aperta e flessibile di una squadra che vuole sposare il futuro, fare alcuni cambiamenti drastici e prendere decisioni molto coraggiose”, questo lo scenario aperto da Tavares, che aspetta anche notizie dai vari marchi e soprattutto dai vari stabilimenti perché in un programma di lungo respiro e decennale come quello che ha in mente Stellantis, devono entrare dentro tutte le varie componenti, dalla politica con i piani delle infrastrutture e dello sviluppo economico dei governi, ai sindacati in rappresentanza dei lavoratori.

E proprio sulla modernità delle iniziative, che devono rispondere al passaggio imponente del settore verso l’elettrico e sulla politica, Tavares ha di fatto bacchettato.

Sempre durante l’evento “Automotive News”, Tavares ha prodotto esternazioni forti proprio sull’elettrico e sull’operato dei governi su questa novità del mondo auto indirizzata verso la sostenibilità ambientale.  

“Il passaggio ai veicoli elettrici è una decisione calata dall’alto e imposta in qualche caso anche con brutalità dai governi nazionali”, una affermazione forte questa che ha prodotto Tavares, come si legge sulle pagine del Sole 24 Ore.

“Se offri una mobilità pulita accessibile solo agli acquirenti più abbienti, non avrai un impatto significativo sulle emissioni di carbonio. È difficile vendere un’auto a batteria da 30 mila euro quando le persone possono acquistare il corrispondente modello tradizionale a metà prezzo”, così il CEO lusitano ha messo in dubbio le politiche nazionali che favoriscono l’elettrico, ma con prezzi troppo elevati e con il rischio che le fasce meno ricche della popolazione siano tagliate fuori dalla mobilità sostenibile, continuando a virare verso le auto a combustione, meno costose ma più inquinanti.

La crisi dei microchip e il prezzo delle materie prime

E se di fatto Tavares suggerisce di cambiare strategia ai governi, per spingere il mercato verso l’elettrico, la preoccupazione per la crisi dei componenti quali i microchip, che sono alla base delle continue fermate degli stabilimenti, è importante.

 “Più a lungo durerà la crisi dei chip, più difficile sarà sostenere l’attuale modello di business dell’industria automobilistica” questo, lo stesso Carlos Tavares ha spiegato.

“La svolta elettrica è una scelta emotiva e piena di incognite”, ed il prezzo delle materie, che continuano a salire secondo Tavares deve essere preso in considerazione dai governi. In pratica non c’è solo la carenza di componenti che probabilmente avrà ripercussioni fino al 2022, anche se si parla di un miglioramento già nella seconda parte del 2021. Il rincaro delle materie prime è un altro problema che rischia di minare il futuro del settore.

Il passaggio all’elettrico, soprattutto se come sembra è l’obbiettivo di tutti i governi, deve essere attentamente monitorato, perché non bastano offrire sconti sulle rottamazioni dal momento che il prezzo delle auto, per tutte le problematiche prima illustrate, è notevolmente più alto e non per colpa della case costruttrici.

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