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Stellantis: in Basilicata rischio migliaia di esuberi, in Molise CIG

A rischio migliaia di lavoratori tra fabbrica, indotto e servizi a Melfi, mentre pure Termoli si aggiunge alla lista CIG.

Stabilimento Stellantis di Melfi

 

Situazione preoccupante quella che si sta vivendo nel gruppo Stellantis un po’ in tutta Italia. Lavoratori e sindacati sono in attesa dell’incontro del 15 aprile a Torino, un summit che servirà per avere chiarimenti sui programmi aziendali e per fugare tutti i dubbi di queste lunghe settimane tra mancati annunci e ricorso massivo alla Cassa integrazione.

Ed anche la stampa si occupa da vicino su questa situazione tra il preoccupante ed il pericolante. “Stellantis minaccia la Basilicata”, questo il titolo di un articolo di approfondimento del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

E nel frattempo alla lista di stabilimenti dove si ricorre alla Cassa integrazione si aggiunge anche Fca-Stellantis di Termoli in Molise.

Cosa sta accadendo alla ex FCA di Melfi

“La fusione Fca-Psa rischia di creare migliaia di esuberi tra la fabbrica, servizi e indotto”, questo ciò che mette in risalto la Gazzetta del Mezzogiorno.

Sembra che in base a ciò che si dice potrebbe essere la nuova politica di contenimento dei costi per gli stabilimenti italiani di Stellantis, circa 2.000 lavoratori rischiano il loro posto di lavoro. La paventata riorganizzazione degli stabilimenti italiani, dove i vertici di Stellantis hanno evidenziato cisti troppo elevati, potrebbe produrre questo effetto che toglie il sonno a migliaia di famiglie di lavoratori dello stabilimento di Melfi in Basilicata.

Razionalizzare i costi l’obbiettivo

Ciò che di prepara in Stellantis per quanto riguarda gli stabilimenti dislocati sul territorio della Penisola italiana è un abbattimento dei costi a due teste. La prima è quella di ridurre gli sprechi sui servizii, o almeno quelli che vengono così reputati dei vertici del gruppo. La seconda invece, riguarda l’internalizzazione di alcuni servizi, fino ad oggi affidate a ditte esterne.

Si tratta di un numero altisonante di potenziali soggetti che si troverebbero senza lavoro. L’area industriale di Melfi effettivamente è tra i poli occupazionali più importanti e decisivi per l’economia della Regione.

E 2.000 posti a rischio non sono una cosa da poco se si pensa che è la stessa forza in termini di occupazione che in Basilicata occupa il settore petrolifero, altro comparto rilevante in Regione. Ma 2.000 potenziali esuberi sono un dato previsionale sovrastimato. Per esempio dalla Uilm a voce di Marco Lomio lo scenario è leggio delle previsioni.

“Duemila posti persi sono una previsione ottimistica perché se il progetto di Stellantis venisse confermato a rischio sarebbe l’intera area industriale di Melfi che potrebbe perdere la metà dei suoi 11mila addetti. È evidente che se così fosse la Basilicata sarebbe una regione finita. Serve che questo paventato progetto che, poi, contrasta con le ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato Manley, il 15 aprile venga smentito”, queste le parole del sindacalista della Uilm, come si legge sulle pagine del quotidiano.

E pure dalla Uil Tucs i commenti sono i medesimi con conteggi specifici sui tagli che allarmano e non poco.

“In quei duemila posti a rischio ci sono posti già tagliati, cioè  quelli delle pulizie, con il 50 per cento di tagli lineari rispetto al perimetro contrattuale. Quelli della raccolta rifiuti anch’essi con il 50 per cento di tagli dovuti alla riduzione dei passaggi di raccolta e quelli degli addetti alla mensa, con il 15 per cento di tagli. Riduzione di posti che sono già stati decisi. C’è, poi, la logistica, che conta più di 600 persone e che vogliono internalizzare e l’ipotesi di stop di una linea di produzione a Melfi che corrisponde a più di mille addetti. Se tagli le attività in produttività, a caduta, c’è una riduzione sull’indotto che è stata stimata intorno alle 2.000 unità. È una situazione allarmante. Una partita che non si gioca solo in Basilicata. Nei fatti, con il piano Tavares è più dolorosa la cura che la malattia, perché ha già tagliato posti di lavoro in Basilicata”, questo il pensiero di Donato Rosa di Uil Tucs.

“Togliere 2.000 posti di lavoro significa chiudere la Regione. Ogni Paese lucano ha un numero di cittadini che lavorano nello stabilimento di Stellantis e portano economica in quel paese. Sarebbe devastate l’impatto di 2.000 posti di lavoro in meno, per questo ci aspettiamo che tra Comune di Melfi e Regione si mettano in campo delle convenienze allocative, con una riduzione di gestione di Tasi e Imu. Servono misure che rendano attrattivi i territori”, così ha completato il discorso Donato Rosa, estendendolo anche all’economia interna della Regione.

Le iniziative si susseguono

I sindacati si muovono e monitorano la situazione. Una iniziativa già avviata è quella che riguarda la richiesta delle parti sociali di fare partecipare al Consiglio Comunale straordinario convocato per domani a Melfi dalla locale Amministrazione cittadina, tutti i sindaci lucani, proprio a dimostrazione del fatto che le questioni e le relative preoccupazioni del sito produttivo di Melfi interessano tutta la Regione (anche se in località San Nicola, dove è situato lo stabilimento ex FCA a Melfi, lavorano molti pugliesi e campani vista la vicinanza con le due Regioni del Mezzogiorno).

L’importanza della partecipazione dei primi cittadini di tutta la Regione potrebbe dare maggiore importanza ad un Consiglio comunale che sarà aperto, cioè saranno ascoltate anche le istanze dei presenti che vorranno intervenire, anche se verrà svolto nella sicurezza che la situazione Covid richiede.

Per permettere a tutti di seguire il Consiglio Comunale che all’ordine del giorno ha proprio la situazione dell’area Industriale di San Nicola di Melfi, è stata già prevista la diffusione in streaming attraverso la quale si potrà seguire la riunione on line.

Invitati a partecipare, oltre ai già citati sindaci, anche a distanza, tutti i parlamentari della Repubblica lucani, tutti i rappresentanti di maggioranza ed opposizione in Consiglio Regionale di Basilicata, i rappresentanti sindacali e i rappresentanti degli industriali, compresa naturalmente Confindustria.

Ed in Molise inizia la Cassa integrazione

A Melfi, dove statistiche alla mano da anni si effettua il 60% della produzione di FCA di tutto lo Stivale, la situazione è praticamente in ebollizione, ma altrettanto lo è in diverse altre località dove Stellantis ha i suoi stabilimenti in Italia.

Da giorni balzano all’attenzione dei media le vicissitudini di Mirafiori, Termini Imerese, Grugliasco e così via. Adesso anche dal Molise iniziano ad arrivare alcune avvisaglie. E si parla di ipotetico ridimensionamento anche allo stabilimento  FCA-Stellantis di Termoli, dove parte il ricorso agli ammortizzatori sociali. Nello specifico la Cassa integrazione è scattata per l’area cambi e trasmissioni del locale stabilimento Stellantis.

Anche in Molise lo stabilimento rappresenta il maggiore polo produttivo privato dell’intera Regione ed anche lì monta la preoccupazione. Le indiscrezioni sullo stabilimento molisano di Rivolta del Re sembrano sottolineare come la linea produttiva che da sempre è il vanto dell’intera regione, quella del modello VCM, potrebbe essere ridimensionato o messa in discussione.

E la Cassa integrazione guadagni per l’area cambi e trasmissioni che partirà da domani 13 aprile e si protrarrà fino al 25 aprile è un segno che i tempi stanno cambiando.

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