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Le Case all’Unione europea: servono 3 milioni di punti di ricarica elettrica

Dice l’Acea (Associazione Costruttori in Europa): sì a obiettivi severi sulle emissioni, ma con infrastrutture adeguate

punti di ricarica elettrica

L’Unione europea in pressing a più non posso a favore dell’auto elettrica. Anche per l’ambiente. L’Acea (Associazione Costruttori auto in Europa) ora si dice disponibile ad accettare limiti alle emissioni di CO2 sempre più restrittivi imposti dall’Ue. Ma c’è un ma. Servono impegni vincolanti per i singoli Stati nella realizzazione di stazioni di rifornimento: servono 3 milioni di punti di ricarica elettrica. E anche stazioni di rifornimento per veicoli alimentati a idrogeno.

  • Nell’Ue sono in funzione 225.000 punti di ricarica elettrica pubblici.
  • Serviranno almeno 3 milioni per raggiungere l’obiettivo concordato nel 2019 di tagliare le emissioni di anidride carbonica del 37,5% entro il 2030. E ancor di più nel caso in cui il target venga alzato al 55%.

Perché se puoi fare rifornimento quando viaggi, allora l’auto elettrica non è più un oggetto da città, ma anche per lunghi spostamenti. Grazie a colonnine anche con ricarica veloce.

La fonte della nota stampa è il comitato direttivo Ace: composto dagli amministratori delegati dei principali operatori del settore. Ecco l’auspicio: l’imminente revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni si basi su rigorosi obiettivi di implementazione di un’infrastruttura a livello comunitario. Il tutto, in una riforma della normativa sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (Afid).

Punti di ricarica elettrica: la palla passa ai Governi

Attenzione poi: le Case auto impiegano grandi risorse per le auto elettriche. “Gli enormi investimenti del nostro settore in veicoli a propulsione alternativa stanno dando i loro frutti: lo sostiene Oliver Zipse, presidente dell’Acea e numero uno della BMW. Con un dato: l’anno scorso, quasi un’auto su 10 immatricolata nell’Ue era ricaricabile.

La palla passa a ogni singolo Paese. Dovrebbe implementare un quadro giuridico che agevoli la rapida realizzazione di reti per le ricariche domestiche. E nei luoghi di lavoro. Il successo dell’obiettivo generale di riduzione delle emissioni di CO2 del settore dei trasporti dipende fondamentalmente dalla disponibilità di adeguate infrastrutture.

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