Dal dieselgate del 2015 è stato un susseguirsi di date per bloccare le endotermiche. Con città che hanno fissato un addio alle macchine più inquinanti. In vista del futuro elettrico. Adesso, per lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel, 9 Stati chiedono una data all’Unione europea.
Si domanda un calendario preciso per vietare la vendita di veicoli più inquinanti sull’intero territorio comunitario. A chiederlo, in una lettera inviata alla Commissione europea, Austria, Belgio, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta e Olanda.
Il tutto, nell’ottica di politiche ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra generate dal mondo dei trasporti dice la missiva. Un cronoprogramma servirebbe a fissare la graduale eliminazione di vetture e veicoli commerciali leggeri con motori endotermici: per il passaggio all’elettrico. La famigerata transizione verde, la transizione energetica.
“Nella veste di legislatori, dobbiamo inviare segnali chiari ai produttori di automobili e ai consumatori di tutta l’Unione Europea”, ha affermato Dan Jørgensen (Danimarca), ministro per il Clima.
Che la linea sia ferrea sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel, lo dimostra una bozza di legge creata a Bruxelles fervono: una nuova normativa che stabilirà limiti ancor più stringenti per le emissioni di CO2. Presentato a giugno 2021. Rientra in un più ampio pacchetto di misure volto a consentire al blocco comunitario di ridurre, per il 2030, i gas serra di almeno il 55% rispetto al 1990. Target: neutralità carbonica entro il 2050.
Normative che suscitano polemiche: le Case chiedono tempo. Specie in pandemia. C’è chi reclama la necessità di vendere endotermiche per investire i proventi nell’elettrico. Urgono anche incentivi statali forti e strutturali per spingere le vendite. Altrimenti il rischio è che le elettriche siano vetture per pochi: costano parecchio. In più, urgono colonnine di ricarica, ovunque, in una rete capillare.