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In casa Ferrari non c’è spazio per l’approdo in IndyCar

Cambiano i piani a Maranello: la migrazione di Simone Resta in Haas è utile per rientrare nel budget cap, niente da fare per l’IndyCar

Vettel
Sebastian Vettel potrebbe ritrovare quegli stimoli mancanti proprio in Aston Martin

Se l’idea di avere la Ferrari come terzo fornitore di motori per la serie americana dell’IndyCar stuzzicava non poco, bisogna togliersela dalla testa. Sembra ormai praticamente certo che la questione non subirà sviluppi visto che appare assolutamente certo che la Scuderia abbia abbandonato l’idea di migrare in America per sfruttare quell’esubero di lavoratori derivanti dalle ristrettezze imposte dal nuovo budget cap in Formula 1.

Non ci saranno quindi attività di diversificazione: oltre all’ovvio impegno in Formula 1 rimarrà comunque l’importante impegno nella categoria GT del Mondiale Endurance gestito da Antonello Coletta. Probabilmente in futuro si potrebbe magari ragionare su una possibile volontà di puntare al ritorno verso la vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans.

La riduzione dei costi

L’arrivo della prima soglia di budget cap prevista proprio per il prossimo anno produrrà in ogni caso qualche taglio e una conseguente revisione dell’organico. Pare che non saranno praticati licenziamenti ma piuttosto delle migrazioni. È questo il caso di Simone Resta che andrà a rimpolpare la Haas dopo essere ritornato in Ferrari ad agosto 2019 dopo una parentesi in Sauber. In questo modo, per Resta così come eventuali altri, sarà mantenuto il contatto con l’ambiente del Circus per magari focalizzare la questione ad un futuro rientro a Maranello. In ogni caso il ruolo di Simone Resta in Haas servirà a rendere ancora più corposa la collaborazione tra la Scuderia e il team americano.

La mossa di far migrare Simone Resta in Haas, oltre che dovuta a una più oculata gestione dei costi, fornirebbe maggiore snellezza alla Gestione Sportiva. Un secondo passo dopo l’abbandono dell’organizzazione orizzontale della GES di qualche mese fa, fortemente voluta da Marchionne a suo tempo. Sembrerebbe poi che in casa Haas ci sia la volontà di interrompere la collaborazione con la Dallara, che finora ha prodotto le scocche e la componentistica aerodinamica a Varano de’ Melegari, per una completa migrazione in Inghilterra dell’intero team che in questo modo avrebbe come interlocutore principale esclusivamente la Scuderia di Maranello.

In questa nuova impostazione si capisce bene che l’idea di pensare alla IndyCar appare ormai relegata al passato. Il personale in esuberò contribuirà a rimpolpare i team con cui vige una stretta collaborazione: la stessa Haas e l’Alfa Romeo Racing.

In Ferrari sono attesi altri tecnici

Con Simone Resta che migra in Haas e con le sue responsabilità passate a Enrico Cardile, pare chiaro che a Maranello c’è bisogno di un tecnico che sia in grado di gestire le progettualità per la monoposto dei nuovi regolamenti in arrivo nel 2022. A questo punto, bisognerà pur pensare a qualche altro tecnico capace di rafforzare il reparto rimasto orfano di Resta perché appare assolutamente impensabile che Enrico Cardile possa sobbarcarsi le problematiche derivanti da una doppia responsabilità di tale portata.

Alfa Romeo Sauber Simone Resta
Simone Resta

Pare siano in arrivo un tecnico telaista e un motorista che risulterebbero in gardening presso i team di provenienza. In questo modo risulteranno già attivi a partire dal prossimo anno. Non esistono però indiscrezioni sui nomi che potrebbero comparire nella rosa dei tecnici di Maranello il prossimo anno, sebbene potrebbero giungere presso la Scuderia tecnici ex Mercedes o Red Bull che per forza di cose dovranno anche loro puntare a riduzioni di budget tagliando anche qualche tecnico. Di certo la migrazione di Simone Resta è il primo passo verso un rifacimento complessivo della GES Ferrari. Il 2022 è in attesa mentre il 2021 dovrà servire per dimenticare il disastro di quest’anno.

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