Dall’Estremo Oriente con furore: Tesla prosegue l’invasione in Cina. Dal 2021 produrrà caricatori e colonnine nel Paese del Dragone. Lo dicono i documenti presentati alle autorità di Shanghai, secondo la Reuters. C’è l’intenzione di Elon Musk di sviluppare i servizi di ricarica nel più grande mercato automobilistico del mondo, quello della Grande Muraglia.
Tesla prosegue l’invasione in Cina: perché
Qui infatti, in un mercato in enorme espansione che s’è ripreso dopo il Covid, con il regime cinese che è riuscito a sconfiggere in modo brillante il coronavirus, la Casa californiana sta registrando lusinghieri risultati di vendita. La Tesla Model 3 è una reginetta. La versione più economica di questa berlina costa intorno ai 270mila yuan, sui 39mila dollari. La macchina è prodotta a Shanghai: questo la rende molto più economica rispetto allo stesso modello d’importazione statunitense. Siamo attorno al 30 per cento in meno.
Ora si aspetta la Model Y per divenire ancora più penetranti in un Paese che crede tantissimo nell’elettrico. I lavori per lo stabilimento adibito alla produzione delle stazioni di ricarica finiranno a febbraio 2020: Tesla e Cina poi hanno il pregio di rispettare le scadenze. E la capacità prevista è di 10.000 unità all’anno. Parliamo di Supercharger di ultima generazione, i V3 da 250.
Da Tesla investimenti e occupazione
La Cina vede di buon occhio la Tesla. Che porta investimenti e occupazione. Il tutto vicino alla Gigafactory cinese, a Shanghai, un gioiello tecnologico. Da qui poi Tesla esporta in Europa: un trampolino di lancio formidabile per invadere anche il Vecchio Continente, magari pure con una piccola in futuro.
Ovviamente, la scelta della Cina è legata agli incentivi che il Governo cinese ha messo o metterà a disposizione dell’industria dell’automobile. Per aumentare la diffusione dei veicoli elettrici. E per implementare una struttura di punti di ricarica presenti lungo tutta la nazione.