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Il secondo appuntamento del Bahrain si corre sul tracciato esterno: cosa cambia e cosa può apportare alla Formula 1

Il tracciato esterno del Bahrain possiede un’impostazione pseudo ovale, sarà probabilmente il più veloce di sempre, vediamo cosa cambia

Bahrain

Con l’ufficializzazione dei nuovi Gran Premi che andranno a realizzare il calendario da 17 GP complessivi in questa stagione 2020 di Formula 1, tra le conferme c’era già il doppio appuntamento del Bahrain che anticiperà la chiusura di campionato in programma ad Abu Dhabi. Tuttavia, come avevamo discusso qualche settimana fa qui, si è appreso adesso che il secondo appuntamento del Bahrain sarà denominato Gran Premio del Sakhir e si disputerà su un tracciato inedito svelato in queste ore dalla Formula 1.

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Il 6 dicembre, l’evento in programma in Bahrain, si disputerà infatti sul tracciato esterno a quello canonico detto appunto out track finora mai utilizzato durante gli appuntamenti delle competizioni internazionali. Sarà quindi una primissima volta che un evento di grossa portata, come un Gran Premio di Formula 1, calcherà l’asfalto del tracciato esterno del Sakhir. La cosa interessante è che la conformazione risulta pseudo ovale con lunghi rettilinei raccordati da un solo tratto guidato per un totale di 3 chilometri e mezzo percorribili in poco più di 55 secondi in qualifica, almeno sulla base delle recenti simulazioni. Non è un caso quindi che per riuscire a rispettare la soglia della distanza totale pari a 305 chilometri, saranno disputati ben 87 giri.

Il secondo più corto nel calendario

Il tracciato risulterà quindi il secondo più corto all’interno del calendario, o meglio il primo quest’anno visto che si trova alle spalle del tracciato di Montecarlo che nel 2020 ha cancellato l’appuntamento stagionale. Le curve in totale forniscono un numerico di undici cambi di direzione. I piloti utilizzeranno il circuito classico fino alla Curva 4 evitando tutta la sezione del misto centrale per raccordarsi sul rettilineo del terzo settore.

Pare ovvio che la conformazione del tracciato prevede un’impostazione aerodinamica a basso carico, come ha ammesso lo stesso Sheikh Salman che dirige il Bahrain International Circuit: “è una conformazione a basso carico aerodinamico. Non compariamo questo tracciato con Monza ma ci sarà bisogno di un assetto molto scarico. Dopo differenti valutazioni abbiamo scelto questa particolare configurazione perché ci sembrava quella più interessante dal punto di vista dello spettacolo”, ha detto. Si punta, a tal proposito, ad avere ben tre zone DRS per sfruttare i lunghi rettilinei e creare ulteriori possibilità di sorpasso.

Ross Brawn tra i più entusiasti

Tra i più entusiasti per la scelta di correre sul tracciato esterno del Bahrain c’è sicuramente Ross Brawn. Il managing director della Formula 1 è sempre stato uno dei più convinti sostenitori di questa possibilità offerta dal tracciato del Bahrain. D’altronde Brawn ha ammesso che bisognava fare qualcosa di diverso invece che correre un secondo Gran Premio sul medesimo tracciato una volta giunti in Bahrain: “sarebbe stato più facile non fare nulla di nuovo”, ha spiegato Brawn. “Ma sentivamo fortemente di avere la pista e l’opportunità di farlo. Alla fine siamo qui per i tifosi e per dare un grande spettacolo. Crediamo che un layout diverso, una settimana dopo la prima gara, sia una cosa eccitante per i nostri fan e aggiungerà ulteriore enfasi prima della gara”.

Ross Brawn
Tra i più grandi sostenitori della soluzione relativa al tracciato esterno del Bahrain c’è proprio Ross Brawn

Poiché il Bahrain è l’unico luogo del calendario attuale della Formula 1 che dispone di layout alternativi omologati agli standard della Formula 1, Brawn ha detto che la decisione di considerare il tracciato esterno era basata sulle prospettive di produrre una gara emozionante. “Abbiamo considerato tutte le opzioni e siamo giunti alla conclusione che la pista esterna forniva un forte mix di velocità, tempi sul giro molto veloci e una differenza abbastanza rilevante rispetto al circuito internazionale per organizzare una gara emozionante per tutti i nostri fan e dare ai piloti una nuova sfida”, ha aggiunto. “Penso che sia la scelta migliore e quella che piacerà a tutti quando correremo in Bahrain questo dicembre. Il grande vantaggio del circuito del Bahrain è che entrambi i layout hanno lo status di Grado 1 FIA, quindi sembrava la cosa migliore per pensare ad un layout alternativo. In Formula 1, come abbiamo visto negli ultimi mesi, tutto può essere ottenuto quando si vuole”.

La volontà di correre sul circuito esterno del Bahrain è l’ultima di una serie di audaci decisioni che hanno condotto la Formula 1 verso la scelta di nuovi tracciati. Se si pensa che in giugno l’ipotesi proposta da Ross Brawn era stata giudicata irrealizzabile, allora viene anche da sorridere.

Fascino e record

Il fatto di poter correre su un layout così particolare, a tratti estremo, risulta un fattore particolarmente affascinante per questa Formula 1 che in un anno difficile per tutti si è reinventata e ha saputo dimostrare che si può se si vuole. Di certo giungere in Bahrain con la volontà di correre su un tracciato con queste caratteristiche è una cosa fortemente impattante e diversa per questa Formula 1.

Si tratta di un layout che non è mai stato destinato alle monoposto da Gran Premio e per questo offrirà qualcosa di unico. Un layout corto ad alta velocità dovrebbe essere necessariamente divertente. Per alcuni piloti bisognerà combattere con le incognite legate agli pneumatici: con quelle curve veloci a destra significa che la gomma sinistra subirà un vero stress. In tal senso i due appuntamenti di Silverstone, quest’anno, hanno mostrato quanto possano essere eccitanti le cose quando le gomme sono un mal di testa da gestire.

Al di là delle specifiche di un layout entusiasmante e completamente nuovo, tuttavia, la chiamata della Formula 1 ad andare avanti con il piano del tracciato “quasi ovale” dimostra che Liberty Media sta mantenendo le sue promesse di provare a scuotere le cose. Ne è dimostrazione la scelta del calendario di quest’anno con ingressi come Mugello, Imola, Algarve e Istanbul Park. Nella scelta dei tracciati non è stato praticato un gioco conservativo. La Formula 1 avrebbe potuto facilmente optare per la soluzione vista in Formula E, ovvero disputare sei gare su un trio di piste sicure in Europa per portare a termine i suoi 18 eventi. Invece ha fatto delle scelte coraggiose, bisogna ammetterlo.

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Il fatto che questa Formula 1 sia disposta a spingere oltre ogni cosa le proprie scelte fa ben sperare per tutte quelle cose che il Circus potrebbe essere disposto a fare in futuro. Col tracciato pseudo ovale del Bahrain la Formula 1 vira verso scelte più entusiasmanti.

Ma con un tracciato così corto e l’ipotesi di realizzare giri veloci in circa 55 secondi, potrebbe essere definitivamente battuto un più che longevo record che resiste da 46 anni. Se le simulazioni venissero confermate, allora il tempo sul giro che sarà realizzato al Gran Premio del Sakhir sarà il più veloce di sempre. Fino ad oggi infatti il tempo più veloce nella storia della Formula 1 venne registrato da Niki Lauda nel 1974 a Digione, dove si correva il Gran Premio di Francia. Il tempo di allora era inferiore ai 60 secondi; l’austriaco fermò il cronometro a 58,79 secondi fissando il primo e unico tempo sul giro inferiore al minuto nella storia della Formula 1. Durante il medesimo appuntamento è stato anche realizzato il tempo sul giro in gara più veloce di sempre, pari ad 1 minuto netto realizzato da Jody Scheckter con la Tyrrell. Anche in questo caso il Sakhir dovrebbe riuscire a infrangere tale dato. Ma il tracciato di Digione venne giudicato ben presto troppo corto per un Gran Premio di Formula 1 tanto che dal 1977 iniziò a disporre di un giro in più che ha raddoppiato i tempi sul giro.

Negli ultimi anni il Red Bull Ring ha progressivamente scalato l’ordine dei tempi sul giro più veloci, aiutato dalle crescenti prestazioni delle vetture e da un rifacimento, nel 2016, della sede del Gran Premio d’Austria. In effetti, l’evento del d’Austria di quest’anno ha guadagnato il quinto posto nella lista di tutti i tempi grazie al tempo della pole di 1m02.939 stabilito da Valtteri Bottas. Nella top 10 rientrano anche i GP d’Austria 2019 e 2018.

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In ogni caso non è la prima volta che il tracciato del Bahrain vira sull’utilizzo di una differente configurazione tanto che nel 2010 aveva utilizzato un tracciato più lungo di circa 6,3 chilometri rivelatosi poi poco interessante. Non ci resta che attendere il prossimo 6 dicembre per comprendere come andranno realmente le cose alla prova dei fatti.

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