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Anno 2020 spartiacque automotive

Lo dice l’Unrae (Case estere), nella sua analisi del 2019

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L’anno 2020 spartiacque automotive: questa la tesi di Andrea Cardinali, direttore generale Unrae (Case estere), nella sua analisi del 2019. Perché il 2020 è l’anno del Covid, è destinato a fare da separatore. Come e più di quanto lo siano stati il 2001 con l’attentato alle Torri Gemelle e il 2008 con il crack di Lehman Brothers.

Anno 2020 spartiacque automotive: facciamo un passo indietro

Già prima della pandemia, il settore automotive stava andando incontro a una fase di grande complessità, spiega l’Unrae. Caratterizzata da quella “tempesta perfetta”, evidenzia Cardinali, che alcuni analisti hanno delineato nell’incrocio fra transizione energetica e mutazione della domanda. Un “deserto dei profitti” all’orizzonte. Causato dagli enormi investimenti sostenuti e dall’entrata in vigore, proprio nel 2020, delle sanzioni legate agli stringenti limiti europee sulle emissioni di CO2.

Vediamo l’Italia coi dati dell’Unione Case estere: alla vigilia del lockdown, il mercato italiano mostrava ormai evidenti avvisaglie di una crisi latente in tutti i comparti. Dopo aver archiviato un 2019 in stagnazione per le vetture (+0,3%) e in lieve crescita per i veicoli commerciali (+4%), ma già in calo deciso per veicoli industriali, rimorchiati e autobus (circa -8%).

Il bilancio del 2019: auto in Italia

Dopo il minimo storico toccato dal mercato nel 2013 con 1.305.000 auto immatricolate, gli acquisti hanno ripreso a crescere stabilizzandosi nel 2019 a 1.917.000 unità (+0,3%). La benzina nel 2019, spiega l’Unrae, torna market leader. A scapito del diesel penalizzato dalle campagne di demonizzazione e dai blocchi alla circolazione, che scende a sfiorare la soglia del 40% di quota di mercato. Prosegue, invece, l’ascesa delle vetture elettrificate (HEV, BEV e PHEV) che nel complesso nel 2019 hanno coperto il 6,6% delle preferenze degli italiani.

Parco circolante nel nostro Paese

A fine 2019, il parco circolante delle auto ha raggiunto 38.360.000 unità. Con una quota ancora molto alta di auto obsolete da Euro 0 ad Euro 3 (30%). Se aggiungiamo le non più giovani Euro 4, arriviamo a superare abbondantemente la metà del parco (58%). Per le vetture, l’età media si attesta intorno agli 11 anni e mezzo, per i veicoli industriali con peso oltre 3,5 tonnellate è di 13,6 anni, per gli autobus di poco meno di 12 anni, tutti dati superiori alle rispettive medie europee. Non resta che attendere gli ecobonus.

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