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Ad agosto l’auto che lavora: Marchionne docet

Si ragiona sulla proposta di Confindustria

marchionne

Ad agosto l’auto che lavora: Marchionne docet. Nel 2013, durante una lezione tenuta all’Università Bocconi di Milano, il grande e rimpianto Sergio Marchionne raccontò un aneddoto relativo ai suoi primi giorni di lavoro alla Fiat. Siamo ai primi di agosto del 2004. Questo discorso è passato alla storia per la celebre frase: “In ferie da cosa?”. Sentiamo Marchionne: “Nell’agosto del 2004 perdevo 5 milioni di euro al giorno, sono entrato in azienda e in ufficio non c’era nessuno. Mi è stato detto che il personale era tutto in ferie, e io mi son chiesto: ma in ferie da cosa?”. Adesso, dopo la pandemia, ci sono aziende (anche nel settore auto) che non chiudono ad agosto: la proposta lanciata a metà giugno da Confindustria ha raccolto consensi sul territorio.

Ad agosto l’auto che lavora: Marchionne docet

Sono numerose le realtà che hanno stretto accordo con i dipendenti per posticipare le ferie e non fermare la produzione durante il mese centrale dell’estate. Ora, coi 50 milioni di euro per gli incentivi dell’auto, e col possibile miliardo di euro del decreto Agosto, c’è da chiedersi cosa fare. Ad agosto chiudere un’attività legata all’auto? Più no che sì. Anche se ognuno poi si regola ovviamente sulla scorta di propri desideri ed esigenze.

Senza drammatizzare, senza esagerare, ma può essere opportuno recuperare il terreno perduto. C’è chi è dovuto restare chiuso dal 25 marzo al 4 maggio 2020, causa pandemia di coronavirus. È chiaro che poi le aziende dovranno ripagare i sacrificio dei dipendenti: garantire quanto più possibile i livelli occupazionali. E se e quando possibile in futuro, premiare.

Le ferie dei magnifici anni 1980: cambiamenti epocali

Tutto cambia, e anche in fretta. Nei magnifici anni 1980, ci si concedeva il lusso di ferie bellissime e lunghissime: era un’Italia in crescita prepotente, con economia solida. Oggi, dopo mille cambiamenti d’ogni genere, e le batoste della crisi del 2007 e della pandemia del 2020, va fatta una riflessione. “In ferie da cosa?”.

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