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Noleggio auto: il coronavirus ha colpito pesantemente l’intero settore

Le immatricolazioni del noleggio a lungo termine sono calate del 73% nel periodo marzo-aprile-maggio 2020

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Durante la presentazione del 19º rapporto dell’ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici), il presidente Massimiliano Archiapatti ha dichiarato che la pandemia ha rappresentato una sorta di tsunami per il settore automobilistico.

Nel 2019, le auto in affitto e in condivisione hanno raggiunto una quota pari a 1,2 milioni di veicoli in circolazione. Si tratta di un aumento di 100.000 unità rispetto all’anno precedente con un fatturato di 7 miliardi di euro (+8%).

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Noleggio auto, lo Stato ha perso 1 miliardo di euro tra IVA e tasse

Noleggio auto: ANIASIA rivela una perdita di 155.000 nuove vetture e veicoli commerciali persi in 90 giorni

Per quanto riguarda le immatricolazioni, si è raggiunto il numero di 500.000 veicoli con il 25% del mercato nazionale e un valore record di 11 miliardi di euro spesi per acquistare nuovi mezzi. Dopo un inizio 2020 abbastanza positivo, l’emergenza coronavirus ha stravolto completamente il settore del noleggio.

Nel trimestre marzo-aprile-maggio di quest’anno, le immatricolazioni del settore si sono praticamente fermate. Il rapporto stilato dall’ANIASA afferma che si sono perse 155.000 nuove auto e veicoli commerciali in 90 giorni. Tali cifre equivalgono a un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro e 1 miliardo di entrate in meno per lo Stato fra IVA e tasse varie.

Il noleggio a breve termine è stato colpito maggiormente prima delle vacanze pasquali e per quelle estive, con vendite diminuite del 98% nel trimestre di riferimento rispetto allo stesso periodo del 2019. Le immatricolazioni del noleggio a lungo termine, invece, sono calate del 73% nei tre mesi precedentemente riportati.

Massimiliano Archiapatti ha detto: “A quasi quattro mesi dall’inizio della pandemia, sconcerta la totale assenza di attenzione da parte del governo per due filiere strategiche per l’Italia. Ossia l’auto e il turismo, che rappresentano rispettivamente l’11% e il 16% del PIL. Senza interventi concreti, la crisi economica fermerà gli acquisti di nuove vetture, provocando il collasso del mercato e rallentando il rinnovo del nostro parco circolante nazionale. Si tratta di 38 milioni di veicoli, il secondo più anziano d’Europa, col 30% del circolante ante Euro 4, cioè con oltre 14 anni di anzianità. Per questo, chiediamo l’estensione dell’Ecobonus alle vetture usate con standard di emissioni Euro 6 a seguito di rottamazione di veicoli Euro 0, 1, 2, 3 e 4“.

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