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Alfa Romeo Brera, storia e incomprensioni

Quella dell’Alfa Romeo Brera è una storia molto particolari, si tratta di una coupé molto particolare ed interessante ma poco apprezzata da pubblico e stampa

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È una storia particolare quella che coinvolge l’Alfa Romeo Brera, una coupé bellissima nata da un lavoro stilistico proveniente dalla matita di Giorgetto Giugiaro. L’idea di dare vita alla Brera, che fu concretizzata con l’avvio della commercializzazione a partire dal 2005, divenne realtà dopo che in casa Alfa Romeo cessò la produzione della nota GTV. Quindi Giugiaro porta al Salone di Ginevra del 2002 un concept che avrebbe chiarito la direzione intrapresa tre anni dopo da questa bella coupé. Ma la Brera non venne capita a fondo.

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L’obiettivo centrale nella progettazione dell’Alfa Romeo Brera era quello di realizzare una 2+2 dotata di una linea dinamica, che potesse quindi coniugare sportività ed eleganza. Si può dire che la Brera partiva con ottimi auspici visto che già a Ginevra nel 2002 aveva vinto il “Best of Show”, medesimo riconoscimento ottenuto al Concorso di Eleganza di Villa d’Este nello stesso anno seguito da due ulteriori premi ricevuti al Challenge Bibendum sempre nel 2002. Nel 2004 è invece la volta del Compasso d’Oro.

Stile unico

Si può dire che la Brera possedeva uno stile unico davvero, moderno anche quindici anni dopo il suo debutto del 2005. Giugiaro aveva tirato fuori dal cilindro una coupé elegantissima dallo stile eccezionale. La Brera presentava dimensioni contenute in lunghezza, appena 441 centimetri, che diventavano ben 183 in larghezza e 137 in altezza. Elementi che fornivano alla coupé un aspetto molto dinamico rendendo la vettura visivamente ben attaccata all’asfalto già dalla prima sensazione visiva. Il cofano allungato ne slanciava la linea.

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Il muso si presentava molto interessante, caratterizzato dai sei proiettori (tre per lato) di chiara derivazione 159. I tre proiettori per lato si legavano allo scudo centrale grazie ad un profilo sottile e cromato che ne aumentava l’eleganza. Anche dentro la Brera risultava molto elegante col grande tetto in cristallo che illumina un ambiente spazioso e ben costruito. Il lunotto posteriore a punta sul portellone bombato è un ulteriore elemento di grande stile.

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La plancia centrale di grandi dimensioni accoglieva la radio integrata e i bellissimi comandi per il climatizzatore bi-zona, un elemento meno diffuso allora. L’impianto audio era un Bose da 570 Watt. Anche gli interni derivavano chiaramente da quelli dell’Alfa Romeo 159 anche se presentavano un’impostazione ancora più sportiva. Non mancavano diversi dettagli in pelle pieno fiore Frau. Infine con la 159 condivide anche il Pianale Premium di fabbricazione General Motors, anche se più corto nel passo.

I motori

La Brera debutta con tre propulsori. Si tratta dei due benzina 2.2 da 185 cavalli e 3.2 V6 da 260 cavalli a iniezione diretta JTS, e del diesel 2.4 JTDm da 200 cavalli. La trasmissione è manuale o automatica, in entrambi i casi a sei marce. Sull’Alfa Romeo Brera manca il V6 Busso da 3.2 litri e 250 cavalli di potenza, elemento che fece storcere il naso a molti alfisti. Bisogna aspettare il 2009 per parlare del debutto del 1750 TBi (sovralimentato a benzina) da 240 cavalli e del 2.0 JTDm da 170 cavalli. Nel primo caso troviamo un’unità in grado di sviluppare l’ottima coppia di 320 Nm, grazie al supporto dell’iniezione diretta di benzina. C’è poi un doppio variatore di fase continuo e il sistema di controllo Scavenging.

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Il 2.0 JTDm invece raggiunge la coppia di 360 Nm grazie anche all’inedita turbina a geometria variabile. Ma la Brera esce di produzione soltanto cinque anni dopo dal suo debutto, nel 2010, nonostante fino al 2011 si trovavano ancora alcuni esemplari frutto di una produzione molto ampia del modello.

Apprezzata dai preparatori

Per le sue ottime doti di guida la Brera risulta molto apprezzata dai preparatori. La utilizzano come base per prodotti maggiormente prestazionali l’AutoDelta e Romeo Ferraris. Da non escludere anche le speciali versioni Brera S e Brera Italia Indipendent. L’Alfa Romeo Brera S veniva commercializzata soltanto per il mercato inglese, la sua produzione era affidata alla Prodrive che a partire dal 2008 ne produsse soltanto 500 esemplari. La Brera S era più leggera e possedeva un assetto rivisto grazie all’introduzione di nuove sospensioni, d’altronde in Prodrive vantavano già un lungo palmares nelle competizioni internazionali di differente natura.

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La motorizzazione poteva invece essere scelta tra il 2.2 e il 3.2 V6. Entrambi i propulsori non venivano comunque modificati. La Brera Italia Indipendent invece è una limited edition prodotta in soli 900 esemplari nel 2009. La vettura veniva commercializzata in Europa, Giappone e Australia. La vettura nasceva dalla collaborazione con la catena di abbigliamento e presentava una vernice color titanio in finitura opaca. I cerchi erano in lega da 18 pollici, neri e opachi col classico disegno a turbina e pinze dei freni rosse. All’interno c’erano elementi in fibra di carbonio sul cruscotto e sullo sterzo, la strumentazione aveva cornici rosse e la pedaliera era in alluminio. Si poteva avere solamente a benzina.

I mali della Brera

L’Alfa Romeo Brera però non ottenne il successo sperato, anche a causa della stampa specializzata che l’aveva definita poco prestazionale in base a quelle che erano le aspettative iniziali. Molti avevano criticato il V6 da 260 cavalli per via delle sue prestazioni non molto interessanti e comunque non molto adatto a garantire emissioni già normate in maniera pesante anche all’epoca. Ma uno dei mali di cui veniva additata l’Alfa Romeo Brera con maggiore facilità era legato al suo peso fin troppo elevato, elemento che inficiava la dinamica generale della coupé e le sue prestazioni. Proprio il peso ne accelerò l’uscita di scena.

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Dal punto di vista della clientela furono molti quelli che definirono la Brera fin troppo all’avanguardia per l’epoca, senza dimenticare il costo di acquisto non molto popolare. Le sorti parevano subire una diversificazione positiva a partire dall’introduzione del moderno 1750 sovralimentato, ma era ormai fin troppo tardi. Oggi però la Brera è ancora una coupé bellissima, moderna e interessante. Usata si trova a prezzi ridicoli, molto spesso parecchio al di sotto dei 10.000 euro. Di sicuro un acquisto in questo momento risulta molto indicato.

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