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Rc auto familiare: Codacons esprime dubbi

Carlo Rienzi teme rincari generalizzati

Rc auto familiare

All’interno del testo del decreto fiscale 2020 collegato alla Legge di Bilancio, entrerà in vigore col prossimo 16 febbraio la cosiddetta Rc auto familiare. In sostanza, questa nuova manovra, stando a quanto indicato dall’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle ed approvato dalla commissione Finanze della Camera, verrà introdotta uno sorta di bonus per le polizze che consentirà di ottenere il riconoscimento della classe di merito più bassa su ciascun veicolo posseduto all’interno del nucleo familiare.

Le norme emanate, amplianti sostanzialmente la legge Bersani in materia di classi di merito, permettono dunque a ogni componente di coprire i mezzi di trasporto anche di differente tipologia, purché non si siano verificati incidenti con responsabilità esclusiva, principale oppure paritaria negli ultimi 5 anni. La Rc auto familiare varrà su auto, moto, scooter e motorini, sia sulle nuove sottoscrizioni che sui rinnovi contrattuali.

Rc auto familiare: impatto notevole sul caso dei cittadini

Il sottosegretario Villarosa rivendica di aver contribuito in misura decisiva affinché vi sia un maggiore equilibrio nella determinazione delle classi di merito RCA e deli costi attinenti. Il risultato conseguito in Commissione Finanze costituisce solamente il primo passo dell’ampia riforma in corso di attuazione.

Se, ad esempio, nel nucleo si ha la disponibilità di un veicolo assicurato in prima classe, ciascun membro potrà usufruire della prima classe su qualsiasi altra tipologia di mezzo, compresi motorini e scooter e soprattutto pure qualora siano già assicurati e con classi di merito meno favorevoli, 14esima inclusa.

Se all’interno si hanno ad esempio due automobili, una in classe 10 ed una in classe 1, più una moto, entrambi i veicoli avrebbero diritto alla prima classe, da cui ne conseguirebbe un risparmio notevole sul premio da versare alla compagnia. In precedenza la legge prevedeva già la possibilità di acquisire la posizione privilegiata, ma esclusivamente nel caso di nuovi acquisti e per mezzi di locomozione di genere equivalente.

Sottoscritto dal deputato M5S Andrea Caso, l’emendamento avrà a detta del politico un impatto notevole sulle casse dei cittadini: stimano un risparmio fra il 30 e il 40 per cento sulle polizze. Si tratta di un’evoluzione enorme per abbattere le discriminazioni tra Settentrione e Meridione. Ma forse è ancora troppo presto per cantare vittoria.

Effetto boomerang

L’RC auto familiare rischia di sortire effetti contrari a quelli auspicati e di provocare un generalizzato sovrapprezzo. A denunciarlo il presidente Codacons, Carlo Rienzi. Si tratta di un provvedimento utile e trova il loro sostegno in quanto potrebbe realmente ridurre in maniera importante le uscite. Tuttavia, quando si parla di compagnie assicurative – prosegue – è obbligatorio usare il condizionale.

Difatti, l’Ania si è già scagliata contro il provvedimento e il rischio concreto è che le imprese operanti nel ramo applicheranno gradualmente rincari delle tariffe per recuperare le minori entrate. Ciò si tradurrebbe in polizze più care per tutti, con certe categorie, tipo i single e i nuclei mono-veicolo più penalizzati di altri. Pertanto l’invito all’Ivass è di vigilare attentamente sanzionando ogni manovra ingiustificata, e il Codacons è pronto a denunciare all’Antitrust eventuali condotte in malafede e tesi atte ad eludere le nuove disposizioni.

Il rimando è alle dichiarazioni di Umberto Guidoni, responsabile direzione del business di Ania, l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici. Attraverso una nota ufficiale diramata spiegavano come i proclami entusiastici accompagnanti la legge costituiscano una vittoria di Pirro. Al contrario della tesi prevalente, la disposizione condurrebbe, laddove approvata, a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità dell’intero sistema, a scapito di tutti gli utenti.

RC auto familiare: i punti deboli

La prima lacuna segnalata consiste nel dato sui sinistri: in fase di rinnovo verrebbe azzerato, impedendo di valorizzare le condotte di guida virtuose a svantaggio di quelle meno prudenti o perfino disinvolte. Da sempre, le tariffe imposte, perseguono finalità protettive, preventive ed educative. La compartecipazione al costo dell’operazione in ragion del suo stile al volante e degli incidenti provocati  rappresenta prima garanzia per ogni cittadino, disincentivando comportamenti spericolati o comunque avventati.

Cancellare la “storia” pregressa di chiunque sieda al volante equivale pertanto a negare i principi di fondo che dovrebbero regolare la materia. È d’altro canto noto che il fattore preponderante sull’entità dei premi è il costo di una sinistrosità da controllare e contenere per salvaguardare le prioritarie esigenze di sicurezza. In conclusione, l’Ania crede sia essenziale adottare regole volte a promuovere, anziché penalizzare abitudini buone abitudini di guida.

 

 

 

 

 

 

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