in

Multe Ue alle Case sulle emissioni: i conti di Dataforce

La società di analisi fa una tabella con le sanzioni a carico dei Costruttori che sgarrano

SOLDI - BANCONOTE EURO - CORRUZIONE - TANGENTI - TANGENTE - MAZZETTA

Tutto nasce da uno studio della società di analisi Dataforce che riguarda le multe Ue alle Case sulle emissioni. In sostanza, se la gamma sfora un tetto, l’Unione europea bastona il Costruttore. In teoria, questo sarebbe uno strumento per spingere le aziende a fare auto elettriche. Abbandonando il benzina e sopratutto il gasolio.

Multe Ue alle Case sulle emissioni: cosa succede

La tabella di Dataforce applica una metodologia molto semplificata nel calcolo delle sanzioni che i costruttori dovranno pagare. Per cosa? Per gli autoveicoli venduti che sforano il limite di 95 g/km. I valori esposti vanno quindi considerati come indicativi. Ma ci sono punti fermi che riguardano le multe Ue alle Case sulle emissioni.

  • I “winners & losers” sono chiaramente evidenti.
  • Chiaro l’indirizzo di produzione e quindi di commercializzazione che premierà soltanto le ibride plug-in.
  • Best in class soltanto Smart e Toyota: la prima perché convertita esclusivamente all’elettrico, l’altra perché raccoglie i frutti di una strategia lungimirante. Parliamo di due marchi in cui la quota di vetture in multa è inferiore al 30%.
  • Seguono poi tre marchi: Peugeot, Opel e Suzuki, che pagheranno sanzioni per il 63-66% del loro venduto.
  • Il resto? Non se la passerà molto bene. Solo gennaio costerà ai Produttori di auto 34 milioni di euro.
  • Vediamo Fiat: ha il 97% delle vetture vendute con emissioni di CO2 superiori a 95 grammi al chilometro. Risultato: pagherebbe sei milioni di euro di multa.

I calcoli di Dataforce per le multe sulle emissioni

Multe Ue alle Case sulle emissioni: lo ha detto la stessa Dataforce che sono calcoli semplificati. Indicati nella nota in tabella. Dataforce ha diviso le emissioni superiori a 95 grammi/km in fasce da 5 grammi. Con l’addebito di 95 euro per una media di 2,5 g/km per fascia. E cioè: Dataforce ha diviso, Costruttore per Costruttore, le vendite in Italia a gennaio in tre fasce.

  • La prima fascia comprende solo i auto a zero emissioni: le elettriche.
  • La seconda vede le auto con valori compresi tra 1 e 95 grammi di anidride carbonica al chilometro.
  • Nella terza le rimanenti, con emissioni oltre i 95 g/km.

 

DataForce Statistiche Emissioni

Emissioni delle auto: parola all’Unione europea

Comunque, secondo l’Ue, dati recenti ci dimostrano che, dopo un continuo declino, le emissioni medie delle nuove auto sono salite nel 2018 a 118,5 g di CO2 per chilometro. Stando alle norme vigenti, le nuove auto non dovrebbero emettere in media più di 95 g di CO2 per chilometro a partire dal 2021. Le auto elettriche sono più frequenti sulle nostre strade, ma costituiscono ancora solo l’1,5% delle registrazioni di auto nuove. Ecco perché la Commissione europea ha proposto di ridurre il limite del 2021 per le emissioni prodotte dalle nuove auto e dai nuovi furgoni del 15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030. Il Parlamento europeo e il Consiglio europeo sono giunti a un accordo sugli obiettivi per ridurre le emissioni di CO2 ben più alti di quelli proposti dalla Commissione europea: è stato fissato al 37,5% l’obiettivo di riduzione delle emissioni per le nuove auto e al 31% quello per i nuovi furgoni. Occhio: entro il 2030. Gli eurodeputati hanno anche approvato la proposta di tagliare, entro il 2030, le emissioni di CO2 dei nuovi autocarri del 30% rispetto ai livelli del 2019.

Quanto inquina l’auto?

Le emissioni di CO2 nel settore del trasporto passeggeri differiscono in base alla modalità di trasporto (stradale, ferroviario, aereo e marittimo). Per quanto riguarda il trasporto su strada in Europa, le autovetture sono fra i mezzi più inquinanti, considerato che generano il 60,7% del totale delle emissioni di CO2. Così dice l’Ue. Le soluzioni?

  • Le auto potrebbero rientrare fra le modalità di trasporto più green se, anziché viaggiare da soli, ci fossero più passeggeri per singolo veicolo. La media, però, è di 1,7 passeggeri per auto in Europa. Le cose vanno peggio lì dove il trasporto pubblico funziona male: vedi il Sud Italia.
  • Sono due i modi con cui si possono ridurre le emissioni di CO2 delle auto: rendendo i veicoli più efficienti o cambiando il tipo di alimentazione delle autovetture. Al giorno d’oggi la maggior parte delle auto sono alimentate a benzina (52%), anche se quelle elettriche stanno guadagnando maggiore popolarità.
  • Il numero delle immatricolazioni di auto elettriche in Europa è cresciuto negli ultimi anni. La vendita dei veicoli elettrici in Europa è cresciuta del 51% nel 2017 rispetto al 2016. Mancano incentivi e colonnine per il decollo.

Auto elettrica: e la produzione quanto inquina?

Sentiamo ancora l’Ue. Ci si chiede quali siano i tassi delle emissioni di CO2 prodotte da un’auto: bisogna tenere in considerazione non solo il CO2 prodotto durante l’uso del veicolo, ma anche le emissioni causate dalla produzione e dallo smaltimento del veicolo stesso. Questo il problema delle elettriche. Due considerazioni.

  • La produzione e lo smaltimento di un’auto elettrica sono meno green di quelli delle auto con motore a combustione interna. I livelli delle emissioni di CO2 prodotti dalle auto elettriche variano, inoltre, in base al modo in cui l’elettricità è prodotta.
  • Ciononostante, tenendo conto del mix energetico medio in Europa, le auto elettriche hanno già dimostrato di essere più ecologiche rispetto ai veicoli a benzina o alimentati con altri carburanti derivati dal petrolio. Dal momento che ci si aspetta una crescita dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, le auto elettriche saranno ancora meno dannose per l’ambiente.

L’auto e l’emergenza climatica

La questione delle emissioni delle auto è legata al cambiamento climatico.

  • Il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione che dichiara un’emergenza climatica e ambientale in Europa e nel mondo. Si chiede alla Commissione di garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio pertinenti siano pienamente in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.
  • Esorta l’UE a presentare alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. I deputati chiedono inoltre alla nuova Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di includere nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.

Di quanto si sono alzate le temperature globali?

Le temperature globali medie sono aumentate considerevolmente rispetto all’epoca che precede la rivoluzione industriale e hanno raggiunto il picco massimo fra il 2008 e il 2017, il decennio più caldo registrato fino ad ora. Dei 17 anni più caldi registrati, 16 si sono verificati dal 2000.

  • Questa anomalia è dovuta all’aumento delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane.
  • La temperatura media globale attuale è 0,85 °C più alta rispetto alla fine del diciannovesimo secolo.
  • Per questo motivo la comunità internazionale concorda sul fatto che il riscaldamento globale debba rimanere ben al di sotto dei 2 °C.
  • Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, l’Unione europea è il terzo produttore di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti. Il settore dell’energia è responsabile per il 78% delle emissioni (dati del 2015).

Per ridurre le emissioni delle centrali elettriche e delle industrie, l’Unione europea ha messo in pratica il primo mercato delle emissioni, il Sistema di scambio delle emissioni (ETS, dall’inglese Emissions Trading System), grazie al quale le aziende devono acquistare permessi per emettere CO2. Ciò significa che meno le aziende inquinano, meno pagano. Questo sistema copre il 45% delle emissioni totali di gas a effetto serra nell’UE. Nel mirino, anche l’auto.