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Helmut Marko: “A Vettel importa meno la politica di Leclerc”

Il consigliere Red Bull crede Vettel paghi gli uffici meno buoni in Ferrari rispetto a Leclerc

Vettel Marko

Helmut Marko esclude il ritorno di Sebastian Vettel in Red Bull. Il pilota tedesco non ha vissuto la sua migliore stagione nel 2019 e fra pochi mesi dovrà dimostrare alla Ferrari di essersi meritato la conferma. Tra la difficile convivenza con Charles Leclerc ed errori tecnici imperdonabili ha compiuto numerosi passi indietro. Solidale nei suoi confronti è però rimasto il consigliere esecutivo del team anglo-austriaco. Contattato da Motorsport-Magazin.com per una lunga intervista, Marko spiega che i preparativi stanno andando molto bene, in perfetta linea rispetto ai piani, mentre negli scorsi campionati accusavano sempre ritardo.

Hanno analizzato i loro punti deboli ed è diventato chiaro per lui che erano costantemente in ritardo nel migliore dei casi a Barcellona. Lo stato attuale dei lavori lascia ben presagire. I preparativi vanno molto bene e rispetto all’anno scorso sono chiaramente in anticipo sui tempi. Il 12 febbraio effettuerà lo shakedown sul circuito di Silverstone e prima ancora la vettura sarà al banco di prova. In passato è stato il loro tallone d’Achille. Ma crede rimedieranno stavolta.

Marko non rimpiange il divorzio da Renault

Poi, Marko respinge le recenti affermazioni dell’ingegnere della Renault Remi Taffin, secondo cui il fornitore di motori Honda della Red Bull sia un passo indietro rispetto a tutti gli altri in F1. Non sa a quale parte della stagione stesse pensando. Dopo un lungo periodo di tensione, la Red Bull e il suo partner a lungo termine Renault hanno concluso la cooperazione nel 2018. Verso la fine del 2019– sottolinea Marko – erano al livello della Mercedes, e anche davanti alle frecce d’argento su piste dove la potenza della power unit è importante, come in Messico e in Brasile.

Se pensano ai problemi meccanici, si può concludere che la Honda sia più affidabile della Renault. Quindi non sono arrabbiati perché non stanno più insieme. E se si guarda al campionato costruttori, la Renault era appena quinta, e non sa quanti punti abbia perso con loro. Vogliono diventare nuovamente grandi in Red Bull, consapevoli di dover disporre di un telaio competitivo fin dall’inizio: la Honda ha operato miglioramenti e dati gli accorgimenti finora attuati, suppone ciò accadrà. Non hanno avuto in passato danni al motore (il cambiamento è stato una scelta deliberata) o problemi tecnici alla trasmissione.

Questo non ha niente a che fare con l’affidabilità, ma con l’aumento di potenza e lo sviluppo. Honda ha fatto quello che prometteva. Sono contenti, hanno conquistato tre gare e cinque erano a portata di mano. Il telaio non era il migliore, le nuove regole per l’ala anteriore hanno causato diversi problemi. Solo sul Red Bull Ring hanno cominciato ad innalzare lo standard. Il consulente non vuole specificare un numero preciso di vittorie, però pensa che il 2020 andrà meglio, con cinque o più successi. La Red Bull sarà nelle zone alte dal primo Gran Premio (fissato il 15 marzo in Australia, ndr).

Via Ricciardo, via il sorriso

La squadra ha nostalgia di Daniel Ricciardo, professionale e umana, passato in Renault alla fine del 2018 in una mossa definita assolutamente shoccante. Debuttante in F1 per la HRT nel 2011, mentre era sotto contratto con la Red Bull, l’australiano si è poi accasato alla Toro Rosso per un biennio, prima di esordire nella scuderia di Milton-Keynes. Durante la prima stagione si è classificato terzo in classifica piloti.

Molti tifosi pensano sia il più divertente della griglia di partenza. Adorato per il suo carattere eccentrico e i suoi scherzi, sia in pista che fuori, è ampiamente ammirato grazie al suo stile di guida impavido: tratto distintivo la sua abilità di frenata tardiva. Il rapporto ha cominciato a deteriorarsi con l’arrivo di Max Verstappen.

Il giovane e arrembante olandese ha vinto la sua prima gara in Red Bull: un segno del destino. Verstappen e Ricciardo, amici una volta tolto il casco, in pista avevano un rapporto turbolento. Questo ha causato numerosi scontri, lasciando la Red Bull spesso in difficoltà. Messi con le spalle al muro, i vertici hanno scelto il più giovane. Su confessione di Helmut Marko, l’atmosfera nella squadra è buona, ma non così gioviale da quando Daniel se n’è andato. È uno dei piloti più veloci, può eseguire eccellenti recuperi nel momento in cui ne ha bisogno e mancano le sue battute.

Il primo impatto di Alexander Albon

Da allora la Red Bull ha faticato a trovare un degno sostituto. Dapprima ha scommesso su Pierre Gasly, senza ottenere frutti. Nel corso della prima metà il francese ha continuamente sofferto, spingendo i tecnici a sostituirlo con la matricola Alexander Albon. Le seconde guide hanno faticato ad avvicinarsi ai tempi e al ritmo di gara di Verstappen. Per il britannico ha solamente parole di elogio. Si è unito a loro senza aver provato la monoposto ed ha chiuso ogni gara in zona punti, eccetto in Brasile, dov’è stato speronato da Hamilton.

Da Albon ci si aspettano progressi, avendo ora maggiore familiarità con la tecnologia e le altre peculiarità della macchina. Per un pilota è importante la continuità ed insieme alla Honda la Red Bull hanno prorogato il contratto di un altro anno: in scadenza nel 2020 è stato poi stato spostato nel 2021. È essenziale potersi concentrare sugli aspetti che contano davvero, cioè la guida e la tecnologia. Per questo hanno detto “Prima è, meglio è”. Prorogato il contratto con Honda fino al 2021, hanno poi raggiunto un accordo con Max in tempi relativamente brevi.

Un segno che da una parte il costruttore nipponico non vorrebbe legarsi a lungo termine, dall’altra prima di accettare vorrà forse vedere i risultati della Red Bull con i nuovi regolamenti tecnici. In linea di massima, l’accordo c’è. Se la situazione fosse regolare, sarebbe già stato messo nero su bianco. E invece il rischio di non aver un motore creerà disagi. Dunque è evidente che per trattenere Verstappen, sia necessario disporre di un’unità competitiva.

Max Verstappen: futuro da gigante

Marko nutre fiducia sul futuro, anche alla luce della revisione del regolamento della Formula 1 del 2021.Sono particolarmente contenti, l’intesa con Verstappen dà stabilità e una motivazione pazzesca all’intera squadra. Il grande obiettivo per Max, che ha iniziato con loro in Formula 1, è arcinoto: renderlo il più giovane campione del mondo di F1 di sempre. Le possibilità affinché ciò accada sono buone.

Le potenzialità di Max Verstappen furono notate durante una gara di Formula 3 sul Norisring. In condizioni insidiose di pista, che cambiavano ad ogni giro, viaggiava due secondi più veloce di chiunque altro. Hanno subito scorto delle qualità straordinarie, ed erano già in trattativa per farlo entrare nella squadra junior. Non sapevano in quale classe metterlo. Ma dopo quella prova Marko ha chiamato il padre Jos e gli ha detto di dimenticare tutto, perché l’anno successivo sarebbero andati in Formula 1.

Vettel lascia la comfort zone

A detta di Marko, appena tre piloti sono della stessa classe di Verstappen. Innanzitutto Lewis Hamilton: è ovvio – puntualizza il 76enne – data la sua costanza e la sua velocità. In termini di personalità e di aspetto, è l’antitesi di Max. Poi cita Leclerc: ha già conquistato risultati incredibili. Per quanto Hamilton e Verstappen siano diversi lontani dal circuito, Marko pensa la differenza tra i due in pista sarà prevalentemente un prodotto delle auto guidate. Sa cosa deve fare lui e la sua squadra per concedere al proprio alfiere l’opportunità di dare filo da torcere alla Mercedes.

Non hanno tanto l’esigenza della macchina più veloce ovunque, ma capace di battagliare ovunque. Dopo Hamilton e Leclerc, Marko cita un altro pilota della stessa categoria di Verstappen, e cioè il suo ex allievo Sebastian Vettel. Di certo non dimentica il tedesco. Quando si rialzerà, avrà una macchina adatta e il supporto della squadra, tornerà immediatamente al top. Ora ha un compagno di paddock che guida perennemente al limite. Ciò lo ha fatto uscire dalla comfort zone e spinto a mettersi seriamente in gioco. Sa farlo, purché sia ancora completamente motivato.

Vettel e Leclerc: la differenza tra i due piloti Ferrari

Al recente evento di Coppa del Mondo di sci di Kitzbuhel, Vettel – che ha vinto tutti e quattro i suoi titoli con la Red Bull – è stato fotografato con gli attuali alfieri della Red Bull. Mentre il suo contratto con la Ferrari scade quest’anno, il compagno di squadra Charles Leclerc ha rinnovato fino al 2024.

Marko minimizza le voci di un ritorno per il 32enne tedesco. Con l’estensione di Verstappen, non riesce a immaginarsi le due V fare coppia. In ottica finanziaria sarebbe un’operazione davvero difficile.

Premesso ciò, Marko considera Vettel uno dei nomi top della F1. Se si sente a suo agio – se ha una macchina idonea al suo stile di guida – allora è in grado di giocarsela con chiunque. Uno dei principali svantaggi avrebbe natura politica. Seb è un atleta molto diretto, che non vuole saperne granché di politica e non vuole combattere. Leclerc ha un manager, Nicolas Todt, bravissimo in tali aspetti. Ma Vettel può controbattere con le prestazioni.

 

 

 

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