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Alonso: “Il Mondiale del 2018 lo ha perso Vettel”

Fernando Alonso crede che il tedesco abbia evidenti responsabilità nel Mondiale non vinto del 2018

Fernando Alonso

Another season, same story? Se lo augurano i tifosi della Mercedes, dominatrice assoluta dell’era turbo-ibrida, capace di infilare sei doppiette consecutive piloti-costruttori e con ancora l’istinto cannibale. Perché vincere aiuta a vincere. C’è ben poco da sorprendersi dunque se, a bocce ferme (e monoposto ancora da presentare), gli esperti indichino in lei la favorita numero uno. Lo lascia credere anche un aspetto normativo: nel 2021, come qualsiasi amante della competizione saprà già, entrerà in vigore il nuovo regolamento. Si volterà pagina, definitivamente. Dopo continui incontri, rinvii e spunti offerti ai giornalisti attraverso le dichiarazioni pubbliche, le scuderie partecipanti hanno raggiunto un accordo, ipoteticamente in grado di accontentare tutti quanti, sebbene da questo punto di vista le proteste non manchino.

Formula 1 2020: Hamilton ancora l’uomo da battere

Tema scottante il cosiddetto budget cap, ossia il limite di spesa entro cui i team dovranno sottostare, onde evitare di subire penalizzazioni. Il fine? Accrescere la sfida in pista, aumentando la bagarre e favorendo i sorpassi. Che dietro il brivido della gara giri un business milionario è acclarato, di conseguenza pure la politica incide parecchio.

Se ne è lamentato settimane fa Mattia Binotto, Team Manager della Ferrari, chiamato a sostituire Maurizio Arrivabene mandato in archivio un Mondiale cullato, ma sfuggito nel 2018. Il brillante capo ingegneri reggiano ha compreso appieno il peso delle responsabilità affidategli. Pur onorato dalla promozione, ha visto il ‘lato buio’ della classe regina e col nuovo anno potrà capitalizzare le preziose lezioni apprese.

La missione più delicata sarà gestire i rapporti tra i driver, Vettel e Leclerc. In dodici mesi le gerarchie hanno pesantemente vacillato, difatti, mentre Seb arrancava, il pimpante Charles guadagnava la fiducia e il cuore del popolo rosso. Entrato in punta di piedi, il 22enne ha quasi subito lasciato andare ogni timore reverenziale, fino agli ultimi GP, dove le polemiche hanno divampato. Su chi agirà da prima guida, mentre i supporters discutono animatamente via social, da Maranello tengono le carte coperte. Sono sempre di Binotto le dichiarazioni secondo cui almeno negli appuntamenti iniziali in calendario le due primedonne avranno campo libero. Forse provano dubbi, del resto entrambi avrebbero le carte in regola per dare serio fastidio alle frecce d’argento.

Pedigree, esperienza e ‘anzianità’ suggerirebbero Vettel; fame, spavalderia e stile Leclerc. E poi c’è la mina vagante, la Red Bull, spinta a mirabili traguardi, trainata da Max Verstappen, sicuro campione iridato un giorno. Premesso che il tempo è ampiamente dalla sua parte, Crazy Max vorrà fare il salto di qualità definitivo e iscrivere il proprio nell’albo d’oro. Coronare a 35 anni di distanza il ritorno in calendario il GP d’Olanda (Zandvoort) con il primo pilota olandese campione del mondo, peraltro di seconda generazione (suo papà Jos ha corso qui), costituirebbe una pagina di romanzo sportivo.

Alonso-Hamilton: convivenza forzata in Mclaren

Poi però bisogna scindere sogni e realtà. Lo stesso Hamilton andrà a caccia dell’ennesimo primato: quei sette campionati che rendono Michael Schumacher il più vincente di sempre. Chiudere la lunga nonché fortunata love story insieme alla Mercedes eguagliando Schumi sarebbe il miglior congedo, in vista della scadenza di contratto, prevista il prossimo dicembre. Si mormora che stuzzicherebbe Lewis l’idea di portare tre team diversi sul gradino massimo, da qui le voci riguardo al possibile passaggio in rosso. La chiusura ideale del cerchio, il coronamento di un lungo viaggio, partito nel lontano 2007, quando, accompagnato fra squilli di tromba, firmò per la McLaren.

Qui disputò cinque stagioni, movimentati da alti (in primis il titolo 2008) e bassi, principalmente la convivenza forzata insieme a Fernando Alonso. L’asturiano, forte dei successi in Renault, pensò di sbarcare anche a Woking e invece Hamilton gli strappò le redini. Memore degli screzi nel paddock, Toto Wolff ha escluso categoricamente il vociferato approdo di Nando al posto di Bottas in Mercedes. Due polli non possono vivere in uno stesso pollaio, ai fini del gioco di squadra il finlandese è molto più funzionale.

Eppure di quel periodo Alonso conserva gli spiacevoli screzi. E, appena l’occasione glielo permette, scaglia frecciatine al vecchio rivale. Interpellato da F1 Racing ammette che Lewis ha compiuto ulteriori progressi. Una volta addolcita la pillola sferra la zampata: secondo lui avrebbe avuto sostanzialmentee vita facile. Questo perché, malgrado egli abbia ancora delle lacune da colmare, i rivali non hanno tentato di attaccarle. Nessuno lo spingerebbe a dovere su quelli.

Vettel e il Mondiale 2018 buttato via

Negli ultimi due anni Hamilton è salito di un altro step e i risultati si vedono eccome durante i week-end. Alonso conferma l’impressione dei media. Gliene dà atto: ha alzato il proprio livello, soprattutto nel 2018, quando la macchina non è stata dominante allo stesso modo del passato. Se gli sfugge il bersaglio grosso, arriva secondo e comunque a breve distanza, mai a 20 secondi. Ciò capita al suo compagno Bottas, il quale, nel momento in cui soffre finisce quinto o sesto, staccato di un minuto. Hamilton è invece la costanza fatta pilota.

Presentatosi al via in Australia baciato dalla forma sfavillante, Valtteri ha man mano perso colpi, accusando pesantemente il ritardo dal britannico e il calvario dei mesi conclusivi ha quasi cancellato il balzo in avanti compiuto. Da lui ci si aspetta maggiore continuità, in tal senso le esternazioni di Alonso trovano concordi gli appassionati. Il vero spunto è sul 2018, infatti gli attenti lettori hanno scorto un palese rimando a Vettel, l’avversario numero uno di Hamilton. Tutto filava liscio, finché l’incantesimo si è improvvisamente spezzato in Germania.

Partito dalla pole e con otto punti di vantaggio nella generale, al 52esimo giro, Seb, mentre conduceva le operazioni, uscì di pista tradito dalle difficili condizioni meteorologiche: obbligatorio il ritiro. La gara arrise ad Hamilton, scattato dalla 14esima posizione in griglia, il quale prese il comando della classifica e da lì la stagione cambiò completamente piega. Per scongiurare il ripetersi della storia, la regola numero uno si chiama solidità. Fernando Alonso insegna.

 

 

 

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