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Concessioni autostradali: Anas, in caso di revoca, può assumere la gestione della tratta

In attesa del nuovo affidamento. Lo dice il decreto milleproroghe

È un decreto milleproroghe esplosivo in tema di concessioni autostradali. Con lo Stato che ha la rete e la dà in gestione ai privati. Infatti, se il decreto diverrà legge, per i gestori saranno guai. Vediamo perché.

Concessioni autostradali: Anas protagonista

  • In caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, l’Anas può assumere la gestione della tratta in attesa del nuovo affidamento.
  • Il milleproroghe riduce le potenziali penali a carico dello Stato in caso di inadempimento della concessionaria. A questa spetterebbe solo il valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti.
  • La regola vale anche in presenza di accordi precedenti con altre condizioni, da ritenersi nulli.
  • La revoca o la risoluzione delle concessioni non comporta oneri per le finanze pubbliche.

Concessioni autostradali: ma cosa centra l’Anas?

L’Anas è il concessionario della rete stradale e autostradale di interesse nazionale. È nel Gruppo Ferrovie dello Stato italiano. La rete viaria comprende oggi 29.188,993 km di strade statali e di autostrade in gestione diretta, compresi svincoli e complanari. Per garantire maggiore continuità territoriale, è stato avviato il recupero di circa 6.250 km di strade regionali e provinciali. Chiude il 2019 con un incremento dei bandi di gara del 50% rispetto al 2018 per un valore complessivo di 4,2 miliardi di euro. Nel corso dell’anno ha registrato una crescita rilevante negli investimenti in manutenzione programmata, attestati a 647 milioni di euro: +13% rispetto all’anno precedente. Sbloccati o riavviati cantieri per 2,5 miliardi di euro.

Che cos’è la questione Aspi

Fra tutti i gestori, spicca il numero uno: Aspi, Autostrade per l’Italia. Il premier Conte ha confermato che la norma del milleproroghe non riguarda Autostrade per l’Italia in particolare, ma tutti i concessionari. Sostiene che c’era una sperequazione nelle convenzioni e alcune erano palesemente sproporzionate nei vantaggi assicurati ai privati concessionari rispetto agli svantaggi al pubblico. Resta il fatto che il M5S punta alla revoca ad Aspi dopo il crollo del ponte Morandi.

Nuove regole: la reazione di Aspi

Per l’Aspi, il milleproroghe presenta rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee. Per questa ragione la società sta valutando ogni iniziativa volta a tutelare i diritti della stessa in termini di legittimità costituzionale e comunitaria delle disposizioni normative. In merito ai principi di affidamento, di libertà di stabilimento e di concorrenza, di proporzionalità e di ragionevolezza.

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