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Incidenti su strada: morto un pedone ogni 14 ore nel 2018

L’ACI sostiene che bisogna effettuare investimenti sulla sicurezza stradale per diminuire il numero dei morti

Incidenti su strada 2018

Nel 2018 sono stati uccisi 612 pedoni sulle strade italiane: uno ogni 14 ore. Ciò è dovuto all’abuso di alcol e droghe, alla distrazione durante la guida, ai pochi investimenti effettuati sulla sicurezza stradale e in generale per il non rispetto delle norme previste dal Codice della Strada. Per alcune città italiane (es. Roma), i dati sono particolarmente gravi.

L’Automobile Club d’Italia (ACI) sostiene che è necessario effettuare degli investimenti maggiori per accrescere la sicurezza su strada, implementando una migliore segnaletica che duri più nel tempo e sia visibile dagli utenti della strada, dei semafori con conto alla rovescia per permettere ai pedoni di scoprire il tempo a disposizione per effettuare l’attraversamento sulle strisce pedonali e così via.

Incidenti su strada 2018
Incidenti su strada, i colpevoli riescono quasi sempre a farla franca con riduzioni delle pene

Incidenti su strada: 612 pedoni morti durante tutto l’anno scorso

In parole povere, il Governo italiano dovrebbe puntare maggiormente sugli investimenti riguardanti la sicurezza, oltre ad aumentare i controlli e a sensibilizzare più le persone sul comportamento che bisogna assumere per strada.

Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha dichiarato: “Roma è una vera e propria ‘giungla stradale’ dove regna oramai l’anarchia e il rispetto delle regole del Codice della strada è sempre più un miraggio. L’elevato numero di incidenti è determinato da un lato dall’assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine, che porta gli automobilisti a trasgredire in modo sistematico le regole, certi di non incorrente in sanzioni, dall’altro dal peggioramento delle condizioni dell’asfalto e dalla segnaletica inadeguata“.

Cosa ne pensa il presidente dell’ASAPS

Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale (ASAPS), ha detto: “Nonostante rispetto al 2002 il numero dei pedoni uccisi in Italia si sia dimezzato da tre anni a questa parte c’è una inversione di tendenza dovuta a una pluralità di fattori. Scarsi investimenti nella sicurezza stradale. Aumento dell’uso dei cellulari quando si è alla guida. Invecchiamento della popolazione. E poi c’è la sempre minore efficacia dissuasiva del reato di omicidio stradale“.

Biserni ha proseguito dicendo: “In una prima il reato di omicidio stradale ha avuto un impatto positivo, con pene irrogate molto maggiori, ma adesso l’effetto dissuasivo va riducendosi perché i difensori degli imputati ottengono pene molto più basse, facendo riconoscere ai loro assistiti la non esclusiva responsabilità del conducente“.

Per ottenerle, basta semplicemente chiamare in causa le condizioni non ottimali del manto stradale oppure la mancanza della segnaletica. In questo modo, i difensori degli imputati riescono ad ottenere una pena ridotta fino al 50%. Tramite un patteggiamento, inoltre, i colpevoli riescono anche a farsi soltanto due anni.

In merito a ciò, Giordano Biserni ha concluso dicendo: “Se vogliamo che l’omicidio stradale torni a essere un deterrente la responsabilità deve essere esclusiva. Quantomeno per chi è positivo a droga e alcol“.

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