Perché la nuova categoria M1E è la migliore amica dei costruttori in Europa

Ecco come la categoria M1E e i super crediti UE ridefiniscono l’auto elettrica, sostenendo i costruttori europei e tutelando l’occupazione.
fiat grande panda fiat grande panda

L’Unione Europea sembra aver capito che imporre l’auto elettrica con il solo bastone normativo non basta. Serve anche un supporto concreto, preferibilmente sotto forma di super crediti. Mentre il divieto totale per i motori a combustione interna previsto per il 2035 ha mostrato (in tutto il suo splendore) le sue crepe diplomatiche, Bruxelles lancia la scialuppa di salvataggio definitiva, ovvero la categoria M1E.

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Si tratta di una nuova sottocategoria di veicoli elettrici di piccole dimensioni pensata per dare respiro ai costruttori e, paradossalmente, per tenere in vita allo stesso tempo i pistoni un po’ più a lungo.

renault 5 2025
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Per entrare nel club esclusivo della M1E, le auto non devono superare i 4,2 metri di lunghezza, decisamente un gigante rispetto alle kei car giapponesi, ma una piuma per i nostri standard da SUV, devono essere completamente elettriche e, qui sta il trucco protezionista, devono essere rigorosamente assemblate in uno dei 27 Stati membri dell’Ue.

La clausola trasforma la normativa in un campo minato per la concorrenza asiatica: se la Hyundai Inster piange perché prodotta in Corea, la Mini Cooper e l’Aceman restano fuori dal banchetto perché assemblate in Cina.

Il vero premio per chi rispetta le regole è il cosiddetto “vantaggio del 30%”. Grazie ai super crediti, ogni veicolo certificato M1E conterà come 1,3 auto invece di una, permettendo alle case automobilistiche di abbattere artificialmente la media delle emissioni di CO2 della propria flotta. Questo meccanismo permetterà a modelli come la Renault Twingo, la Citroën e-C3, la Fiat 500e o la futura Skoda Epiq di compensare le emissioni prodotte dai modelli a benzina che i produttori potranno continuare a vendere con meno ansia da multa.

m1e auto in europa
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Oltre ai vantaggi industriali, l’Ue promette ai proprietari di queste piccole “M1E” una vita privilegiata. Si parla infatti di tariffe di ricarica scontate, accesso alle corsie preferenziali, parcheggi riservati ed esenzioni dai pedaggi. Con obiettivi di riduzione della CO2 del 90% entro il 2035, e la possibilità di “accumulare e prendere in prestito” crediti di emissione su base triennale, la classe M1E diventa l’ancora di salvezza per un settore che deve ancora digerire la transizione energetica.