Audi ha creato una vera e propria giungla con la propria nomenclatura elettrica. Inizialmente c’era la E-Tron, poi una serie di altri modelli con sigle simili, ma con pochissima coerenza visiva e tecnica rispetto alla prima generazione. Una volta chiarite le idee, la gamma dei Quattro Anelli è pronta di nuovo a proporre elettriche e termiche con lettere e numeri immediati per i propri appassionati e per il pubblico meno informato. All’interno di questa ristrutturazione, spunta la prossima Audi RS 5, che rappresenterà un ponte tra tradizione e innovazione.
Audi ha già chiarito che non monterà mai un motore a quattro cilindri su un modello RS. Un segnale forte, soprattutto dopo i risultati poco entusiasmanti delle rivali che hanno tentato questa strada, come Mercedes. La RS 5 2026 si posizionerà tra la RS 3, equipaggiata con un cinque cilindri turbo da 2.5 litri, e la potente RS 6 con il suo V8 biturbo da 4.0 litri.

Il nuovo modello avvistato recentemente in nuovi test su strada dovrebbe quindi portare al pubblico un motore sei cilindri, probabilmente affiancato da una tecnologia ibrida plug-in. I primi prototipi mostrano uno sportello sul lato sinistro, probabilmente per la ricarica elettrica, coerente con le convenzioni europee.

Le foto spia hanno svelato alcuni indizi interessanti: una piccola ala posteriore, prese d’aria funzionali incassate dietro parafanghi pronunciati, e scarichi centrali integrati nel paraurti, un richiamo più emotivo rispetto alle più sobrie RS 3 e RS 6 recenti. Tuttavia, alcuni osservatori, come Car Spy Media, hanno criticato un’apparenza ancora poco “coinvolgente”.

La nuova Audi RS 5 è attesa entro il 2025, con lancio sul mercato come modello 2026. Il prezzo base della versione attuale parte da circa 103.500 euro, ci si aspetta dunque che possa essere ritoccato verso l’alto. Se seguirà la classica strategia del brand tedesco, anche gli Stati Uniti, mercato importante per il brand premium, vedranno l’arrivo del veicolo qualche mese dopo il debutto europeo. La RS 5 del futuro promette di preservare il “DNA RS” senza rinunciare al progresso tecnologico.