in

Fiat Chrysler e Renault: gli analisti ricredono alla fusione

La distensione nel rapporto conflittuale Renault-Nissan potrebbe far ripartire le negoziazioni

Fiat Chrysler USA Sede Insegna
Fiat Chrysler USA

Le vendite non incidono sulla quotazione del titolo Fiat Chrysler Automobiles in borsa, stabile a quota 11,864 euro (+0,03%) contro un indice Ftse Mib per un meno 0,51%. Secondo gli analisti Equita, la stabilità dipenderebbe dalle recenti novità intercorse tra il gruppo automobilistico italo-americano, Renault e Nissan, queste ultime con un nuovo CEO.

Il primo scossone, programmato da tempo, risale all’8 ottobre. Makoto Uchida ha preso il posto di Hiroto Saikava nell’organigramma giapponese, allontanato per aver ricevuto compensi non giustificati. Per la Casa della Losanga, invece, la CFO Clotilde Delbos è stata nominata l’11 ottobre ad interim, in sostituzione di Thierry Bolorré. Le novità all’assetto societario potrebbero far riprendere le trattative nella fusione trattata poco prima della scorsa estate. Sulla riapertura dei dialoghi ne parlava già lo scorso agosto il Wall Street Journal, avvalendosi di alcune mail scambiate sull’asse anglo-nipponico.

Senard: “Un’intesa con Fiat Chrysler non è all’ordine del giorno”

Al momento Renault ha, ovviamente, per priorità quella di trovare un nuovo CEO. E sembra che il candidato debba ricevere l’approvazione di Nissan, esattamente come Senard. Il numero uno dei transalpini, ha concesso il suo benestare al nuovo trio in carica del costruttore asiatico. Difatti, venerdì scorso ha descritto il nuovo management di Nissan come “straordinariamente pro-alleanza”. Senard ha aggiunto che Renault si prenderà tutto il tempo necessario per scoprire il candidato ideale; aggiungendo che questa persona “dovrà avere la capacità di comprendere gli imperativi dell’alleanza in un contesto internazionale”. Ufficialmente un’intesa con Fiat Chrysler “non è all’ordine del giorno”.

Ma “il fatto che Uchida sia stato responsabile degli acquisti comuni dell’alleanza Renault -Nissan e che Bolloré rappresentasse ancora la gestione Ghosn, ritenuta ostile dai giapponesi, lascia aperta la possibilità che i rapporti con Nissan possano migliorare, rafforzando l’alleanza ventennale”, spiegano gli analisti di Equita. Conseguentemente, gli esperti della sim non escludono a priori che la fusione ventilata possa tornare d’attualità, soprattutto se avessero ragioni coloro secondo cui Bolloré era restio alla proposta avanzata a maggio dalla compagnia di John Elkann. L’appeal speculativo relativo a quest’opzione è uno dei principali motivi alla base del nostro rating buy sul titolo Fca”, raccontano a Equita.

La distensione del rapporto Renault-Nissan supporta il governo

La distensione nel rapporto conflittuale Renault -Nissan e il rafforzamento della loro collaborazione riteniamo siano la condizione indispensabile per ottenere il supporto del governo francese per tornare ad approcciare Fca”, prevedono gli analisti di Equita  che hanno un target price a 14,5 euro su Fiat Chrysler. Per gli esperti di Banca Akros, prima Renault deve trovare un nuovo CEO e focalizzarsi sul ripristino della relazione con Nissan e dunque qualsiasi altro progresso in ottica M&A dopo la pace nell’alleanza.

“In ogni caso un ipotetico merger tra Fca e Renault richiederà tempo, almeno alcuni trimestri; non riteniamo che uno scenario simile sia probabile nel breve/medio termine. Le notizie sono scontate e sul titolo Fca  manteniamo il rating accumulate e il target price a 14,70 euro”, concludono a Banca Akros.

Mostrano più scetticismi gli addetti di Mediobanca  Securities (rating neutral e target price a 13,70 euro). “Crediamo ancora che un legame più forte tra renault e Nissan dipenda ancora principalmente dalle decisioni del governo francese e giapponese piuttosto che dal top management delle due società. La visibilità su una potenziale ulteriore integrazione tra Renault  e Nissan rimane piuttosto bassa, così come il riavvio dei colloqui tra la casa francese e Fca”, asseriscono a Mediobanca , ricordando che il prossimo catalizzatore è costituito dai risultati del terzo trimestre 2019 di Fiat Chrysler che saranno comunicati il 31 ottobre.

Alla conferenza “Dall’anno del turismo Italia-Cina alle Olimpiadi invernali: opportunità lungo la Via della Seta”, Alberto Bombassei, fondatore e presidente di Brembo e presidente della Fondazione Italia-Cina ha promosso la possibile partnership tra le parti. Il buon John Elkann aveva previsto e augurato un accordo con Renault, e non è andato bene – ha commentato Bombassei -, ma continuo a pensare che quella pensata era una pensata intelligente, giusta, e che se non si realizzerà avremo perso un’opportunità”.

Fusione Fca Renault: le tappe principali

27 marzo 2019

Il Financial Times lancia lo scoop: oltre a PSA, anche un altro conglomerato mette gli occhi su Fca. Secondo quanto riportato sulla testata britannica, entro 12 mesi Renault vuole intavolare un discorso con Nissan – già sua alleata – per evolvere la natura del loro rapporto e passare dall’alleanza alla fusione; per poiacquistare un altro gruppo, con Fca in cima ai loro obiettivi.

Il piano è parte di una nuova strategia, adottata dopo l’arresto dell’ex numero uno di Renault Carlos Ghosn, sostituito da Jean-Dominique Senard, alla guida del board dell’asse franco-nipponico. Nei giorni precedenti il Financial Times raccontava che parte di Fiat Chrysler era partito alla caccia di un partner, su impulso diretto del presidente John Elkann, che avrebbe parlato con Psa e alcuni brand coreani. La compagnia diretta da Mike Manley non proferisce commenti, ma l’effetto nell’indice azionario è positivo, scattando in mattinata di oltre tre punti.

29 marzo 2019

Sull’avvenire di Fca, circolano diverse indiscrezioni, come annunciato sul Financial Times. Fonti vicine indicano che John Elkann, il “baluardo della dinastia Fiat”, perseguirebbe il “perfetto modello di un moderno industriale globale” e cerchi un legame nell’industria automobilistica per diversificare i rischi almeno dal 2015, quando la General Motors respinse Fiat Chrysler. Gli insider affermano di aspettarsi una serie di accordi di condivisione della piattaforma e, infine, una fusione. E qualcuno ipotizza il matrimonio con un gruppo tecnologico.

1 aprile 2019

Nonostante i rumors circolati nelle ultime settimane, John Elkann, in un messaggio agli azionisti della holding Exor, smentisce le trattative“In questa nuova ed entusiasmante era, noi e Fca siamo determinati ad avere un ruolo attivo e ambizioso. Per oltre un secolo siamo stati la stabilità per Fiat e più di recente per Fca. La nostra permanenza nel capitale di Fca ha dato ai suoi leader che si sono susseguiti nel tempo la libertà di pianificare lo sviluppo a lungo termine, piuttosto che dover reagire alle pressioni quotidiane”.

Dalle parole si evince l’intenzione di non vendere Fca e la disponibilità ad ascoltare eventuali proposte di partnership. “Questo approccio e questa mentalità rimangono per noi rilevanti oggi come sempre – riporta un altro passaggio – così come sono invariati anche il nostro impegno nei confronti del Gruppo Fca e la nostra volontà di essere parte del suo futuro coraggioso e redditizio”. Sui potenziali colloqui racconta: “Abbiamo discussioni continue con i nostri partner, non esiste un obiettivo specifico, e non ci sono profonde e continue trattative”.

3 aprile 2019

Carlos Tavares, CEO del gruppo PSA, raffredda gli animi sulla ipotizzata fusione con Fca. In un incontro con la stampa spiegaStiamo lavorando con tutti i nostri partners. Se si presentasse un’opportunità, la prenderemmo in considerazione, ma non abbiamo una specifica azienda come obiettivo, in particolare non quella che avete menzionato”.

17 aprile 2019

Renault è entrata nella partita, valutando una alleanza con il costruttore italiano e altri”. Ad annunciarlo Bfm Business, portale di informazione francese. Anche se le discussioni con Peugeot “sembrano molto avanzate”, Renault, stando a diverse fonti citate, “ha preso contatto con la famiglia Agnelli, ai livelli più alti. Il nuovo CEO di Renault Jean-Dominique Senard “si sta muovendo, ma le discussioni sono in una fase molto preliminare”.

25 maggio 2019

Le trattative tra Fca e Renault sono ad uno stato avanzato. Parola del Financial Times, per cui potrebbe concretizzarsi una sinergia tra Fca e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. “Se c’è una partnership, una fusione o un accordo che ci rende più forti, allora sono assolutamente aperto a valutare”, spiega l’ad di Fca, Mike Manley, in un’intervista al Financial Times. Un’unione che formerebbe il maggiore colosso internazionale nell’automotive con 15,6 milioni di auto vendute all’anno, nettamente superiore ai 10,8 milioni di vendite della Volkswagen.

27 maggio

“Oggi il board di Renault si è riunito per esaminare la proposta ricevuta da Fca relativa a una fusione paritaria”, enuncia Renault. A seguito di “un’attenta analisi dei termini della proposta amichevole di FCA, il board ha deciso di valutare con interesse l’ipotesi di un’operazione di questo genere”. Questo in quanto il programma redatto dalla società di Manley incorpora un’incoraggiante impronta manifatturiera del gruppo Renault e, tramite l’alleanza, crea valore aggiunto”.

28 maggio 2019

Le possibili nozze incassano un preliminare giudizio favorevole dall’esecutivo francese, primo socio del costruttore con il 15,01%. “È una reale opportunità per Renault e per l’industria automobilistica francese”, asserisce il ministro dell’Economia di Parigi, Bruno Le Maire, all’agenzia France Presse. Tuttavia, lo Stato “vigilerà allo stretto rispetto delle quattro condizioni poste per la fusione con Fca, ovvero il “rispetto dell’alleanza Renault-Nissan, tutela dei posti di lavoro e degli stabilimenti industriali (francesi, ndr.), governance equilibrata e partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo sulle batterie elettriche”.

6 giugno 2019

Fumata nera. Dopo molti incontri, John Elkann decide di ritirare la sua offerta per costituire una società paritetica. Un ritiro netto, conseguente ai lunghissimi negoziati (durati quasi 6 ore) presso il quartier generale di Renault a Boulogne-Billancourt. Un ritiro “con effetto immediato” perché non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo”.

 

 

 

 

Lascia un commento