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Antonio Giovinazzi: “I pro e i contro di correre con Raikkonen”

Il pilota di Martina Franca racconta la convivenza col collega

Antonio Giovinazzi Alfa Romeo Racing

Gli esordi in Formula 1 di Antonio Giovinazzi non sono stati dei più incoraggianti né dei più lusinghieri. A inizio stagione volevamo un po’ tutti scoprire come se la sarebbe cavata in circuito e purtroppo con metà stagione archiviata il giudizio è finora negativo. Aggiudicarsi solo un punto su dodici gare dovrebbe corroderlo. Forse il bottino aumenterà nel caso la FIA accogliesse il reclamo avanzato dalla scuderia Alfa Romeo Racing per riavere indietro i punti strappati ad Hockenheim.

Ma le valutazioni non si possono fondare sui se e sui ma, pertanto l’unica gara chiusa in top 10 dal driver pugliese rimane per ora quella austriaca. Spesso il diretto interessato ha ammesso quanto approdare in F1 sia da sempre il suo obiettivo. “Ora tutto dipenderà da me stesso e dovrò dimostrare se merito davvero questa opportunità, cercherò di dare il massimo”, aveva dichiarato in un’intervista.  “Inoltre realizzerò un altro sogno che ho avuto sin da quando ero piccolo, correre al Gran Premio d’Italia a Monza, penso che il mio arrivo nella categoria nel 2019 sia una cosa positiva per tutti i giovani piloti italiani perché ora avranno un connazionale che oltretutto corre con l’Alfa Romeo”.

I dirigenti credono in Antonio Giovinazzi

Non serve una laurea in psicologia per capire l’emozione provata nel fronteggiare i più noti colleghi. E, giusto per aggiungere ulteriori pressioni, nel team svizzero corre insieme al senatore Kimi Raikkonen, campione del mondo con la Ferrari nel 2007. Ebbene, da quell’anno il Cavallino Rampante non ha più conquistato il titolo, nonostante nella scuderia siano passate grandi stelle. Da Fernando Alonso a Sebastian Vettel, tutti hanno fallito il ‘big prize’, piuttosto sintomatico su quanta personalità Iceman abbia. Una personalità forse troppo ingombrante se ti approcci, timidamente, al circus.

I dirigenti del Biscione predicano accondiscendenza e comprensione.Antonio [Giovinazzi.ndr] si è parecchio avvicinato a Kimi [Raikkonen.ndr] nelle ultime settimane, soprattutto dalla Francia in poi”, ha affermato Frederic Vasseur, team principal di Alfa Romeo Racing. “La ritengo una cosa ottima, visto che la squadra ha bisogno di due piloti molto forti per raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Anche Beat Zehnder ha voluto fare quadrato intorno al pilota di Martina Franca nell’intervista rilasciata al magazine tedesco Auto Motor und Sport: “Antonio sta migliorando sempre di più. Lo abbiamo un po’ deluso all’inizio della stagione, in quanto abbiamo avuto alcuni problemi tecnici con la sua macchina. In questo modo, non ha avuto molto per cui lottare”, ha commentato.

Antonio Giovinazzi: “Gli aspetti positivi e negativi di correre con Kimi Raikkonen”

Il team manager ha dunque rivelato come l’esperienza di Raikkonen abbia fatto la differenza in termini di risultati: “Kimi fa tutto da solo, capisce tutto. Nel momento in cui gli ingegneri sono intenti a cercare di capire se cambiare qualche specifica del motore, Raikkonen è già intervenuto. Sa esattamente cosa deve fare e quando farlo”. A 39 anni compiuti, Kimi è il pilota più esperto sulla griglia e solo pochi mesi prima concorreva per podi e successi. Detta così si capisce bene come mai il finlandese abbia al momento stravinto nel confronto col compagno di scuderia, avanti 31-1

Parlando al portale motorsportweek.com però, l’italiano ha messo in evidenza anche gli aspetti positivi dell’avere di squadra un campione iridato.Ci sono aspetti positivi e negativi ha commentato – il bello è che puoi imparare da lui, guardare i suoi dati, cosa fa nelle riunioni o in pista. Puoi imparare molto di più rispetto ad un normale pilota: è un campione del mondo, quindi diventa come una specie di obiettivo”. Il paragone può, al contempo, rivelarsi ingombrante: “In termini di risultato è sempre lì, non farà mai un errore. Ha molta esperienza e sa cosa fare”.

Se al di fuori si accolga magari con parziale stupore il gap nelle performance, secondo Antonio Giovinazzi è perfettamente normale. Dipende da abilità strategiche su due differenti livelli: mentre lui si avvia ora alla carriera in Formula 1, per Kimi è tutto una routine. “A volte il mio ritmo di gara può essere inferiore rispetto a quello di Kimi, ma solo perché sa cosa vuole e sa cosa fare, è già lì da 20 anni”, ha spiegato il ragazzo di Martina Franca. Andando avanti nell’analisi delle prime dodici gare affrontate, Giovinazzi mostra soddisfazione della situazione attuale e prova gratitudine: in momenti di incertezza sa che può fare affidamento su un’autorità: “Sono davvero felice di avere Kimi al mio fianco perché è un pilota ancora molto veloce, con molta esperienza e se gli chiedi qualcosa ti risponde”.

Grandi miglioramenti dalla prima gara

Una convivenza che, stando ad Antonio Giovinazzi, gli ha permesso di migliorare nelle performance: Dalla prima gara ad oggi sono cresciuto molto e penso che ciò sia dovuto anche a Kimi, perché lo osservo”. Ancor prima di infilarsi il casco in pista sa nei minimi particolare quale strategia seguire: “Da quando arriva il giovedì fino alla domenica, per come prepara il fine settimana, lui sa già cosa vuole. Prima delle PL1 lui conosce già la pista, sa cosa vuole e di cosa ha bisogno”. Per quanto lo riguarda, non può, chiaramente, dire altrettanto. Per quanto cerchi in ogni modo di maturare in fretta, la partenza rimane comunque ad handicap: Da parte mia, non ho esperienza. Cerco di essere concentrato, ma mi manca quella parte che fa molta differenza”.

In conclusione, Giovinazzi ha pure raccontato un piccolo retroscena, proprio riguardante al modo di apprendere dal compagno di box: “Stavo osservando il suo on-board camera e l’ho visto fare qualcosa che io non facevo, mentre ora lo faccio. L’esperienza è la mancanza principale, ma penso che arriverà con le gare”. Lo scorso dicembre aveva dichiarato sul compagno di squadra: “Mi ricordo quando ha vinto il campionato del mondo con la Ferrari nel 2007, a quel tempo ero ancora molto giovane. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei corso affianco a lui. Penso che avere un pilota di questo livello accanto a me sia un’opportunità per migliorare”. E non ha cambiato idea.

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