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Qualcuno suggerisce a Ferrari come disegnare una “vera” erede Testarossa

Qualcuno sicuramente penserà che Ferrari avrebbe fatto bene a farsi tentare dal fascino nostalgico della Testarossa anni Ottanta.

Ferrari Testarossa render

Per chi ha amato e ama gli anni Ottanta, la Ferrari Testarossa, quella leggenda a forma di cuneo firmata Pininfarina, non era un’auto, era un’istituzione. Recentemente, Maranello ha deciso di rispolverare quel nome leggendario con la nuovissima Ferrari 849 Testarossa, ma c’è un dettaglio che farà venire un travaso di bile ai nostalgici. Non troppo inaspettato: il leggendario motore boxer a 12 cilindri è andato in pensione. Al suo posto, la 849 eredita il V8 ibrido plug-in della SF90, portandolo alla mostruosa potenza di 1.036 cavalli.

I numeri della nuova Testarossa, per chi ama le gare al semaforo (o, molto meglio, sul circuito di Fiorano), sono da capogiro. Con 330 km/h di velocità massima e uno scatto 0-100 km/h in soli 2,3 secondi, la nuova Testarossa riesce nell’impresa di superare i 1.001 CV della Lamborghini Revuelto. Tuttavia, se le prestazioni sono da urlo, il design della 849 sembra aver dimenticato per strada le iconiche linee, in particolare le celebri prese d’aria laterali a feritoia che hanno reso l’originale un’icona pop prodotta in meno di 10.000 esemplari.

Ferrari 849 Testarossa

Questa “amnesia stilistica” ha spinto i maestri dei pixel della CGI, come il designer Luca Serafini (sui social anche lsdesignsrl), a correre ai ripari con una reinterpretazione non ufficiale decisamente più fedele allo spirito del 1984. Ancora una volta.

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Nel suo rendering, Serafini riporta in auge il labbro anteriore nero, i fendinebbia integrati e, udite udite, le luci a scomparsa reinterpretate con tecnologia LED. Non mancano la griglia posteriore 3D e, ovviamente, le iconiche fiancate a listelli.

Ferrari Testarossa

In questo modo, da un lato abbiamo la Ferrari 849 Testarossa ufficiale, una belva tecnologica più veloce di ogni sua antenata ma esteticamente lontana dal passato, dall’altro un’utopia digitale che modernizza i tratti di Pininfarina senza tradirli. Qualcuno sicuramente penserà che Ferrari avrebbe fatto bene a farsi tentare dal fascino nostalgico anni Ottanta. Non potremmo dargli torto.

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