Alcune auto scatenano pulsioni emotive irrefrenabili. Queste derivano da qualcosa di magico ed hanno una forza di livello superiore, che diventa amore a prima vista, come quello di Charles Trevelyan per la sua Dino 206 GT, una Ferrari senza “cavallino rampante“. Ad accendere la fiamma della passione fu l’esemplare giallo che vide a Le Mans nel 1968. Immediata la decisione di comprare una vettura della stessa specie, anche se in tinta diversa.
Ancora oggi il matrimonio persiste, senza incrinature o segni di debolezza. Nessuna spinta verso il divorzio è maturata nel tempo. Anzi, l’amore per la coupé di Maranello si è ulteriormente consolidato. L’unione ha ormai raggiunto il cinquantesimo anniversario. Un compleanno anagrafico di notevole spessore.
In questo mezzo secolo “sotto lo stesso tetto”, l’auto si è trasformata in sorta di capsula del tempo. Rimasta quasi completamente originale, grazie alla perfetta conservazione, sembra quasi raccontare le attenzioni di cui è stata destinataria nel corso degli anni. Il signor Trevelyan ne va fiero. Il suo amore per la Dino 206 GT si coglie nella luce degli occhi, quando racconta la sua storia.
Al figlio Piers, con la consegna simbolica delle chiavi, ha assegnato il compito di dare, per un’altra generazione, continuità a questa straordinaria storia. Ferrari ha deciso di omaggiare la liaison con un suggestivo video, pubblicato sui suoi canali social. È un filmato tutto da guardare e che sa toccare le giuste corde emotive, non solo dei cultori del mito di Maranello. La storia è commovente, per i suoi aspetti umani e per il fascino inarrivabile del modello protagonista dei fotogrammi.
Anche se non porta il “cavallino rampante” sul cofano, questa è una creatura Ferrari al 100%. Sublime lo stile della carrozzeria, firmato Pininfarina, che l’ha consegnata all’eternità. Dal punto di vista estetico è una delle opere più affascinanti di sempre della casa di Maranello. Impossibile resistere alla sensualità dei suoi tratti, quasi completamente sinuosi, ma con qualche linea tagliente perfettamente inserita nella tela grafica generale. A tutti gli effetti è un capolavoro di design. Il suo look ha fatto scuola, segnando alcuni stilemi in uso persino oggi.

Nata nel 1967, la Dino 206 GT fece subito breccia nel cuore di tutti. La scelta di un marchio diverso da quello Ferrari fu la conseguenza del posizionamento di mercato più “popolare” e dell’insolita architettura propulsiva. I vertici aziendali, per evitare implicazioni negative sulla percezione del “cavallino rampante”, decisero di usare un nome diverso, su disposizione precisa di Enzo Ferrari.
Oltre che incredibilmente bella da vedere, questa berlinetta è anche molto gratificante da guidare. Oggi i 152 esemplari prodotti sono molto ricercati, anche per questo. Lo stesso dicasi per la successiva 246, di cilindrata più alta, che ebbe anche una fantastica versione scoperta, la GTS, dal fascino magnetico.
Tornando alla Dino 206 GT, stupisce il tenore prestazionale che è in grado di regalare, nonostante la piccola cilindrata del motore. Qui la spinta fa capo a un V6 da 2.0 litri, disposto in posizione posteriore centrale. Tre carburatori Weber doppio corpo provvedono alla sua alimentazione, con inebrianti abbuffate di ottani. La potenza massima tocca quota 180 cavalli, a 8.000 giri al minuto, esercitati su un peso a secco di soli 900 chilogrammi. Questo si traduce in uno scatto da 0 a 1.000 metri in 27 secondi e in una punta velocistica di 235 km/h.
Ciò che le cifre non raccontano è la finezza del suo comportamento stradale e il piacere di guida che si ricava al volante dell’auto emiliana. Con lei, ogni uscita si trasforma in un’esperienza esotica ed appagante, che fa bene allo spirito. Non c’è posto del mondo dove il suo corpo non susciti delle persistenti attenzioni, piene di ammirazione, per il suo stile da capolavoro d’arte.
La Dino 206 GT è una scultura dinamica, che può dominare la scena nei più importanti concorsi internazionali di eleganza. A lei potrebbe essere assegnato un posto centrale nella sala della Gioconda, al Louvre, senza che nessuno abbia da ridire. Credo non occorra aggiungere altro. A voi il video di questo fantastico gioiello Made in Italy. Buona visione!
Fonte | Ferrari
