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Deposito Avogadro passa a Sogin: lo Stato italiano paga, Stellantis incassa

Gestire scorie e combustibile irraggiato, evidentemente, non è esattamente un’attività “core” per il gruppo Stellantis.

Deposito Avogadro stellantis

C’è stato un tempo in cui la Fiat non si limitava a produrre Panda o 500, ma sognava in grande, puntando addirittura dritto all’atomo. Ebbene, quell’eredità radioattiva, un impianto di ricerca sperimentale in ambito nucleare, ormai di proprietà Stellantis, ha appena cambiato proprietario.

Deposito Avogadro stellantis

Il Consiglio dei Ministri, su proposta formale dei ministri Giorgetti e Pichetto Fratin, ha autorizzato Sogin ad acquisire il 100% di Deposito Avogadro, società finora controllata da Stellantis tramite Fca Partecipazioni. L’operazione riporta sotto il controllo pubblico un asset strategico situato a Saluggia, nel vercellese, chiudendo definitivamente un’epoca in cui il colosso dell’auto era un conglomerato industriale attivo persino nella ricerca energetica d’avanguardia.

Il sito in questione ospita, appunto, l’ex impianto Avogadro RS-1, un reattore spento nel lontano 1971, oggi pedina fondamentale nel complesso scacchiere del decommissioning nucleare nazionale. Gestire scorie e combustibile irraggiato, evidentemente, non è esattamente un’attività “core” per il gruppo guidato da Antonio Filosa, che preferisce giustamente concentrarsi sulle quattro ruote piuttosto che sulla sorveglianza di materiali del secolo scorso.

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Deposito Avogadro stellantis

Sebbene il prezzo ufficiale dell’operazione resti avvolto nel mistero, i numeri parlano chiaro. Deposito Avogadro è una realtà solida, con un bilancio 2024 che segna 3,9 milioni di euro di ricavi e un utile di circa 800 mila euro. Con un patrimonio netto di 6,75 milioni e una posizione finanziaria netta positiva per 18,6 milioni (frutto della gestione della liquidità interna a Stellantis), l’acquisizione dovrebbe aggirarsi su una cifra di pochi milioni di euro. Un vero affare per lo Stato, se consideriamo che l’obiettivo, ameno dichiarato, dell’esecutivo Meloni è quello di accelerare sulla decarbonizzazione industriale.

Il governo vuole così consolidare la filiera del decommissioning per preparare il terreno al ritorno dell’energia atomica. Il governo punta a un nuovo quadro normativo che superi i vecchi divieti referendari, mirando a reinserire le tecnologie nucleari di nuova generazione nel mix energetico nazionale entro il 2027.

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