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Airbag Takata, in Guadalupa è ancora roulette russa al volante

airbag takata

Avere un airbag Takata installato nel proprio veicolo non è proprio come avere un angelo custode pronto a proteggerti in caso di impatto. Lo sappiamo, ultimamente, somiglia molto più a viaggiare con una granata puntata dritta al petto. Il governo francese, stanco di mandare inviti a vuoto che probabilmente finiscono nel cestino insieme ai volantini delle solite offerte che guardiamo distrattamente, ha deciso di passare alle maniere forti per risolvere un’emergenza che sembra infinita.

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Nonostante gli appelli, si stima che ben 1,3 milioni di veicoli in Francia necessitino ancora di un richiamo urgente, il famigerato stato di “stop drive”, che tradotto significa: “scendi dall’auto e non toccare più quella chiave finché non cambiamo il pezzo”.

airbag takata

Per porre fine a questa sorta di roulette russa collettiva, dall’1 gennaio 2026 l’ispezione dei veicoli non sarà più solo una noiosa trafila su freni e gas di scarico. Durante il collaudo tecnico, gli ispettori avranno il compito specifico di dare la caccia agli airbag Takata. Se durante la verifica dovesse emergere la presenza di uno di questi componenti killer ancora soggetti a richiamo, la sentenza sarà immediata. Il veicolo sarà dichiarato non idoneo alla circolazione e dovrà essere sottoposto a una nuova ispezione solo dopo aver rimosso la minaccia.

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La situazione è particolarmente critica nei territori d’oltremare come la Guadalupa, anche questi francesi, dove circolano ancora 16.000 veicoli potenzialmente letali. Qui, la combinazione di umidità e temperature elevate non favorisce solo le vacanze, ma accelera il degrado dei propellenti degli airbag, rendendoli inclini a trasformarsi in trappole mortali in caso di attivazione.

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I dati, noti da tempo, sono da brividi. Dei 20 decessi registrati in Francia a causa dei componenti Takata, ben 18 si sono verificati proprio in queste regioni dal clima tropicale. Nonostante il censimento sia passato da 42.000 a 16.000 unità, l’amministrazione sta faticando a rintracciare gli ultimi proprietari “fantasma” che ignorano il rischio. Grazie al nuovo obbligo di verifica in sede di collaudo, la speranza è che anche i più distratti capiscano che è meglio un’ora in officina che un incidente mortale.

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