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Fiat Argenta, 40 anni fa Mirafiori salutava le berline a trazione posteriore

Fiat dedicò poche risorse allo sviluppo dell’Argenta. La Casa era infatti concentrata sulla Uno e sulla futura ammiraglia Croma.

fiat argenta

Qualche volta un “semplice” cambio di nome abbinato a un restyling può raddoppiare la carriera di un modello. Lo fece Fiat con successo, trasformando la Cinquecento nella Seicento e garantendole vent’anni di onorata carriera. Ma nel 1981, quando la Fiat 132 divenne l’Argenta, le cose andarono, dicendolo con il dovuto rispetto, diversamente.

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La genesi del modello fu travagliata, e il perché è semplice: Fiat dedicò poche, pochissime, risorse allo sviluppo dell’Argenta. La Casa era infatti concentrata su due modelli fondamentali e molto più strategici: la Uno (che non ha bisogno di presentazioni) e la futura ammiraglia Croma. Per questo motivo, si decise di ripartire dalla 132, realizzando un profondo restyling ma conservandone integralmente la corporatura e la meccanica.

fiat argenta

Esteticamente, l’Argenta si concentrò su frontale e coda, sfoggiando linee più nette e squadrate, grandi gruppi ottici dall’aspetto austero e un ampio ricorso alle cromature, il tutto incorniciato da grandi fascioni paracolpi in plastica. Lo stile, pur non avendo difetti evidenti, mancava di innovazione e modernità. Gli interni erano classici e fin troppo lineari, anche se lo spazio e le dotazioni erano abbondanti per l’epoca.

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fiat argenta

La meccanica, interamente ereditata dalla 132, non portò novità. L’Argenta fu l’ultima Fiat ad avere la trazione posteriore e il retrotreno a ponte rigido, una scelta che ormai risultava anacronistica. Debuttò con una gamma motori composta dal 1.6 da 98 CV e dal 2.0 a iniezione elettronica da 122 CV. Ma il vero “grido d’orgoglio” era il diesel 2.5 da 72 CV, facile da identificare grazie al grosso rigonfiamento sul cofano motore, una sorta di status symbol per chi andava a gasolio.

Un primo tentativo di rianimazione arrivò nel 1983 con un restyling concentrato sulla mascherina, dove comparve il nuovo logo Fiat a 5 barre oblique. La vera unica novità tecnica fu il primo turbodiesel mai visto su una Fiat, un’evoluzione del 2.5 litri che raggiunse i 90 CV.

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fiat argenta

L’ultima fiammata fu l’arrivo, nell’estate del 1984, della performante versione SX, spinta da un 2.0 bialbero con compressore volumetrico e 135 CV. Ma non bastò a salvare la situazione: l’anno seguente, l’auto uscì silenziosamente di scena. Si sa, quando la Casa Madre ti dimentica per concentrarsi sui best-seller, la Uno, il destino è segnato.