Alfa Romeo avrebbe dovuto lanciare un SUV di grandi dimensioni che avrebbe riportato il marchio nel segmento E dopo molto tempo. Questo modello lungo quasi 5 metri era stato pensato per fare bene negli Stati Uniti dove da sempre la casa automobilistica del biscione fa fatica tanto che si parlava addirittura della possibile produzione in loco forse in uno stabilimento Stellantis di Detroit. Questo modello era stato soprannominato E-Jet dall’ex CEO del biscione Jean Philippe Imparato che si era limitato dire che il design di questo modello era un qualcosa di mai visto prima non solo nella gamma di Alfa Romeo ma addirittura nell’intero mondo automotive suscitando grande curiosità.
Niente segmento E per Alfa Romeo: ma è davvero un bene per il futuro del biscione?
Tra l’altro si era anche parlato del possibile arrivo di un secondo modello nel segmento E una berlina fastback di grandi dimensioni che si sarebbe andata a collocare al di sopra di Giulia nella gamma del biscione. Questi progetti però sono stati accantonati come si è chiaramente capito dalle dichiarazioni del nuovo CEO di Alfa Romeo Santo Ficili. Questo infatti nei mesi scorsi ha detto chiaro e tondo che Alfa non tornerà nel segmento E che non rappresenta il territorio del brand che farà bene a concentrarsi nei segmenti in cui storicamente ha sempre fatto bene. In parole povere le future Giulia e Stelvio, che arriveranno tra fine 2027 e il 2028 e che aumenteranno leggermente di dimensioni rispetto alle versioni attuali, saranno le future top di gamma della casa automobilistica milanese.

Questa decisione ha visto l’approvazione di molti fan alfisti europei che giustamente ad un SUV di grandi dimensioni preferiscono una vettura più compatta e magari più simile ad una berlina. Quello che però noi ci stiamo già chiedendo da un po’ è se davvero Alfa Romeo abbia fatto bene a dire stop alle future auto di segmento E. Un brand premium globale che si rispetti a nostro avviso dovrebbe avere anche delle auto di grandi dimensioni soprattutto se si intende davvero fare bene in mercati difficili come quello americano quello cinese, quello medio orientale etc. A meno che l’idea di rendere Alfa un brand premium a livello mondiale non sia tramontata del tutto preferendo concentrarsi maggiormente sull’Europa. In quel caso tutto inizierebbe ad avere molto senso.
