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Opel Combo compie 40 anni: cinque le generazioni del modello

La Opel Combo è stata una felice compagnia di lavoro per molte persone, in tutta Europa.

Opel Combo A
Foto Opel Official

Anche i veicoli commerciali meritano i loro spazi celebrativi, specie se hanno avuto una carriera di successo come la Opel Combo. Questa proposta del “blitz“, basata inizialmente sulla Kadett-E Station Wagon, è giunta al quarantesimo compleanno. Il suo percorso di vita prese forma nel 1985, quando avvenne il debutto in società della prima generazione. Altre quattro maturarono negli anni a seguire, per tenere il prodotto al passo con le nuove esigenze del mercato.

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Insieme alla scomparsa di tante superfici vetrate, per evidenti ragioni legate ai bisogni del trasporto merci, l’auto in esame proponeva un tetto rialzato nella parte posteriore. Facile intuire come la scelta andasse incontro al bisogno di aumentare ulteriormente la capacità di carico. La Opel Combo prima serie, come già scritto, derivava dalla Kadett Station Wagon, versione familiare del noto modello della casa di Rüsselsheim, che si prestò come base, nella sua quinta declinazione.

Il debutto in società del modello avvenne a fine estate 1985, nella suggestiva cornice del Salone dell’Auto di Francoforte. In tale veste ebbe come sigla inaugurale quella di Opel Kadett Combo (Vauxhall Astramax sul mercato britannico), ma poi divenne Combo-A. Una scelta, quest’ultima, connessa al bisogno di distinguere il primo step del veicolo commerciale dalle generazioni successive.

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Otto anni dopo, quando le lancette del tempo segnavano il 1993, giunse il secondo step commerciale, con il nome di battesimo Combo-B. Anche in questo caso la presentazione al grande pubblico avvenne in occasione del Salone dell’Auto di Francoforte. Il veicolo non aveva più nulla a che vedere con quello di prima. Si trattava, infatti, di un mezzo completamente diverso, realizzato sulla piattaforma della Opel Corsa-B. La sua matrice risultava meno commerciale e più simile a quella di un furgone leggero.

Diverse le soluzioni innovative portate in dote, come lo scomparto portaoggetti ricavato davanti agli occupanti, nello spazio del cupolino nero anteriore. La sua originalità ne fa oggi una delle interpretazioni più apprezzate e impattanti della specie. Disponibile anche la versione Tour multispazio, per il trasporto persone, dove i finestrini laterali posteriori tornavano ad essere presenti nella trama espressiva generale.

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Nel 2001 giunse sul mercato la terza generazione della Opel Combo. Ancora una volta per il vernissage fu scelto il Salone dell’Auto di Francoforte: una prassi ormai consolidata per il modello. Nella nuova veste confermava le sue doti di creatura compatta, comoda, sicura e versatile. Base di lavoro fu questa volta la Corsa-D. Grandi le ambizioni commerciali, come dimostra la collocazione del mezzo nel segmento dei piccoli veicoli commerciali e dei multispazio a 5 porte, che in quel periodo storico rappresentavano un bacino di sbocco molto competitivo ed in grande espansione.

Opel Combo D
Foto Opel Official

Prodotta, come la generazione precedente, nello stabilimento portoghese di Azambuja, la Opel Combo del nuovo step era disponibile con un’ampia gamma di motorizzazioni a benzina, gasolio e metano, per soddisfare al meglio i diversi bisogni della clientela. Questa poteva giovarsi di una doppia porta posteriore oppure, nella versione passeggeri, di un ampio portellone. Gli spazi destinati alle persone ed alle merci si presentavano otticamente come una sola cosa, una sorta di “monocabina” che comprendeva il vano di carico nel progetto generale.

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Nel 2011 fece il suo debutto la quarta generazione della Opel Combo, svelata sempre nella stessa cornice salonistica. Qui la piattaforma era condivisa con la seconda generazione della Fiat Doblò, nell’ambito di un processo di sinergie industriali, le cui origini si legavano al desiderio di ottimizzare i cicli produttivi, per ridurre i costi. Anche la gamma dei propulsori era strettamente imparentata con quella del furgone italiano. Caratterizzata da un corpo vettura molto più grande delle precedenti versioni, la Combo-D era in grado di offrire più spazio per merci o passeggeri (a seconda dell’allestimento). Fu ancora una volta un successo.

Nell’estate del 2018, questa volta al Salone di Hannover, giunse in società la quinta generazione del modello, che ebbe il nome di battesimo di Opel Combo-E, cui andò il titolo di furgone dell’anno, anzi di International Van of the Year 2019. Il premio giunse in virtù del piacere di guida che regalava, degli innovativi sistemi di assistenza alla guida (come l’indicatore di sovrappeso con sensori) e dei bassi costi di gestione.

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Questa interpretazione nasceva utilizzando pianale e scocca delle nuove generazioni di Citroën Berlingo e Peugeot Rifter, con passo normale oppure lungo. Ottima la visibilità, grazie a soluzioni intelligenti come la seconda telecamera nello specchietto retrovisore esterno lato passeggero, che riduceva l’angolo cieco del veicolo. La Opel Combo Cargo ricevette molti apprezzamenti anche per il nuovo sistema di protezione della fiancata Flank Guard, anch’esso basato su sensori.

Fonte | Opel

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