Dopo oltre 17 anni, il trio delle case automobilistiche di Detroit, e non solo, è stato convocato al Congresso il 14 gennaio. L’ultima volta che i CEO di Ford, Jim Farley, General Motors, Mary Barra, e Stellantis, Antonio Filosa, avevano testimoniato pubblicamente era stato solamente nel 2008, quando la crisi finanziaria minacciava di spazzare via l’intera industria.
L’imminente udienza, presieduta dal Senatore repubblicano Ted Cruz e intitolata “L’acceleratore [il pedale] alla politica”, si concentrerà su temi scottanti, in primis l’accessibilità economica dei veicoli e la difficile transizione ai veicoli elettrici. A completare il panel con Stellantis, GM e Ford, un ospite d’onore: Lars Moravy, vicepresidente dell’ingegneria di Tesla, Inc., a simboleggiare la nuova era dell’industria auto americana.

I repubblicani della Commissione per il commercio hanno già messo le mani avanti, presentando l’incontro come l’opportunità perfetta per esaminare “come le regolamentazioni radicali sul riscaldamento globale e le tecnologie obbligatorie abbiano fatto aumentare il costo dei veicoli per i consumatori americani”.
I numeri, d’altronde, sono impressionanti. Secondo la compagnia di consulenza Cox Automotive, il prezzo medio di un veicolo nuovo (tra auto e pick-up non di grandi dimensioni) ha superato per la prima volta i 50.000 dollari a settembre, andando ben al di sopra dei circa 32.500 dollari di un decennio fa. L’analista Erin Keating ha spiegato che la tendenza è dettata da un mix di fattori, tra cui l’inflazione e, soprattutto, un mix equilibrato di veicoli elettrici e veicoli di fascia alta che ha spinto il prezzo medio in “territori inesplorati”.
L’obiettivo dell’udienza per i grandi nomi dell’auto resta però quello di esaminare come l’interferenza del governo continui a rendere i veicoli troppo costosi e “fuori dalla portata dei clienti americani”. L’incontro di gennaio con Stellantis, GM e Ford non sarà solo uno scontro politico, ma una rara opportunità per i legislatori di confrontarsi con i dirigenti del settore più grande del commercio al dettaglio, specialmente in vista della revisione obbligatoria dell’accordo di libero scambio USMCA (Stati Uniti, Messico e Canada).
