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Alfa Romeo Giorgio: dalla GTV alla 8C, dall’E-SUV alla Giulia a passo lungo, tante occasioni sprecate

Leggera, con trazione posteriore e equilibrio dinamico, Giorgio rappresentava la base tecnica ideale per il rilancio del Biscione

Alfa Romeo GTV - Piattaforma Giorgio

La piattaforma Giorgio era destinata a segnare un nuovo capitolo per Alfa Romeo, promettendo innovazione e prestigio. Tuttavia, si è trasformata in un simbolo di potenzialità non sfruttate e di occasioni perse. Recentemente, è tornata sotto i riflettori, celebrata come un esempio eccellente dell’ingegneria italiana e del piacere di guida tipico del marchio. Nonostante questo riconoscimento, il percorso della piattaforma è stato complesso e irregolare, lontano dalla linearità dei successi inizialmente attesi. Giorgio resta così un mix di eccellenza tecnica e opportunità mancate, un capitolo emblematico della storia recente di Alfa Romeo.

Alfa Romeo Giorgio: il potenziale della piattaforma lanciata da Sergio Marchionne è rimasto in gran parte inespresso

Nel 2018, al Capital Markets Day di FCA sotto la guida del compianto Sergio Marchionne, Alfa Romeo appariva pronta a intraprendere una nuova fase della sua storia. Il piano industriale presentato prevedeva il lancio di sette modelli entro il 2022, tutti basati sulla piattaforma Giorgio, cuore tecnologico del rilancio del marchio, nata per Giulia e Stelvio e considerata tra le più raffinate del gruppo. Leggera, con trazione posteriore e equilibrio dinamico, Giorgio rappresentava la base tecnica ideale per il rilancio del Biscione.

“Con Giulia e Stelvio abbiamo posto le fondamenta del futuro”, dichiarò allora Tim Kuniskis, allora a capo di Alfa Romeo e Maserati. Parole che avrebbero dovuto segnare l’inizio di una nuova era, ma che in realtà segnarono l’apice di un sogno a metà. Il progetto Alfa Romeo era ambizioso: due SUV inediti, la nuova GTV, la rinascita della 8C e versioni a passo lungo di Giulia e Stelvio per il mercato cinese. Gli obiettivi parlavano chiaro: 400.000 auto l’anno, sei modelli ibridi plug-in e margini del 10%. La piattaforma Giorgio avrebbe dovuto sostenere questa espansione, con varianti sportive, trazioni integrali e declinazioni modulari.

Alfa Romeo 8C

Poi arrivò il rallentamento. La corsa all’elettrificazione totale modificò la strategia: i motori Diesel furono esclusi dai piani, la rete produttiva non trovò continuità, e molte idee furono accantonate. Gran parte del know-how Alfa Romeo confluirono in Maserati: la piattaforma Giorgio divenne la base di Grecale, GranTurismo e GranCabrio.

Jean-Philippe Imparato, oggi alla guida di Maserati, l’ha definita “uno stato dell’arte totalmente italiano”, un riconoscimento della qualità tecnica e della versatilità della piattaforma, ma che suona come una rivincita mancata per Alfa Romeo. I modelli previsti dal piano Alfa Romeo – dalla GTV alla 8C, fino ai SUV di segmento E e compatto e le versioni a passo lungo – rimangono un capitolo affascinante e controverso dell’industria italiana. Giorgio ha dimostrato il suo valore, ma la sua piena realizzazione è avvenuta sotto un altro stemma.

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