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Antonio Filosa: “L’Europa distruggerà la sua stessa industria, non siamo pronti per il divieto dei motori termici”

“Se dobbiamo montare batterie da 10.000 euro su ogni vettura, come possiamo mantenere prezzi accessibili?”

Antonio Filosa

Antonio Filosa lancia l’allarme: “Se l’Europa continuerà su questa strada distruggerà la sua stessa industria” ha detto il numero uno di Stellantis aggiungendo che il vecchio continente non è ancora pronto allo stop ai motori termici per il 2035 così come deciso dall’Unione Europea.

Il nuovo CEO di Stellantis, Antonio Filosa, non usa mezzi termini per spiegare la difficile situazione dell’auto in Europa

Antonio Filosa ha detto ciò parlando con la stampa francese mentre era in visita allo stabilimento di Rennes, uno dei simboli dell’industria automobilistica francese. Ogni giorno escono dalla catena di montaggio 400 auto e vi lavorano 1.500 persone. “È uno dei pochi settori che crea ancora valore reale in Francia, insieme all’aviazione. Quando vedo l’orgoglio dei dipendenti e dei loro figli, so che stiamo facendo qualcosa di importante”, afferma il manager italiano, che ha preso il comando di Stellantis solo pochi mesi fa al posto di Carlos Tavares.

In una conversazione con i giornalisti Guillaume Bertrand, Sandra Doucet e Antoine Coquery, Antonio Filosa affronta pubblicamente per la prima volta una questione chiave che divide i produttori europei: la decisione della Commissione Europea di vietare la vendita di nuove auto con motore a combustione interna a partire dal 2035. “Dal nostro punto di vista – e questa posizione è condivisa dalla maggior parte delle aziende – la Commissione Europea dovrebbe essere invitata a rivedere questo regolamento. Questo è irrealizzabile nelle circostanze attuali. L’Europa non è pronta. Noi non siamo pronti”, afferma Filosa.

Antonio Filosa

Secondo il CEO di Stellantis, i principali beneficiari della corsa europea verso l’elettromobilità sono i costruttori cinesi, capaci di proporre auto elettriche più economiche e sviluppate in tempi record. “Se l’Europa insiste su questa accelerazione, rischia di distruggere la propria industria, con gravi conseguenze per il mercato, i consumatori e migliaia di posti di lavoro”, afferma Antonio Filosa. Oggi, la maggior parte dei componenti per i veicoli elettrici — dalle batterie all’elettronica — proviene da paesi extraeuropei, soprattutto dalla Cina. Costruire una filiera locale richiederà tempo e ingenti investimenti. “Chiediamo solo lo stesso tempo che ha avuto la Cina per prepararsi alla transizione. Servono altri dieci anni: entro il 2045 potremo offrire auto elettriche davvero accessibili”.

Antonio Filosa denuncia anche la fine delle auto economiche: “Sei anni fa c’erano 47 modelli sotto i 15.000 euro, oggi ne resta solo uno”. La causa, secondo lui, è l’imposizione normativa europea. “Se dobbiamo montare batterie da 10.000 euro su ogni vettura, come possiamo mantenere prezzi accessibili?”. In gioco ci sono centinaia di migliaia di posti di lavoro e il futuro stesso dell’industria automobilistica europea.