Le case automobilistiche cinesi non guardano più solo al mercato interno: l’obiettivo è conquistare la scena globale. Secondo Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, questo scenario non è solo plausibile, ma potrebbe trasformarsi in una vera e propria salvezza per l’industria automobilistica europea.
Carlos Tavares prevede che sopravviveranno solo cinque o sei case automobilistiche globali
Tavares, noto per il suo stile diretto e senza filtri, sostiene che marchi come BYD e Geely non solo riusciranno a resistere alla crisi globale, ma potrebbero emergere come i protagonisti rimasti sul mercato. “Si stanno aprendo molte belle finestre per i cinesi”, ha dichiarato al Financial Times. “Il giorno in cui una casa automobilistica occidentale sarà sull’orlo della chiusura, una cinese arriverà, prenderà le fabbriche e salverà i posti di lavoro”.
Da quando ha lasciato Stellantis quasi un anno fa, Tavares ha dedicato il suo tempo alla scrittura di un libro di memorie e a una serie di interventi sulla stampa, offrendo analisi acute sul futuro dell’industria. Non ha risparmiato critiche alla politica europea: il divieto delle nuove auto a combustione interna entro il 2035, secondo lui, ha costretto le aziende a investimenti enormi e rischiosi, stimati in oltre 100 miliardi di euro, che potrebbero rivelarsi vani.
Il dirigente conosce bene il mondo cinese: sotto la sua guida Stellantis aveva acquisito il 20% di Leapmotor, un’operazione che definisce strategica per l’espansione internazionale del marchio, ma che lascia intuire ambizioni future dei partner cinesi. Tavares è convinto che, nei prossimi 10-15 anni, solo poche case automobilistiche globali sopravviveranno, tra cui Toyota, Hyundai, BYD e forse un altro gruppo cinese come Geely. Altri marchi verranno assorbiti dai più forti, e, sorprendentemente, Stellantis non figura tra i sopravvissuti.
In un’industria in rapida trasformazione, le parole di Tavares non sono solo previsioni: sono un monito per l’Europa. Il continente rischia di perdere terreno se non saprà adattarsi al cambiamento e all’inarrestabile ascesa dei produttori cinesi, pronti a diventare non solo concorrenti, ma veri e propri salvatori del settore.


