I primi 40 anni di vita della Opel furono baciati da un milione di vetture prodotte. L’importante traguardo numerico fu messo a segno nel 1940 da una Kapitan, grande berlina con motore a 6 cilindri. A quella vettura, con carrozzeria portante in acciaio, andò un posto nella storia anche per la performance messa a segno in termini di volumi aziendali.
Ovviamente questi ultimi si fecero molto più rilevanti nell’epoca successiva, per la crescente democratizzazione del prodotto automobilistico, reso accessibile a un numero sempre più alto di persone. Le cifre raccontano con chiarezza questo cambio di passo. Dal 1947 al 2025, quindi negli ultimi 78 anni, le Opel prodotte e consegnate alla clientela sono state oltre 125 milioni. Un dato impressionante, che sottolinea ancora una volta la portata della trasformazione dell’industria automobilistica mondiale dal secondo dopoguerra.
Come avrete notato, mancano i dati numerici relativi al periodo dal 1941 al 1946. Un fatto connesso alla sospensione della produzione del “blitz” e alla quiescenza delle sue catene di montaggio durante la parentesi bellica, per imposizioni esterne. La vita aziendale recuperò un ciclo normale quando le lancette del tempo segnarono il 1947.
Tornando al 1940, nel mese di ottobre fu completata, come già scritto, la milionesima automobile Opel. In quei giorni trovò ribalta mediatica il valore di una caratteristica di quella vettura: la presenza di una cabina in acciaio. Questa avvolgeva gli occupanti, regalando loro una protezione molto più alta rispetto alle costruzioni in voga in quegli anni, dove carrozzeria e telaio erano tenute insieme da alcuni bulloni.
Fu un progresso rilevante in termini di sicurezza passiva, anticipando un tema che negli anni assunse un peso specifico sempre maggiore nella cultura automobilistica e nelle architetture normative. I responsabili del “blitz” erano soddisfatti del risultato raggiunto, che precorreva i tempi.
Fra le altre caratteristiche della Opel Kapitan meritano di essere menzionate le sospensioni anteriori indipendenti con barra stabilizzatrice e gli ammortizzatori idraulici. In quegli anni non erano soluzioni rituali, come non lo erano il riscaldamento ad acqua con ventilatore elettrico e le bocchette per il disappannamento del parabrezza, entrambe presenti nel modello.
Buono il livello di comfort garantito dai sedili imbottiti e dalla possibilità di regolare quelli anteriori. Cose oggi normali e scontate, ma non così ovvie nel passato. Sulla berlina della casa automobilistica tedesca fecero il loro debutto le cosiddette “fessure per il suono”, antesignane dei moderni sistemi radio con amplificatore. Una soluzione di svolta, che ha regalato emozioni aggiuntive ai viaggi, resi più gradevoli e rilassanti.
L’accoglienza del modello fu calorosa, anche da parte degli organi di informazione. Il giornale di Kassel definì la Opel Kapitan “il capolavoro per eccellenza dell’industria automobilistica tedesca”. Dal mercato giunse il conforto empirico dell’apprezzamento. I volumi commerciali raggiunsero livelli molto sostenuti, in relazione alla categoria. Nei pochi mesi che separarono il lancio del modello dallo scoppio della seconda guerra mondiale furono costruiti e venduti 25.374 veicoli della specie (versione cabriolet compresa). Chapeau!




