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Preoccupazioni di Stellantis sui dazi americani: “dannoso” l’accordo commerciale con il Giappone

Stellantis ha già quantificato l’impatto delle politiche doganali statunitensi conseguenti ai nuovi dazi in oltre 300 milioni di euro.

dazi doganali, stati uniti

Preoccupazione crescente nel settore auto statunitense, e non può essere altrimenti. Ieri un’associazione che rappresenta General Motors, Ford e Stellantis ha sollevato critiche nei confronti di un nuovo possibile accordo commerciale che potrebbe ridurre i dazi doganali sulle importazioni di veicoli dal Giappone al 15%, mantenendo invece l’attuale tariffa del 25% per i veicoli provenienti da Canada e Messico.

dazi doganali, stati uniti

Matt Blunt, presidente dell’American Automotive Policy Council (AAPC), ha espresso perplessità dichiarando che l’accordo, ancora in fase di analisi, rischia di penalizzare chi costruisce auto in Nord America con alto contenuto locale, a vantaggio di veicoli giapponesi con quasi nessuna componente prodotta negli Stati Uniti. “Un’intesa simile sarebbe un danno evidente per l’industria americana e per migliaia di lavoratori del settore”, ha affermato.

Nel frattempo, il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato nuove misure protezionistiche, ipotizzando aumenti dei dazi fino al 30% sul Messico e 35% sul Canada a partire dal prossimo 1 agosto. Tuttavia, dalla Casa Bianca il portavoce Kush Desai ha definito l’accordo con Tokyo “una vittoria epocale per le case automobilistiche americane”, sostenendo che metta fine alle barriere commerciali ingiuste imposte dal Giappone alle auto prodotte negli USA.

donald trump

Gli effetti delle politiche tariffarie recenti, però, si fanno sentire. GM ha annunciato perdite per 1,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre, con previsioni di ulteriori impatti negativi nei mesi successivi. Stellantis, dal canto suo, ha quantificato l’impatto delle politiche doganali statunitensi in oltre 300 milioni di euro e ha già avviato una riduzione delle spedizioni e della produzione.

Anche un precedente accordo siglato con la Gran Bretagna ha attirato critiche. Secondo l’AAPC, la concessione di una quota di 100.000 veicoli a tariffa ridotta del 10% danneggerebbe il comparto produttivo americano. Trump ha inoltre parzialmente alleggerito i dazi su componenti e materiali, mantenendo però i dazi del 25% sulle auto finite, e ha esteso l’esenzione doganale per le parti prodotte in Nord America conformi agli accordi di libero scambio tra States, Canada e Messico.