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Cinghia a bagno d’olio: non è solo un problema di Stellantis

Anche Volkswagen e Ford in passato hanno dovuto fare i conti con lo stesso problema

Motori PureTech

Il problema della cinghia a bagno d’olio che da diversi mesi fa discutere i proprietari di molte auto di Stellantis in realtà non è un problema solo del gruppo automobilistico guidato dal nuovo CEO Antonio Filosa. Prima di Stellantis, anche Ford e Volkswagen avevano sperimentato l’uso della cinghia in bagno d’olio. La soluzione, almeno sulla carta, sembrava promettente: più silenziosa, teoricamente meno soggetta a usura e capace di durare quanto il motore stesso. Un’alternativa più economica e raffinata rispetto alla catena tradizionale. Tuttavia, la pratica ha mostrato limiti evidenti: l’olio motore non è innocuo, contiene residui, detriti e additivi che col tempo danneggiano la gomma della cinghia.

Il problema della cinghia a bagno d’olio nonm è solo di Stellantis, anche altre case hanno sperimentato il suo uso

Cinghia a bagno d'olio

Il risultato? Quella che doveva ridurre i costi di manutenzione si è trasformata in un problema costoso per migliaia di automobilisti. Ford è stata la prima a provarla sui motori EcoBoost dal 2012, mentre Volkswagen l’ha adottata in parte, limitandone l’uso alla pompa dell’olio nei motori TDI. Stellantis ha scelto di affidare ai motori PureTech 1.2 litri la cinghia in bagno d’olio come componente chiave del sistema. Purtroppo, quando la cinghia ha iniziato a deteriorarsi, i frammenti di gomma hanno ostruito pompe, filtri e condotti, causando il blocco della lubrificazione e portando alla rottura di molti motori.

Puretech

Ford è riuscita a uscire dalla situazione prima che esplodesse, tornando in silenzio alla catena su diversi modelli. Volkswagen, coinvolta in misura minore perché usava questo sistema solo per la pompa dell’olio, è rimasta quasi indenne.

Stellantis, invece, ha insistito per anni, proponendo soluzioni temporanee come rivestimenti protettivi e oli specifici, senza però risolvere il problema. Quasi tutti i modelli del gruppo sono stati coinvolti: Peugeot, Citroën, DS, Opel, Fiat e persino Toyota. I costi di manutenzione sono aumentati e ora Stellantis sta procedendo ai rimborsi.