Il 16 gennaio 2025, Stellantis ha introdotto una piattaforma dedicata alla gestione dei reclami per i clienti che hanno riscontrato problemi con i motori a benzina tre cilindri 1.0 e 1.2 PureTech (EB2)\*. Questo strumento è stato pensato per permettere agli automobilisti insoddisfatti di richiedere un rimborso per le spese sostenute nella riparazione del proprio veicolo. A maggio, il gruppo automobilistico ha comunicato di aver ricevuto più di 8.200 richieste solo in Francia, ma circa il 40% è stato respinto.
In Francia le vittime del motore PureTech non risarcite si rivolgono all’Ufficio Antifrode
Tale percentuale ha suscitato forti critiche: come riporta l’Argus, molti utenti, contrariati dalla rigidità dei criteri adottati per i rimborsi, hanno deciso di rivolgersi alla Direzione Generale per la Concorrenza, il Consumo e la Repressione delle Frodi (DGCCRF), accusando Stellantis di adottare pratiche commerciali scorrette e lesive della concorrenza. La questione ha così assunto una dimensione più ampia, alimentando un crescente malcontento tra i consumatori.
Come riporta l’Argus, il 2 novembre 2023, le vittime della dubbia affidabilità dei motori PureTech 1.0 e 1.2 si sono unite in un’associazione chiamata 1901 Law, che ora conta 528 membri in tutta la Francia. Il gruppo Facebook dedicato a questo caso conta quasi 55.000 iscritti, una cifra commisurata alla diffusione di questo motore, che equipaggia circa 500.000 veicoli solo in Francia. Il 24 giugno 2025, l’associazione ha annunciato di aver contattato la DGCCRF per richiedere “l’apertura di un’indagine e misure severe per la tutela dei consumatori” contro Stellantis, parallelamente alla class action in corso contro Peugeot, Citroën, DS e Opel.
Il gruppo denuncia pratiche commerciali ingannevoli consistenti nel far credere ai clienti di ottenere un risarcimento per i danni subiti dal motore Puretech tramite la piattaforma di reclamo creata dal gruppo automobilistico. “Dietro la promessa di un risarcimento, questa piattaforma offre in realtà solo un rimborso parziale, soggetto a condizioni restrittive, senza coprire danni morali o materiali o costi aggiuntivi”, spiega. Va detto che questa piattaforma accetta solo reclami relativi a un consumo eccessivo di olio e/o a un deterioramento prematuro della cinghia di distribuzione verificatosi tra l’1 Gennaio 2022 e 31 dicembre 2024.
Le richieste avanzate dai clienti si limitano esclusivamente al rimborso delle spese di riparazione delle loro auto con motore PureTech, escludendo qualsiasi altra forma di indennizzo. Più che un vero e proprio risarcimento, si tratta di un “ristoro economico”, definizione scelta con attenzione da Stellantis. Anche la scelta del termine “richiesta” al posto di “compensazione” per il portale online sembra volta a evitare implicazioni legali più ampie.
Resta da vedere se queste cautele lessicali basteranno a placare l’attenzione della DGCCRF: l’esito delle indagini, che richiederanno mesi, dipenderà anche dalle giustificazioni fornite dal gruppo. Un altro aspetto contestato riguarda l’obbligo di rivolgersi esclusivamente a officine della rete Stellantis per diagnosi e riparazioni delle auto con motore PureTech. Secondo l’associazione dei consumatori, questo vincolo limita la libertà degli utenti e potrebbe configurarsi come pratica anticoncorrenziale. Tuttavia, solo l’autorità antifrode potrà stabilirlo con certezza.