Il fantasma dello scandalo Takata è tornato a colpire l’industria automobilistica europea. Stellantis avrebbe deciso di sospendere immediatamente la circolazione di 441.000 veicoli, in particolare si parla di Citroen C3 e DS3, dotati di airbag difettosi prodotti dal colosso giapponese ormai fallito.
Il drastico provvedimento, denominato “stop drive”, arriva dopo un tragico incidente a Reims, in Francia, dove una donna ha perso la vita a causa dell’esplosione dell’airbag Takata all’interno della sua auto. Il richiamo interessa auto fabbricate tra il 2009 e il 2019, con la maggior parte dei veicoli venduti in Francia (82.000 unità), seguita da Germania, Belgio e altri mercati europei.
Già nel 2024 era stata avviata una campagna di richiamo nel sud della Francia, con una seconda prevista nel nord nel corso del 2025. Tuttavia, l’urgenza degli ultimi eventi ha accelerato la tabella di marcia. Il problema degli airbag Takata è noto da anni: il sistema utilizza un propellente chimico instabile che, esposto a calore e umidità, può degradarsi e provocare esplosioni violente con schegge metalliche. Un pericolo mortale che in Francia ha già causato 18 vittime, oltre a numerosi feriti.
Il richiamo sugli airbag Takata non riguarda solo Stellantis, infatti sono coinvolti anche Honda, Toyota, Nissan, BMW, Volkswagen, Ford, Tesla e Ferrari, con milioni di airbag già sostituiti a livello globale. Adesso l’Europa vedrà diverse centinaia di migliaia di veicoli inevitabilmente oggetto di “blocco”.
In Italia, la questione Takata è arrivata nelle aule di tribunale, per cui, infatti, il Tribunale delle Imprese di Torino ha dato il via libera alla class action promossa da Codacons, Adusbef e Assourt, contro Stellantis e Groupe PSA Italia. L’iniziativa legale coinvolge circa 190.000 veicoli immatricolati tra il 2009 e il 2019, con un risarcimento potenziale di 285 milioni di euro. I consumatori possono aderire alla causa per chiedere indennizzi per i rischi subiti, la svalutazione del mezzo e la sua eventuale inutilizzabilità.