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Nessuna proroga sugli airbag Takata: la Corte di Appello di Torino respinge il reclamo di PSA

La sentenza ribadisce a PSA Italia un principio fondamentale: non è ammissibile ritardare o sottovalutare campagne di richiamo.

citroen c3

La Corte d’Appello di Torino ha posto la parola fine a una delle controversie più delicate riguardanti la sicurezza stradale degli ultimi anni. Il reclamo presentato da PSA Italia contro il provvedimento del tribunale relativo alla campagna di richiamo per le Citroen C3 e DS3 con airbag difettosi è stato respinto completamente. In altre parole, il colosso automobilistico, oggi parte del gruppo Stellantis, è stato giudicato non conforme e dovrà rispettare le disposizioni già emanate dal tribunale torinese, senza possibilità di proroghe o giustificazioni.

La questione nasce da un serio allarme relativo a componenti di sicurezza installati su decine di migliaia di vetture. Gli airbag montati su specifiche versioni di C3 e DS3 presentano un difetto che potrebbe causare l’esplosione incontrollata del dispositivo, con il rischio concreto di “proiettili” metallici all’interno dell’abitacolo. Si tratta di un problema conosciuto a livello globale, riconducibile allo scandalo Takata, il più vasto richiamo nella storia dell’industria automobilistica, che ha coinvolto oltre 100 milioni di airbag, provocando centinaia di feriti e più di 30 decessi confermati.

ds3, interessata da richiamo psa

Mentre alcune case hanno risposto prontamente, PSA Italia è stata accusata da associazioni dei consumatori di non aver agito con la dovuta tempestività. A denunciare il caso in Italia sono stati Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, che hanno portato la controversia davanti alla giustizia, sostenendo che PSA non abbia adeguatamente informato i clienti né effettuato i richiami entro i termini prescritti.

Il tribunale di Torino aveva già dato ragione ai consumatori, imponendo all’azienda l’obbligo di eseguire gli interventi. Tuttavia, PSA aveva presentato ricorso, sostenendo la correttezza delle proprie azioni, tentativo ora completamente bocciato dalla Corte d’Appello. Un duro colpo non solo legale, ma anche d’immagine per l’azienda.

La sentenza ribadisce a PSA Italia un principio fondamentale: non è ammissibile ritardare o sottovalutare campagne di richiamo che riguardano la sicurezza degli utenti. L’interesse collettivo deve prevalere sulle strategie difensive aziendali, imponendo trasparenza, rapidità e responsabilità alle imprese. Il problema concreto resta. Infatti, quanti esemplari di Citroen C3 e DS3 con airbag potenzialmente difettosi sono ancora in circolazione in Italia?

citroen c3

Le associazioni che hanno agito contro PSA Italia hanno stimano oltre 60.000 vetture coinvolte, ma il dato potrebbe essere sottostimato. Non tutti i proprietari sono stati contattati o hanno potuto prenotare la sostituzione in tempi rapidi, con liste d’attesa che si protraggono per settimane. Inoltre, molte auto sono state rivendute senza che i nuovi proprietari ricevessero informazioni adeguate.

Il Codacons ha chiesto al Ministero dei Trasporti un controllo indipendente sulla campagna di richiamo. Inoltre invita i cittadini a verificare subito se la propria vettura rientra tra quelle coinvolte. A tal prtoposito si può consultare il sito ufficiale del produttore o rivolgersi ai centri assistenza autorizzati. È attivo anche uno sportello dedicato per chi ritiene di aver ricevuto comunicazioni incomplete o contraddittorie.