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Fiat Chrysler: grave incidente ad un operaio nello stabilimento di Kokomo in Indiana

Fiat Chrysler

Nello stabilimento Fiat Chrysler a Kokomo in Indiana mercoledì scorso un grave incidente si è verificato con il ferimento di un operaio della fabbrica di FCA. Secondo il corpo dei vigili del fuoco di Kokomo, una squadra di soccorso si è recata presso l’impianto dopo aver ricevuto la segnalazione che un lavoratore era rimasto intrappolato. Quando i vigili del fuoco sono arrivati nella fabbrica hanno trovato un uomo incastrato con la parte inferiore del suo corpo dentro ad un macchinario. Successivamente l’uomo è stato liberato e ricoverato in ospedale. Per il momento però non sono stati forniti dettagli sulle sue condizioni o sulla prognosi per il recupero. Il sindacato UAW, per il momento, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’incidente.

Fiat Chrysler: a Kokomo in Indiana un grave incidente ha coinvolto mercoledì scorso un dipendente del gruppo

A luglio, i lavoratori di quattro impianti di Fiat Chrysler a Kokomo, hanno votato in modo schiacciante per l’autorizzazione agli scioperi per centinaia di rimostranze irrisolte. I lavoratori sono arrabbiati per il deterioramento delle condizioni di sicurezza e il trattamento dei lavoratori part-time temporanei, che sono costretti a lavorare fuori orario. Un dipendente dello stabilimento che è voluto rimanere anonimo avrebbe raccontato che il lavoratore ferito è stato trasportato in aereo in un ospedale di Indianapolis a causa della gravità delle sue ferite. “Tutti dovrebbero essere indignati”, ha detto il lavoratore. “Questo dovrebbe essere un impianto di produzione di elevata sicurezza, ma a quanto pare le cose non stanno così”.

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L’incidente che si è verificato nello stabilimento Fiat Chrysler di Kokomo mette in evidenza la serietà delle lamentele da parte dei lavoratori di Fiat Chrysler in merito alle condizioni di sicurezza che hanno motivato una richiesta di sciopero. Negli impianti FCA di Kokomo vengono praticamente prodotte tutte le trasmissioni utilizzate negli stabilimenti nord americani dell’azienda del numero uno Mike Manley. Uno sciopero porterebbe rapidamente all’arresto degli impianti di assemblaggio nell’intero continente. 

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