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Operaio Stellantis critica il premio destinato ai dipendenti del Gruppo “è un premio di schiavitù”

Due giorni fa Stellantis aveva annunciato profitti da record in merito ai risultati ottenuti dal Gruppo nell’arco del 2022

Stellantis
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Due giorni fa Stellantis ha annunciato profitti da record in merito ai risultati ottenuti dal Gruppo nell’arco del 2022, una condizione che ha permesso di garantire ai lavoratori 2 miliardi di euro in premi. Di questi, sono 1.879 euro lordi quelli destinati agli oltre 45.000 dipendenti del Gruppo presenti in Italia secondo una suddivisione che verrà garantita fra i mesi di febbraio e aprile.

Di certo la distribuzione dei dividendi propende a favore del management e della proprietà del Gruppo, una condizione che è poco piaciuta nell’ambiente degli operai di casa Stellantis e in quello gestito dalle sigle sindacali. Nello specifico, se i sindacati firmatari del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL) hanno sottolineato quelli che sono gli effetti positivi del premio proposto da Stellantis, di parere opposto appare la FIOM.

La reazione di un lavoratore dello stabilimento Stellantis di Melfi

Come si diceva, oltre che la FIOM, a fornire pareri discordanti sul premio proposto ai lavoratori italiani ci sono le voci dei dipendenti di Stellantis. Proprio in queste ore sulla testata online Basilicata24 sono infatti apparse alcune dichiarazioni di un lavoratore dello stabilimento Stellantis di Melfi, in merito al premio che il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA elargirà ai dipendenti italiani in questi mesi.

Secondo l’intervistato si tratterebbe soltanto di “fumo negli occhi”. Il dipendente dello stabilimento del Gruppo in provincia di Potenza ha ammesso che presto alcuni reparti saranno accorpati, con un’operazione utile a ridurre i posti di lavoro a disposizione aggiungendo che “lavoriamo uno schifo, praticamente a chiamata e con un avviso che arriva anche due ore prima del turno”. Su questo tema, proprio lo stabilimento di Melfi registra oggi uno stop produttivo che si protrarrà fino a martedì prossimo quando torneranno sulle linee i lavoratori delle Unità Lastratura, Verniciatura e Stampaggio.

Il dipendente sentito da Basilicata24 ha poi aggiunto che, essendo il premio lordo, i dipendenti del Gruppo otterranno circa 1.200 euro netti “o poco più di premio tra febbraio e aprile, ma oltretutto questo è solo fumo negli occhi, perché con l’altra mano l’azienda ci sta schiavizzando sempre più”. In riferimento a questa affermazione, il lavoratore ha aggiunto che a Melfi, negli ultimi mesi, si lavora con giorni “di massima produzione” che vengono alternati a intere giornate in cui “stiamo fermi”. In pratica, “è come se fosse già un lavoro a chiamata, seppur mascherato. L’altro giorno mi hanno avvisato che dovevo scendere in fabbrica 2 ore prima del turno, non facevo in tempo neanche a prendere il pullman”.

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Lo stabilimento Stellantis di Melfi

C’è lo spettro del taglio di nuovi posti di lavoro

La condizione tuttavia potrebbe mutare in accordo con l’annoso spettro del taglio dei posti di lavoro. Il lavoratore sentito da Basilicata24 ha infatti ammesso che esistono delle voci di corridoio che fissano già un prossimo accorpamento di alcuni reparti. Tale modo di fare prevede che venga messo in atto un taglio del personale, “con cassa a rotazione, che toccherà, guarda caso, sempre alcuni e meno altri che sono più sponsorizzati”, ha aggiunto.

Di conseguenza, il premio che Stellantis elargirà ai propri dipendenti su scala globale (compresi appunto quelli italiani) viene visto dal lavoratore come un vero e proprio “premio di schiavitù” perché “ci vogliono schiavi, con meno diritti, ma felici e contenti”. Poi il lavoratore ha proposto alcune soluzioni e prerogative che Stellantis, secondo il suo punto di vista, dovrebbe tenere in considerazione. A cominciare da un adeguamento dei salari all’inflazione o alla possibilità di “farci lavorare con dignità, far pulire bagni e reparti, dove c’è polvere ovunque. Non lavoriamo in sicurezza molto spesso, tra operai ci guardiamo con occhi disperati e rassegnati. Il vero premio sarebbe quello di sapere che tra un paio di anni non ci manderanno a casa poiché con l’elettrico ci vuole meno forza lavoro. Sono queste le certezze di cui abbiamo bisogno, il resto è solo fumo negli occhi”.

Un punto di vista vicino a quello della FIOM che ha ammesso come “il premio e l’erogazione unilaterale non bastano a recuperare ciò che si è perso per effetto dell’inflazione” e per questo motivo ha già chiesto un confronto su salari e occupazione. Per il Responsabile Auto della stessa FIOM, Simone Marinelli, una soluzione all’impossibilità di acquisto delle auto elettriche paventata da Carlos Tavares, CEO di Stellantis, potrebbe essere quella di “alzare i salari per permettere ai lavoratori di potersi comprare le auto elettriche”, ha commentato ironicamente.

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