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Le 5 Ferrari più carismatiche dell’era Montezemolo

Quando un’azienda è gestita da chi vive con passione il marchio che rappresenta, i risultati sono straordinari, anche in ambito automobilistico.

Ferrari Enzo
Image by Toby Parsons from Pixabay

Quando Luca di Montezemolo era sul ponte di comando della Ferrari, dagli stabilimenti di Maranello uscirono molte auto da sogno. Alcune di queste sono entrate nella storia, dalla porta principale. Modelli esclusivi e prestigiosi, che hanno rappresentato al meglio lo spirito del “cavallino rampante“, con una qualità di riferimento nella specie. In ciascuna di queste creature si coglie la passione del personaggio e il suo legame con la tradizione più nobile del marchio. Del resto, stiamo parlando di un uomo scelto da Enzo Ferrari e che ha dato la migliore continuità alla leggenda.

Luca di Montezemolo ha vissuto due esperienze professionali straordinariamente importanti a Maranello. La prima prese forma nel 1973 e gli assicurò due titoli piloti e tre titoli costruttori fra il 1975 e il 1977, come responsabile della squadra corse. La seconda andò avanti dal 1991 al 2014, coi ruoli di presidente e amministratore delegato. Sotto la sua gestione, la Ferrari ha raccolto una strepitosa scia di successi, scrivendo una parentesi gloriosa, unica ed inimitabile, nota a tutti come l’era di Michael Schumacher. Anche sul fronte della produzione di serie i traguardi furono di grandissimo fulgore, con modelli fantastici, capaci di entusiasmare tutti. Oggi abbiamo scelto per voi le 5 “rosse” più carismatiche dell’era Montezemolo.

Ferrari F50 (1995)

Erede della F40, pagò dazio al superiore carisma della progenitrice, ma nel tempo ha finalmente avuto i riconoscimenti che meritava. La Ferrari F50 è un capolavoro, che regala emozioni mozzafiato. Nessuna supercar nata prima o dopo di lei può vantare un legame così stretto con le monoposto di Formula 1. La sua presentazione avvenne nel 1995, a ridosso del mezzo secolo di vita della casa di Maranello, che ha celebrato in anticipo. A volerla fu Piero Ferrari, che accarezzava da tempo il desiderio di una “rossa” stradale fortemente imparentata con le monoposto da Gran Premio. Il legame iniziava dal motore V12 da 4.7 litri di cilindrata, con angolo di 65 gradi fra le bancate, derivato da quello della 640 F1 del 1991.

Questo cuore erogava 520 cavalli di razza, con una colonna sonora da urlo. Aveva, insieme alla trasmissione, una funzione portante ed era imbullonato sul telaio monoscocca in fibra di carbonio. Anche qui era evidente la connessione coi bolidi del Circus, ulteriormente ribadita dalle sospensioni di tipo push rod, dall’uso esteso di materiali compositi e dall’architettura concettuale. Di altissimo lignaggio i dati prestazionali: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.87 secondi, da 0 a 1000 metri in 21.7 secondi. La velocità massima si spinge fino ai 325 km/h. Notevole lo splendore della carrozzeria, firmata da Pietro Camardella per Pininfarina. In configurazione aperta la Ferrari F50 sembra un prototipo da gara degli anni romantici ed esprime uno splendore unico e inarrivabile. Una vera scultura a quattro ruote.

Ferrari Enzo (2002)

Per anni è stata la “rossa” più veloce e tecnologica. Non poteva essere diversamente, dal momento che porta il nome del fondatore della casa di Maranello. Un omaggio del genere pretendeva il massimo e questa creatura estrema del “cavallino rampante” lo ha offerto. Ancora oggi il suo carisma è inarrivabile. La Ferrari Enzo fu presentata nel 2002 ed ha scritto una pagina di grande splendore nel processo evolutivo delle supercar in tiratura limitata. Rispetto alle GTO, F40 ed F50 segnava un salto quantico sul piano prestazionale. Con lei la specie fu portata verso nuovi traguardi, mai visti prima. Originale e affascinante il suo stile, firmato da Ken Okuyama per Pininfarina.

Il risultato degli sforzi creativi voluti da Montezemolo? Un’auto di forte impatto scenico e molto efficiente sul piano aerodinamico, in un quadro di minimalismo formale. Splendide le portiere ad apertura verticale. Anche qui c’è un grande travaso di tecnologie dalla Formula 1. La spinta fa capo a un motore V12 da 6 litri di cilindrata, con 660 cavalli all’attivo, su un corpo vettura leggero, grazie all’ampio uso di materiali compositi. Ne deriva un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.65 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 10 secondi e da 0 a 1000 metri in 19.6 secondi. La velocità massima va oltre i 350 km/h. Notevole la qualità dello studio aerodinamico, che ha esplorato nuovi territori, senza far ricorso ad appendici poco gradevoli sul piano estetico. Le musicalità meccaniche liberate dal cuore della Ferrari Enzo avrebbero fatto la gioia del direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan.

Ferrari 599 GTO (2010)

Il motore è anteriore, come da vecchia tradizione. I buoi sono quindi davanti al carro, per usare le parole di Enzo Ferrari. Grande la loro energia. Con questa vettura in serie limitata la casa di Maranello ha fissato un nuovo traguardo nell’evoluzione della specie, spingendo ancora più alto l’asticella tecnologica e prestazionale. La Ferrari 599 GTO declina in chiave racing la 599 GTB Fiorano, rispetto alla quale è molto più affilata e performante. Ingombrate la sua sigla. Quelle tre lettere affiancate, dopo il codice numerico, sono un omaggio alla “rossa” più iconica di sempre: la mitica 250 GTO del 1962.

Con un nome del genere l’eccellenza è un dovere morale, onorato al meglio dalla granturismo in esame. Suo punto di forza è il motore V12 da 6 litri, con 670 cavalli di potenza. Questi purosangue di razza si esprimono con alchimie sonore di straordinario fascino. Non meno esaltante è il temperamento, con una capacità di prendere i giri che ha del miracoloso. Non c’è niente da fare per gli altri: solo a Maranello sanno costruire certe unità propulsive. Definirle capolavori ingegneristici od orchestre meccaniche sembra quasi riduttivo, ma è difficile trovare le parole giuste per narrare la loro magia. Come riferito in un precedente post, la 599 GTO è una sorgente da cui sgorgano splendide abbuffate di piacere. Al top le sue performance: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.35 secondi e da 0 a 200 km/h in 9.8 secondi. La velocità massima è di 335 km/h.

Ferrari LaFerrari (2013)

Il nome è uno scioglilingua ed è l’unica nota stonata di questo progetto, fortemente voluto da Luca di Montezemolo. Per il resto, tutto è davvero alla grande. La Ferrari LaFerrari è la discente più fresca di quella stirpe di capolavori lanciata dalla GTO e proseguita dalle F40, F50, Enzo. Rispetto alle progenitrici segna un progresso prestazionale di portata quantica. Ora si è in attesa della sua erede, che arriverà presto. A dispetto degli anni, il suo appeal non ha perso una virgola. D’altronde i veri capolavori non invecchiano mai. LaFerrari appartiene alla specie e rimarrà per sempre sulla cresta dell’onda. Si tratta di una sportiva ad alimentazione ibrida, prodotta a partire dal 2013.

Cuore del sistema propulsivo è il motore endotermico V12 aspirato da 6.262 centimetri cubi di cilindrata, cui si devono le sue incredibili musicalità meccaniche. Questa scultura ingegneristica sviluppa 800 cavalli di potenza massima a 9000 giri al minuto. Poi ci sono i 163 cavalli messi sul piatto dal Kers, per una potenza combinata di 963 cavalli, Made in Maranello. Le prestazioni sono al top, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 7 secondi, da 0 a 300 km/h in 15 secondi. Va oltre quota 350 km/h la velocità di punta. Il quadro tecnologico è di riferimento, come l’efficienza aerodinamica. Molto raffinati i materiali scelti per dare forma a questo capolavoro automobilistico, firmato da Flavio Manzoni. Qui la fibra di carbonio è di casa, anche per sottolineare il legame con la F1.

Ferrari 458 Speciale (2013)

Splendida come una tela di Monet, questa “rossa” lascia senza fiato. Le sue forme entrano nell’apparato emotivo, con la forza del loro fascino. Qui la miscela fra aggressività ed eleganza è impeccabile. La Ferrari 458 Speciale conquista i sensi ed ha il valore aggiunto di essere l’ultima serie speciale V8 con motore esclusivamente aspirato. Una roba che le garantisce un posto privilegiato nel cuore degli appassionati ed anche nel mercato collezionistico. Ora la stirpe dei “cavallini rampanti” endotermici ad alimentazione atmosferica viene tutelata dalle serie V12, con le 812 Superfast, 812 Competizione e Daytona SP3. Nata come versione più estrema della 458 Italia, la “rossa” di cui ci stiamo occupando ha preso il posto della 430 Scuderia nella famiglia delle “piccole” in chiave racing.

Rispetto a questa ha messo a segno un bel progresso in termini tecnologici e prestazionali. La Ferrari 458 Speciale gode della spinta di un motore ad 8 cilindri da 4.5 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 605 cavalli. Sublime la loro erogazione, che si miscela a musicalità meccaniche degne del lignaggio. Il cuore, disposto in posizione posteriore-centrale, batte al ritmo delle emozioni più belle. Eccellenti le prestazioni, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3 secondi e da 0 a 200 km/h in 9.1 secondi. La velocità massima è di 325 km/h. Cifre coi fiocchi, rese possibili anche dal peso a secco di 1290 chilogrammi ed assecondate da una raffinata elettronica, da un telaio meraviglioso e da un’efficienza aerodinamica di ordine superiore.

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