Jato Dynamics, una società specializzata in analisi del mercato, ha pubblicato in rete un interessante studio condotto su Fiat Chrysler Automobiles da quando Sergio Marchionne ha assunto il ruolo di amministratore delegato fino a quando è deceduto.
Nel 2004, ossia l’anno in cui il top manager italo-canadese ha preso il comando di FCA ricoprendo la carica di CEO, il 60% delle vendite era rappresentato dalle auto di segmento A e B (city car e vetture compatte).
Fiat Chrysler Automobiles: nel 2004, le auto compatte rappresentavano il 75% delle vendite
Prendendo in considerazione anche le immatricolazione delle auto appartenenti al segmento C, le auto compatte rappresentavano il 75% del totale delle consegne in un periodo dove i SUV non erano ancora apprezzati dagli utenti come invece lo sono adesso.
A partire dall’acquisizione di Chrysler, la situazione è nettamente cambiata per Fiat Chrysler Automobiles. In meno di 10 anni, Jeep, Ram, Chrysler e Dodge hanno contribuito ad aumentare le consegne complessive dal 35% al 62% nel mercato statunitense.
L’analisi condotta da Jato Dynamics dimostra soprattutto che gli automobilisti apprezzano sempre di più SUV, fuoristrada e pick-up rispetto a un decennio fa dove le auto compatte erano quelle più vendute da FCA. Testimone di questa cosa è Jeep, uno dei produttori più affermati degli Sport Utility Vehicle, che ha visto crescere le sue immatricolazioni raggiungendo dei numeri davvero importanti.
Al contrario, Fiat ha visto un crollo delle vendite dato che la sua gamma includeva principalmente city car e vetture compatte. Anche per questo motivo il gruppo automobilistico italo-americano guidato da Mike Manley ha deciso di ridurre la presenza del celebre marchio torinese in Europa e USA dove i SUV ormai sono i padroni ma aumentarla in Argentina e Brasile dove Fiat è uno dei brand più apprezzati.
13 Commenti
Lascia il tuo commento, condividi il tuo pensiero