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Ferrari 499P: Cavallino di ritorno, cinquant’anni dopo

Cinquant’anni dopo l’addio alle competizioni di durata, la storia si ripresenta e il Cavallino Rampante presenta la bellissima Ferrari 499P

499P

La storia delle corse passa da questa fine d’ottobre. La storia che lega il Cavallino Rampante alle corse di durata, alle ore e ai chilometri di massacro duro e puro. Cinquant’anni dopo la storia si ripresenta e il Cavallino Rampante presenta la bellissima Ferrari 499P; una commistione di riferimenti al passato, una livrea pronta per Sebring che ricorda schemi e cromie della 312P del 1972, appunto cinquant’anni fa. Cinque decenni di pausa, di interruzione e di pensiero fisso.

Il ritorno del Cavallino Rampante alle corse di durata, all’endurance odierno, passa dalla presentazione avvenuta nelle scorse ore ad Imola su un tracciato che porta con sé il nome del fondatore del costruttore d’auto più iconico sulla faccia della Terra. Il passato che si fa presente insiste anche nella denominazione stessa di questo prototipo appartenente alla classe Le Mans Hypercar del WEC. La Ferrari 499P adotta questa denominazione volendo citare i prototipi del Cavallino Rampante di un tempo identificati appunto da una lettera P; se invece vi state chiedendo a cosa fa riferimento il dato numerico pari a 499, si tratta della cilindrata unitaria del propulsore installato a bordo.

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Il passato si reintroduce prepotente anche nella scelta della numerazione adottata; i cinquant’anni di distacco dall’ultima volta nelle corse di durata (in forma ufficiale) diventano una caratterizzazione numerica da ritrovare nel 50 utilizzato su di una delle Ferrari 499P schierate nel Mondiale Endurance, ovvero 51 per la seconda in gara.

Il progetto di ritorno con la nuova Ferrari 499P guarda ad un set di importanti ambizioni

Senza mezzi termini, il ritorno lasciato in pausa per cinquanta lunghi anni dice che questa Ferrari 499P ha intenzione (e l’ambizione, appunto) di mettere le ruote davanti a tutti: nel Mondiale Endurance, per rimpolpare un palmares che conta già 22 trionfi iridati, e nella più che iconica 24 Ore di Le Mans dove gli appuntamenti con la vittoria sono invece 9.

D’altronde, come dichiarato dallo stesso Cavallino Rampante, la nuova Ferrari 499P diviene “un manifesto dell’impegno di Ferrari nel mondo delle gare di durata, della voglia di affrontare sfide sempre più difficili, della determinazione di vincere, anche se con la necessaria umiltà di chi è ben consapevole di confrontarsi con avversari di primo livello che nutrono ambizioni analoghe”. Una condizione maturata in due anni di lavoro messo a punto dal reparto Attività Sportive GT gestito dall’inossidabile Antonello Coletta, affiancato alla direzione tecnica da Ferdinando Cannizzo. A Maranello si riparte, cinquant’anni dopo, puntando più in alto possibile.

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La Ferrari 499P, come ammesso dal presidente del Cavallino Rampante John Elkann, “ci permette di tornare a competere per la vittoria assoluta nel mondiale endurance. Quando abbiamo deciso di impegnarci in questo progetto, abbiamo seguito un percorso di innovazione e sviluppo fedele alla nostra tradizione che vede la pista come terreno ideale per sperimentare soluzioni tecniche di avanguardia, prima di trasferirle nelle nostre vetture stradali. Abbiamo affrontato questa sfida con umiltà, ma consapevoli di una storia che ci ha permesso di conquistare più di 20 titoli mondiali e 9 vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans”.

Il V6 deriva dalle unità stradali, ma aggiunge l’ERS

Il regolamento della classe Le Mans Hypercar prevede l’utilizzo di propulsori ibridi abbinati alla trazione integrale, in accordo con un peso minimo che non dovrà essere inferiore ai 1.030 chilogrammi. La nuova 499P del Cavallino Rampante adotta un’unità endotermica V6 biturbo con bancate poste a 120 gradi d’angolo strettamente derivata dalle unità stradali e limitata dal regolamento a 500 kW, ovvero a 680 cavalli di potenza.

L’unità termica, che la Ferrari 499P condivide in termini di architettura con la medesima unità installata bordo della nuova 296 GT3, ha subito i necessari aggiustamenti utili a garantire l’efficacia di soluzioni studiate ad hoc per l’utilizzo sul nuovo prototipo oltre che un evidente processo di alleggerimento. Va detto che il propulsore è di tipo portante, svolgendo quindi una ovvia funzione strutturale rispetto a quanto avviene sulle GT3 dove l’unità viene montata sul telaio stesso della vettura.

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Al tradizionale propulsore endotermico si aggiunge l’ERS, ovvero l’Energy Recovery System, che introduce una potenza di 272 cavalli ovvero 200 kW; si tratta di un motore elettrico, con differenziale, dotato di batteria che si ricarica in decelerazione e frenata senza quindi richiedere interventi esterni. Il pacco batterie dotato di tensione nominale pari a 900 Volt deriva dall’esperienza maturata nel Circus, ma è stato sviluppato appositamente per l’utilizzo a bordo della nuova Ferrari 499P. Il cambio è un elemento sequenziale a sette rapporti.

Aerodinamica e stile

Le ragioni aerodinamiche che si instaurano in questa nuova Ferrari 499P non pregiudicano uno stile curatissimo dal Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni. L’armonia delle linee rende ancora più fluida la ricerca aerodinamica e più lineare la collocazione stilistica che rimane fedele alla collocazione del marchio.

Si può ammettere che la Ferrari 499P permette di definire un’architettura stilistica che nel complesso risulta essere innanzitutto essenziale. A Maranello si è partiti da una superficie piana utile a diramare da questa le pance e i passaruota caratterizzati da aperture decisamente ampie. Nell’impostazione dei gruppi ottici insistono invece evidenti richiami alla nuova Ferrari Daytona SP3. La sezione posteriore è dominata dalla possente ala che introduce anche un ulteriore elemento posto più in basso e definito ulteriormente da una illuminazione a LED disposta su tutta la larghezza. Il tetto dell’abitacolo fa da base alla presa dinamica che alimenta il propulsore e raffredda cambio e batterie.

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Il telaio in monoscocca di fibra di carbonio della Ferrari 499P nasconde soluzioni innovative che pongono il nuovo prototipo di classe Le Mans Hypercar del Cavallino Rampante all’apice della classe di appartenenza. Lo schema sospensivo è impostato su triangoli sovrapposti e tecnologia push-rod che incrementa i valori di rigidezza e migliora il comportamento alle alte velocità e in termini di percorrenza in curva. Particolarmente sofisticato appare anche l’intero impianto frenante con sistema brake-by-wire che permette il recupero dell’energia cinetica in frenata sull’assale elettrico anteriore oltre che di coniugare precisione e immediatezza nella risposta con durata e alti valori di affidabilità.

Due i prototipi che saranno impegnati nel WEC per la stagione 2023

Le unità della Ferrari 499P impiegate in pista per la stagione 2023 del WEC saranno due, appunto la numero 50 e la numero 51, entrambe gestite sfruttando la “storica” collaborazione con la AF Corse di Amato Ferrari. Nel 2024 potrebbe essere tenuto in considerazione un programma separato destinato ad eventuali team clienti.

Sebbene la nuova 499P sia l’ultima nata del lotto, quindi quella che ha sfruttato uno sviluppo più risicato rispetto ad altri competitor, l’aver impostato la strategia di test puntando su due prototipi ha avuto il merito di poter permettere un ragionamento utile a trattarne una per la ricerca dei migliori valori prestazionali ottenibili mentre l’altra per la ricerca dei necessari valori di affidabilità. In questo modo Coletta ha potuto mettere a punto due piani completamente separati rientrando in tempistiche che potrebbero apparire risicate.

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Va inoltre ricordato che i prototipi della classe LMH permettono ai costruttori di realizzare in toto la macchina, ovvero non come avviene nel caso delle LMDh che acquisiscono il telaio da uno dei Costruttori autorizzati a cederlo. Il progetto è stato quindi portato avanti completamente da Ferrari, sfruttando comunque la collaborazione di fornitori e aziende esterne.

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